Con il Comunicato dell'11 ottobre 2019 pubblicato sul proprio sito istituzionale, il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti ha annunciato il Piano “Rinascita Urbana”, un Progetto pluriennale del Governo finalizzato a riqualificare e rigenerare i quartieri nei Comuni e nelle Città metropolitane, per il quale è stato stanziato un miliardo di Euro. Il Piano comprende interventi volti al miglioramento della qualità dell’abitare, come il restauro degli edifici che necessitano di esser messi in sicurezza, sostenere le famiglie in affitto e finanziare i cantieri nei piccoli Comuni.
Come annunciato dalla Ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti Paola De Micheli: "l’ambito d’intervento del piano saranno i Comuni con situazioni di marginalità economica e sociale importanti, degrado edilizio e carenza di servizi, oltre a spazi consistenti e inutilizzati da riqualificare (…) Il piano prevede lo sviluppo di dotazioni urbane e di servizi connessi all’abitare come il primo soccorso, il medio e piccolo commercio, gli spazi collettivi e relazionali; la riconversione di immobili e spazi oggi inutilizzati pubblici e privati; la manutenzione straordinaria; il miglioramento sismico, sostenibilità energetica e innovazione tecnologica con la trasformazione di edifici da tradizionali a intelligenti, fibra ottica e incremento della domotica; il co-house, gli spazi di socializzazione all’interno dei condomini, residenze temporanee destinate a studenti."
“Rinascita urbana” è un programma pluriennale innovativo per la riqualificazione e l’incremento dell’edilizia residenziale pubblica e sociale e per la rigenerazione urbana. Un programma per far rinascere interi quartieri nelle città medie e grandi. Il piano, con tutte le misure, vale un miliardo di euro. Il Fondo, in dotazione al Piano varato dal Governo, prevederà inoltre la possibilità di cofinanziare insieme alle Regioni i singoli interventi, con l’eventuale apporto di risorse private come quelle di Cassa Depositi e Prestiti, oltre che dei fondi privati che si occupano dell’abitare. Questa misura governativa è cumulabile con le altre misure a favore della casa, come il “Sisma Bonus” e il cosiddetti “Ecobonus”. Una parte consistente del piano finanzia il fondo di sostegno alla locazione, per agevolare l’accesso all’affitto per le famiglie in difficoltà. Le risorse arriveranno direttamente alle famiglie attraverso la definizione di graduatorie comunali aggiornate ogni tre mesi.
I Comuni destinatari delle risorse, sono quelli che presenteranno una marginalità economica e un degrado edilizio e scarsi servizi, oltre che edifici bisognosi di interventi di restauro.
Il principale obiettivo è quello di riqualificare e incrementare il patrimonio destinato all’edilizia residenziale sociale, migliorandone l’accessibilità, la sicurezza dei luoghi urbani,
l’abbattimento delle barriere architettoniche spesso riutilizzando e rigenerando spazi urbani già costruiti rendendoli fruibili.
E’ possibile accedere alle risorse attraverso un bando pubblico del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti; la valutazione dei progetti avverrà da parte di una commissione composta da esperti dalla elevata professionalità. Il finanziamento massimo richiesto è di 20 milioni di euro per ciascun progetto.
Prorogate le detrazioni fiscali e tra queste un’ interessante novità che riguarda le ristrutturazioni: il “bonus facciate”
Il Consiglio dei Ministri, dopo la riunione del 15 ottobre 2019, ha approvato i disegni di legge riguardanti le “Disposizioni urgenti in materia fiscale e per esigenze indifferibili (decreto fiscale)" e il "Bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020 – 2022 (legge di Bilancio 2020) ".
La manovra contiene importanti provvedimenti che consentono di avviare le politiche anticipate con la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza; sono in arrivo novità per le imprese e le famiglie, che verranno sostenute da incentivi che permetteranno di riqualificare i centri urbani. Per quanto riguarda la ristrutturazione e la riqualificazione energetica degli edifici, vengono prorogati Ecobonus, bonus ristrutturazioni e bonus mobili.
In particolare vengono riconfermate le detrazioni per riqualificazione energetica, impianti di micro-cogenerazione, ristrutturazioni edilizie e acquisto di mobili ed elettrodomestici di classe energetica elevata a seguito di ristrutturazione della propria abitazione.
