Dallo studio delle capacità di regolazione termica di alcuni organismi viventi nascono nuove strategie per migliorare il comportamento termico degli edifici
Gli scienziati dell’Università di Navarra di Pamplona, in una recente ricerca, hanno studiato le strategie di termoregolazione degli animali a sangue freddo per tentare di riprodurle nella progettazione degli edifici. A partire dalle diverse strategie biologiche, dall’attività metabolica all’utilizzo di acqua o materia organica, fino all’uso dell’energia solare e al controllo della respirazione, lo studio ha avuto lo scopo di individuare i parallelismi tra le strategie biologiche e gli edifici.
Un esempio: si potrebbero separare con criterio gli spazi delle strutture al fine di ridurre le perdite di calore causate dalle correnti, così come fanno le api ostruendo le proprie vie aeree. E ancora, imitando le stelle marine che ridistribuendo il loro sangue agli arti dissipano il calore, si potrebbero utilizzare volumi periferici negli edifici adibiti allo stesso scopo.
“La parte più complessa del progetto – spiegano i ricercatori – è stata inclusa in questa fase. Ovvero, è stato necessario effettuare diverse sessioni di brainstorming per trovare idee bio-ispirate allo scopo di individuare specifiche analogie tra gli animali studiati e gli edifici”.
Nell’ultima fase dello studio si sono analizzate le potenziali applicazioni della biomimesi: a partire dalle fasi preliminari di progettazione si potrebbero modificare, sulla base di quanto osservato negli animali, una serie di parametri. L’accumulo o la dissipazione del calore e la riduzione del carico di raffreddamento sono solo alcuni degli aspetti che si potrebbero innovare imitando la natura. Dopodiché agendo a livello di “sistema” si potrebbe minimizzare l’uso delle attrezzature od ottimizzare le condotte d’aria con soluzioni importate dalle tracheole degli insetti. Ma anche raggiungere la temperatura target con strumenti più efficienti, già sfruttati da alcuni animali in condizioni ambientali estreme, o sviluppare nuovi sistemi di recupero del calore basati sull’osservazione di varie specie acquatiche.
Inoltre, si potrebbero progettare e realizzazione nuovi dispositivi o elementi da costruzione ispirati agli organismi viventi come i materiali organici che migliorino la rimozione di inquinanti negli spazi interni, l’uso di materiali che diffrangano la luce su facciate e tetti oppure ancora prodotti che riducano il raggio di reazione di rilevatori di corrente e sensori.
“Questa esperienza – scrivono i ricercatori – ha confermato la teoria secondo cui una comprensione precisa dei sistemi biologici può essere utile per progettazioni edilizie dettagliate”. Gli stessi autori anni prima, infatti, avevano già dimostrato con uno studio come la regolazione termica negli animali fosse equivalente al controllo della temperatura negli edifici. In questo caso, invece, la necessità è stata quella di trovare soluzioni pratiche alternative per affrontare problemi di efficienza dei sistemi di riscaldamento, ventilazione e raffrescamento. Sistemi che, a conti fatti, sono responsabili del consumo più consistente di energia.
Dal Bonus verde al Superbonus, una sistesi delle detrazioni fiscali utilizzabili per rinnovare le abitazioni
Nel 2020 sarà possibile ristrutturare la propria abitazione in maniera globale risparmiando. I contribuenti che decidono di ristrutturare la casa possono usufruire di una serie di agevolazioni fiscali che vanno dagli interventi di sostituzione degli infissi, all'impianto di riscaldamento, dal condizionatore all'isolamento delle facciate.
Oltre a dare una mano alle famiglie alle prese con tali interventi, i bonus legati alla casa permettaranno al settore edile di rialzarsi dopo lo stallo provocato dal lockdown. Secondo l'Associazione nazionale costruttori edili (Ance) un euro investito nel settore dell'edilizia genera una ricaduta positiva di 3,4 euro sul sistema economico ripartita tra settore delle costruzioni e settori collegati.
