ecoLogicStudio sperimenta un involucro biodigitale che filtra CO2 e inquinanti attraverso colture di alghe installate sulle facciate degli edifici
Per il momento è una sperimentazione ma potrebbe diventare l’involucro dell’Antropocene che istallato sugli edifici sottoforma di schermature solari, sarebbe in grado di assorbire anidride carbonica dall’atmosfera e restituire ossigeno attraverso un processo di fotosintesi analogo a quello svolto in natura dagli alberi.
Presentata a Dublino in occasione del Climate Innovation Summit 2018, Photo.Synt.Etica rientra nel progetto europeo Climate-KIC e nasce dalla partnership di ecoLogicStudio, studio di architettura e progettazione urbana specializzato in progettazione ambientale, autosufficienza urbana e costruzione integrata della natura con l’Urban Morphgenesis Lab – UCL di Londra e il Synthetic Landscapes Lab – Università di Innsbruck.
L’istallazione di Dublino realizzata sulla facciata del Printworks Building è composta da 16 moduli di 2x7 metri che rivestono i due piani dell’edificio realizzando, in termini di assorbimento di CO2, gli stessi benefici ambientali equivalenti a quelli prodotti da venti alberi.
I moduli, realizzati in bioplastica, contengono microalghe disposte in una serpentina digitale; l’ anidride carbonica e gli agenti inquinanti catturati vengono immagazzinati dai fotobioreattori, che utilizzano la luce diurna per nutrire le culture viventi di microalghe e emettono una luminescenza nelle ore notturne. La biomassa viene poi raccolta e riutilizzata come materiale grezzo per la produzione di bioplastica utile, a sua volta, alla realizzazione di involucri dello stesso tipo.
Grazie al design a serpentina, i moduli ottimizzano il processo di sequestro del carbonio; inoltre il disegno visto in sequenza lungo la facciata dell’edificio ricorda i grafici finanziari, nello specifico l’andamento delle quotazioni dei certificati verdi.
I prossimi progetti includono una scultura fotosintetica per il Centre Pompidou (Parigi), un progetto di ricerca che prevede l’uso di Biogel al posto dell’acqua, come le alghe, le tecniche di stampa 3D per prototipare fotobioreattori architettonici e la progettazione di un sistema di facciata per un nuovo museo di microbi a Innsbruck (Austria).
Smart cities, case intelligenti, veicoli autonomi, fabbriche robotizzate, ecc. dominano l’attuale panorama degli scenari futuristici popolari, ma tutti hanno un disperato bisogno di un reframing spaziale e architettonico per generare benefiche transizioni sociali.
A dare l’esempio è l’Olanda, con la pista ciclabile realizzata in plastica riciclata
Il progetto rivoluzionario di mobilità sostenibile Plastic Road è stata inaugurato a Zwolle, città olandese sede del gruppo Wavin, leader europeo nella produzione di tubazioni in materiale plastico per l’edilizia residenziale e per le opere di ingegneria civile, grazie alla collaborazione di tre aziende: KWS, Wavin e Total.
Si tratta di una pista ciclabile di 30 metri contenente un quantitativo di plastica equivalente a 500.000 bottigliette oppure 218.000 bicchieri, costituita da una struttura prefabbricata modulare leggera; il progetto, ideato dai consulenti per la ricerca e lo sviluppo Anne Koudtaal e Simon Jorritsma di KWS , è pensato per rendere la costruzione e la manutenzione più veloce, semplice ed efficiante rispetto alle strutture tradizionali.
I moduli della Plastic Road sono permeabili e cavi all’interno, in modo tale da poter immagazzinare temporaneamente un certo quantitativo d’acqua per prevenire gli allagamenti durante le forti precipitazioni. Il progetto pilota include anche una serie di sensori per monitorare le performance della strada, quali la temperatura, il numero dei passaggi da parte delle biciclette e la tenuta, rendendola la prima vera “pista ciclabile intelligente al mondo”.
Il progetto segna l’inizio di una nuova era nel campo delle opere ingegneristiche stradali, in quanto elimina tutti i problemi di sicurezza dovuti alle buche e al dissesto dell’asfalto e migliora le caratteristiche del manto stradale con la riduzione del rumore del traffico, e offrendo una soluzione integrata per il passaggio sotterraneo di tubi e cavi.
La giornata di inaugurazione della Plastic Road si è aperta con una presentazione di Anne Koudtaal e Simon Jorritsma, che hanno mostrato agli invitati i primi schizzi del 2013 per poi spiegare come si è sviluppata la sua realizzazione. Successivamente, prima di dare agli ospiti la possibilità di iniziare a pedalare sulla nuova posta ciclabile, è stato mostrato davanti alla sede di Wavin uno dei moduli in plastica che la compone.
Nel mese di novembre verrà installata una seconda pista ciclabile nella città olandese di Overijssel, che prevederà ulteriori miglioramenti rispetto alla prima PlasticRoad di Zwolle. Nel frattempo i partner ricercheranno altre location per il lancio di nuovi progetti e per testare l’efficacia in campi di applicazione alternativi, come ad esempio parcheggi, banchine dei treni o marciapiedi.
Vicino alla capitale norvegese sta per sorgere Oslo Airport City, la prima città senza auto, carbon free e smart. Il masterplan è firmato da Haptic Architects e Nordic – Office of Architecture
Oslo Airport City (OAC) sorgerà a sud est dell’aeroporto Gardermoen, il principale scalo della Norvegia: si tratta di una nuova città carbon free e smart con un’estensione di circa quattro milioni di metri quadrati, progettata dagli studi norvegesi Haptic Architects e Nordic – Office of Architecture, in collaborazione con lo studio di ingegneria britannica Buro Happold Engineering.
La sua prima pietra verrà postata a partire dal 2019 ma ci vorranno trent’anni per vederla realizzata completamente. Il masterplan prevede la creazione di una città alimentata da fonti rinnovabili, energeticamente positiva con la capacità di produrre energia e venderne l’eccesso agli edifici, alle comunità e alle città limitrofe. È prevista inoltre una mobilità sostenibile costituita interamente da auto elettriche senza conducente, illuminazione automatica e tecnologia intelligente per la gestione dei servizi come la mobilità, la sicurezza, i rifiuti e la lotta agli sprechi. Il centro della città sarà totalmente car free, grazie ad una gestione dei trasporti pubblici che consentirà spostamenti dei residenti per l’utilizzo dei mezzi pubblici inferiore a cinque minuti.
La città sostenibile norvegese ospiterà sia servizi dedicati ai viaggiatori dell’aeroporto come hotel, negozi e luoghi di ristoro, ma anche attività destinate alla comunità residente: industrie, servizi e attività sportive e ricreative incentrate su un parco pubblico; comprenderà inoltre una generosa fornitura di spazi verdi a servizio della crescente forza lavoro impegnata nell’aeroporto che si stima crescerà di circa l’81% entro il 2050.
Tomas Stokke, Direttore del progetto afferma: “Questa è un’opportunità unica per progettare una nuova città da zero. Grazie a strategie di pianificazione urbana solide, come la percorribilità a piedi, densità adeguate, facciate attive e un centro città privo di auto, in combinazione con gli ultimi sviluppi tecnologici, saremo in grado di creare una città verde e sostenibile. Sfruttando la posizione centrale nell’Europa settentrionale, una forza lavoro altamente qualificata e la vicinanza ad un aeroporto verde ed espansivo, OAC ha tutti gli ingredienti necessari per divenire un successo. Questo è il tipo di progetto più entusiasmante che possiamo fare come architetti e sono molto orgoglioso di farne parte.”