Per il 2020 è inoltre previsto un ulteriore incentivo, un nuovo beneficio fiscale introdotto nella legge di Bilancio dal Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, al fine di promuovere gli interventi di restauro e recupero delle facciate di case, palazzi e condomìni. Il cosiddetto “Bonus facciate” prevede un credito fiscale del 90 % per ristrutturazioni che riguardano la facciata della propria casa (villette, monofamiliari, bifamiliari) o del condominio, sia che si trovi in centro storico sia in periferia, metropoli o piccoli comuni.
L’agevolazione mira, quindi, alla riqualificazione del patrimonio edilizio nazionale ed al decoro urbano, con effetti sicuramente positivi anche per il settore edile.
Infatti, come scrive il Ministro Franceschini: "Nella legge di bilancio una norma coraggiosa che renderà più belle le città italiane. Con il Bonus Facciate un credito fiscale del 90% per chi rifà nel 2020 la facciata di casa o del condominio, in centro storico o in periferia, nelle grandi città o nei piccoli comuni."
L’idea di una detrazione fiscale per i lavori di rifacimento delle facciate non è inedita: nel 2015 lo stesso Franceschini, anche allora Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, proponeva un ‘superbonus’ superiore al 60% per il restauro delle facciate, per migliorare le città e le periferie e dare lavoro alle imprese.
Franceschini si ispirava e si ispira ad una famosa legge francese degli anni ’60 voluta da Andrè Malraux, ministro della cultura con Charles De Gaulle dal 1959 al 1969, “che ha cambiato l’immagine di molte città della Francia”.
I fondi previsti per il piano casa sono di circa 1 miliardo di euro e saranno destinati agli interventi sul patrimonio edilizio esistente, dalla manutenzione straordinaria alla prevenzione sismica. In tal senso, i già conosciuti “Sismabonus” e “Ecobonus” del 2018 e 2019 potranno essere cumulati al futuro “bonus facciate”.
Nuove luci a San Siro. I progetti per quello che diventerà il nuovo stadio di AC Milan e FC Internazionale elaborati dalla società nordamericana Populous e dal gruppo internazionale David Manica e Sportium-Progetto Cmr sono stati presentati al Comune di Milano, alle commissioni congiunte Urbanistica, Bilancio e Sport, generando più perplessità che approvazioni. Populous propone uno stadio a forma di cattedrale che richiama il Duomo e le sue guglie, mentre Manica-Sportium propone un ovale in cui si intravedono due anelli che si intersecano a simboleggiare la volontà delle due squadre di portare avanti insieme un progetto comune. Escluse quindi le proposte di Hok e di Stefano Boeri, che aveva immaginato un «Bosco orizzontale».Le proposte dei nuovi distretti dedicati all’intrattenimento lasciano aperte molte questioni, si parte dalla volumetria alla dichiarazione di pubblico interesse di una trasformazione che dovrebbe demolire il Meazza. La decisione del Comune di Milano è attesa a metà novembre.
«Lo stadio Meazza così com’è non è non va più bene per due grandi squadre con grandi ambizioni. Siamo affezionati a San Siro ma ha fatto il suo tempo». Lo ha detto il presidente del Milan Paolo Scaroni, durante la presentazione dei progetti per il nuovo stadio San Siro. Si alza il velo sui progetti per la riqualificazione dell’area: dopo le indiscrezioni circolate nelle ultime settimane, le squadre di Inter e Milano hanno presentato «Gli Anelli di Milano» e «La Cattedrale», i due progetti selezionati per il nuovo stadio dei club, che dovrebbe prendere il posto del Giuseppe Meazza. Le società hanno segnalato che la presentazione dei due progetti segna l’avvio di un dialogo aperto con la città, in linea con la forte volontà dei club di coinvolgere le comunità locali e i propri tifosi in questo progetto.
