Ponte Morandi, le proposte operative del CNI per la sicurezza delle

Ponte Morandi, le proposte operative del CNI per la sicurezza delle infrastrutture esistenti

'Ponte Morandi, le proposte operative del CNI per la sicurezza delle infrastrutture esistenti'
Ponte Morandi, le proposte operative del CNI per la sicurezza delle infrastrutture esistenti

All’indomani della tragedia del Ponte Morandi di Genova, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ribadisce la priorità circa la manutenzione e il monitoraggio delle infrastrutture.

Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha inviato al Presidente del consiglio prof. Giuseppe Conte una lettera contenente alcune proposte concrete che sottolineano, alla luce del crollo del ponte Morandi, la priorità quanto mai necessaria della manutenzione e della prevenzione come impegno costante e permanente. Dopo aver espresso il cordoglio e la partecipazione al dolore delle famiglie colpite da questo tremendo lutto, il CNI ha ricordato che gli ingegneri italiani hanno più volte richiamato l’attenzione delle forze politiche sullo stato delle costruzioni pubbliche e private in Italia, fornendo proposte accolte con interesse, ma recepite ed attuate solo raramente.

“I numeri delle infrastrutture lineari di trasporto, relativamente alle reti autostradali, sono molto importanti, con 1.608 ponti e viadotti per una lunghezza di 1.013 km, su un totale di circa 6.000 km di rete. Rappresentano tuttavia solo una parte dei circa 61.000 ponti e viadotti lungo i 255.000 km totali che compongono la rete autostradale italiana fatta da autostrade, strade statali, regionali, provinciali e comunali per una lunghezza complessiva di 38.000 km. Dati molto importanti, segnale delle problematicità poste dalla complessità dell’orografia del nostro Paese, che impongono di rendere organiche e sistematiche le proposte già avanzate da più soggetti sul tema della manutenzione".

Nella lettera gli ingegneri italiani hanno sottoposto al Presidente del Consiglio le seguenti proposte:

- Piano nazionale di manutenzione infrastrutture: elaborazione di un Piano nazionale di conoscenza dello stato di sicurezza delle opere d’arte infrastrutturali (ponti, viadotti, gallerie, opere di sostegno etc.), con un’anagrafe delle opere d’arte importanti, basata su dati messi obbligatoriamente a disposizione dagli enti proprietari o concessionari. Su questa base di conoscenza, che dovrà essere pubblica e trasparente, sarà possibile programmare un piano complessivo degli interventi, a carico degli enti proprietari/gestori, la cui verifica, magari attraverso una Struttura di missione dedicata, dovrà rimanere in capo allo Stato che avrà il compito di raccordare i ministeri competenti e gli altri enti coinvolti.

- Indirizzi per interventi di rifacimento delle infrastrutture: elaborazione di un protocollo tra il mondo scientifico, quello tecnico-professionale e quello tecnico-amministrativo che definisca linee guida di riferimento, da consegnare al Governo per la sua attuazione.

- Semplificazione delle procedure: data l’urgenza, definire procedure semplificate per gli interventi di manutenzione, sia per l’affidamento dei servizi che delle forniture e dei lavori, puntando su conoscenze, competenze, tecnologie.

- Piano nazionale delle infrastrutture: dare avvio ad un progetto generale delle infrastrutture in Italia, che rilanci fortemente l’economia e contribuisca a superare il gap con il resto d’Europa e tra le diverse aree del Paese (con particolare riferimento al nostro Mezzogiorno) diventando priorità nazionale. Da rivedere è anche la gestione ed il controllo sull’attività svolta dalle Società concessionarie, con particolare riferimento agli investimenti in manutenzione e ammodernamento delle tratte affidate.

- Competenze tecniche della P.A. : occorre colmare la gravissima carenza di tecnici, in particolare ingegneri, nella pubblica amministrazione, negli organi di pianificazione e controllo, e, spesso, anche nei soggetti concessionari; senza un adeguato numero di tecnici e di ingegneri che rafforzino gli organici delle pubbliche amministrazioni e delle Società concessionarie, qualunque intervento normativo e amministrativo, pur meritorio ed “ispirato”, rischia di restare, ancora una volta, inattuabile.