La detrazione fiscale più consistente è rappresentata dal Superbonus 110%, misura contenuta nel DL Rilancio. Il decreto, infatti, nell’ambito delle misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all'economia, nonché di politiche sociali connesse all'emergenza epidemiologica da Covid-19, ha incrementato al 110% l’aliquota di detrazione delle spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021, a fronte di specifici interventi in ambito di efficienza energetica, di interventi di riduzione del rischio sismico, di installazione di impianti fotovoltaici nonché delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici.
Ma oltre al Superbonus, la mappa delle agevolazioni alle quali è possibile accedere offre numerose possibilità a partire dal bonus ristrutturazioni, il più conosciuto in edilizia. Anche per il 2020 sarà possibile detrarre dalla tassazione Irpef la metà delle spese sostenute fino ad un massimo di 96.000 euro.
L'atro bonus orami frequentemente utilizzato è l'Ecobonus per la riqualificazione energetica che prevede una detrazione fiscale del 65% o del 50% in funzione dell'intervento di efficientamento energetico realizzato.
Nel 2019, con la legge finanziaria, il legislatore ha poi introdotto un ulteriore bonus per il recupero o restauro della facciata esterna degli edifici esistenti presenti nelle zone A e B del territorio comunale, consistente nella detrazione da Irpef o Ires del 90% delle spese sostenute senza limiti di spesa.
Valido per l’anno 2020 anche il bonus verde, introdotto con la Legge di Bilancio 2018, consistente nella detrazione Inrpef, estesa anche alle parti comuni condominiali, del 36% sulle spese sostenute dal contribuente in merito alla sistemazione a verde di aree scoperte private di edifici esistenti, realizzazione di coperture a verde nonché di giardini pensili.
L'emergenza dovuta alla pandemia di Covid-19 ha spinto il legislatore ad ampliare notevolmente le detrazioni già esistenti (ecobonus e sismabonus). Inoltre è stata introdotta la possibilità, in luogo della detrazione, di optare per lo sconto in fattura da parte del fornitore che potrà recuperarlo sotto forma di credito d'imposta o cederlo alle banche o ad altri soggetti.
Il progetto, situato in una delle zone di Italia con la maggior produzione del vino, Bolgheri, ha puntato alla costruzione di una nuova cantina ed alla riqualificazione di un capannone esistente per farne il nuovo centro aziendale per la Tenuta di Guado al Tasso di proprietà della famiglia Antinori. Il progetto nell’Alta Maremma della DOC di Bolgheri (Castagneto Carducci, Livorno) porta la firma di asv3-officina di architettura. La tenuta si estende su una superficie di 1.000 ettari di cui 320 coltivati a vigne. Da qui provengono le uve che vengono lavorate nella nuova cantina, voluta in affiancamento di quella storica. L’idea è di dare maggiore spazio alla produzione di Bruciato, Vermentino, Scalabrone e Cont’Ugo, lasciando invece alla vecchia Guado al Tasso e Matarocchio.
L’intervento si estende all’interno della ragguardevole superficie di 6.000 mq, completato con un investimento di 12 milioni di euro al termine di un processo avviato nel 2016.
Il sito, a solo un chilometro dal mare, ha un orografia pianeggiante e il progetto, viste le grandi dimensioni e l’esigenza di costruire fuori terra, si è dovuto da subito confrontare con il paesaggio e l’integrazione con esso. La progettazione di dune ricche di vegetazione mediterranea, elemento tipico del territorio, mitigano l’impatto visivo dell’intervento.
La nuova cantina è stata costruita accanto a una preesistenza. Il progetto sfrutta questa caratteristica, e trasforma i locali di servizio alla produzione con la mensa per i dipendenti, realizzando un edificio rettangolare parzialmente interrato. Una scelta che in parte mitiga la presenza nel connotato paesaggio collinare vitivinicolo. Ma che serve anche per dare ai processi di vinificazione e conservazione del vino ambienti che, limitati nello scavo da una falda acquifera troppo alta, siano il più possibile idonei ed energeticamente efficienti.
All’interno, la distribuzione delle superfici dei locali sono interamente funzionali alle fasi del processo di vinificazione,le altezze dei locali dipendono, quindi, dal contenuto dei diversi locali. I maggiori metri quadrati sono occupati dall’area di fermentazione; le alte vasche richiedono maggiori altezze chiuse da una copertura a shed. Questa serve per portare all’interno la luce necessaria, e dalla buia barricaia, che, collegate dalla più ridotta area dell’imbottigliamento, circondano l’unico spazio aperto, il piazzale in cui le uve vengono ricevute e sottoposte al primo trattamento.
Il volume della cantina, riprendendo le tematiche industriali di serialità, è pensato come un oggetto modulare a shed lungo l’asse longitudinale con un passo di 5 m a campata che trova in facciata una forte articolazione attraverso un rivestimento sfaccettato, una “corazza” in lamiera forata. L’involucro è costituito dalla successione di elementi modulari tridimensionali in lamiere microforate in zinco titanio tutti diversi. Questi circondano e proteggono il volume interno, sulle cui pareti, caratterizzate da pacchetti ad alta inerzia termica, si alternano parti aperte, la cui trasparenza è data da infissi in policarbonato, e parti chiuse. Le scelte per l’involucro esterno da una parte diventano elemento di definizione di un’architettura che deve integrarsi con un paesaggio in cui la Cantina si appoggia come fosse un grande masso; dall’altra impostano uno schermo che crea ombra e permette la circolazione dell’aria e la dissipazione del calore. In questo modo è possibile raffreddare passivamente un edificio. Necessità fondamentale durante la vendemmia e costantemente nella barricaia. Mantenere correttamente le temperature può impattare non poco sui costi di gestione.
La nuova Cantina del Bruciato di Bolgheri nasce per essere un luogo di produzione del vino non aperto al pubblico.
Le principali novità riguardano il calcolo del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti nel non residenziale
È stata pubblicata il 7 febbraio 2019 da UNI la norma UNI/TS 11300-2:2019 “Prestazioni energetiche degli edifici - Parte 2: Determinazione del fabbisogno di energia primaria e dei rendimenti per la climatizzazione invernale, per la produzione di acqua calda sanitaria, per la ventilazione e per l’illuminazione in edifici non residenziali” che sostituisce la versione del 2014.
Si tratta di un aggiornamento che riporta modifiche di lieve entità sulla metodologia di calcolo, per cui non si ritiene tale da richiedere una nuova procedura di verifica dei software commerciali e degli strumenti di calcolo della prestazione energetica degli edifici (ai sensi dell’art.7 del DM 26 giugno 2015, cosiddetto “Decreto Requisiti Minimi”) rispetto a quella attualmente in vigore. Tuttavia deve essere necessariamente recepita dagli operatori entro 90 giorni dalla pubblicazione.
La nuova norma rilasciata dall’Ente italiano di normazione prevede un adeguamento a carattere editoriale alla premessa e all’introduzione raccordandole alle UNI/TS 11300 pubblicate nel 2016, la conversione a testo normativo di una nota informativa sui sistemi di regolazione, l’aggiunta di un’appendice sul calcolo dei fabbisogni energetici di acqua calda sanitaria in presenza di recuperatori di calore dai reflui delle docce e infine l’eliminazione dell’appendice E (Calcolo della prestazione energetica di edifici non dotati di impianto di climatizzazione invernale e/o di produzione di acqua calda sanitaria) poiché superata dalle indicazioni dei Decreti Ministeriali del 26 giugno 2015.
Il CTI informa inoltre che, sempre in accordo con il regolamento di verifica attualmente in vigore, ed essendo trascorsi due anni dal rilascio dell’ultima dichiarazione di conformità, nel corso del 2019 il CTI provvederà ad effettuare le previste verifiche di sorveglianza.
Si precisa, infine, che l’aggiornamento non rientra nel processo di recepimento delle nuove norme EN sviluppate sotto mandato M/480 in quanto di carattere editoriale e tecnologico rispetto alla precedente versione. Il mandato M/480 è attualmente in corso e prevede la redazione di specifiche appendici nazionali alle norme EN e di una serie di moduli aggiuntivi che costituiranno il nuovo pacchetto UNI/TS 11300.