Gli anelli di Milano propone un volume morbido, chiuso, definito dall’incrocio-sovrapposizione di due anelli che, dai colori cangianti, rappresentano passato e futuro della città e le due squadre Milan ed Inter. La proposta sceglie di mantenere il campo del vecchio Meazza aprendolo e mettendolo al centro della nuova area multifunzione. Così l’architetto statunitense David Manica ha presentato il progetto «Gli Anelli di Milano» di Manica+Sportium. "Un concetto semplice ma potente, due anelli che si intersecano, in equilibrio ma anche in contrapposizione", ha proseguito. Un impianto ovale in stile classico, su cui dominano appunto i due anelli, con la possibilità di personalizzare lo stadio con pannelli e luce: rosso quando giocherà il Milan, blu per l’Inter. "Uno stadio per i tifosi, che non sia una cattedrale", ha aggiunto Manica, che ha sottolineato come il progetto presenti più posti a sedere nelle curve, oltre ad una collocazione dei seggiolini più vicini al campo. Le facciate saranno composte da pannelli con 16mila volti dei tifosi.La particolarità è anche all’esterno, dove sopra la zona commerciale, Manica+Sportium ha scelto di mantenere lo storico terreno di gioco di San Siro, che diventerà un prato dove chiunque potrà giocare. Al centro del progetto anche ovviamente il nuovo distretto, con 10 ettari di giardini e un grande parco al centro.
Un omaggio al Duomo e alla Galleria Vittorio Emanuele. È questa l’idea al centro del progetto di Populous, presentato dallo studio di architetti statunitensi. "Ci siamo ispirati al Duomo e alla Galleria. Il nuovo stadio deve diventare un’icona come lo è adesso San Siro", ha detto Christopher Lee, managing director di Populous. Il progetto prevede quindi vetri e guglie per ricordare il Duomo: un parallelepipedo coperto di vetro che, anche grazie ad un gioco di luci, ricorda la cattedrale meneghina, legando la storia di Milano al nuovo stadio. "Qui la gente avrà la possibilità di passare tanto tempo insieme. Verrà creato un nuovo quartiere, ci sarà un grande parco, tutti potranno godere di queste strutture. E al posto dell’attuale stadio nascerà un museo". L’impianto si colorerà di rosso o di blu in base al fatto che giochino Milan o Inter, con spalti avvicinati al campo. "All’interno, l’impianto sarà come un catino, stiamo pensando ad uno stadio di circa 65 mila posti. Sarà uno stadio riconoscibile, sarà fatto per Milano, non si vedrà da nessun’altra parte. Chi lo vedrà, lo assocerà subito alla città di Milano", ha concluso Lee. La cattedrale del calcio è impostata su un pianta rettangolare, la stessa su cui si sviluppa l’attuale Meazza. L’involucro esterno, dai parallelepipedi volumi definiti, è chiuso da uno strato di vetro strutturale all’interno. Qui si sviluppano i diversi livelli di un impianto che ospita anche i musei delle squadre. Elemento caratteristico sono le grandi lamelle chiare, verticali e superiormente aggettanti che, ispirate ai fianchi del Duomo di Milano, cambiano colore riflettendo tutti i differenti colori che vi si possono proiettare.
È stato inaugurato lo scorso 5 luglio, con l’apertura al pubblico del primo dei cinque chilometri totali, il primo parco sospeso di Londra. Si chiama The Tide ed è una struttura circolare sopraelevata sorta nella Greenwich Penisula, nella zona sud est della capitale inglese. The Tide è la risposta inglese a New York, dove da diverso tempo è stata eretta la sua famosa High Line, realizzata da una sezione in disuso della West Side Line, una vecchia ferrovia sopraelevata.
Progettata dallo studio di architettura Diller Scofidio + Renfro, lo stesso che ha lavorato all’High Line di New York, con Neiheiser Argyros e i paesaggisti di GROSS.MAX, la passerella è concepita come una serie di isole sopraelevate dai cinque ai nove metri da terra lungo il Tamigi e sarà un luogo di incontro tra arte, design e benessere. Il percorso offrirà a londinesi e turisti la possibilità di passeggiare su ponti di legno e terrazzi sopraelevati tra bacini di acqua e piante autoctone, meditare in apposite aree allestite lungo il cammino, oppure di allenarsi con gli attrezzi della Tide Clubhouse, il tutto circondati da giganti sculture, alberi autoctoni e vegetazione spontanea.
L’audace costruzione del The Tide di Londra è sorretta da 28 strutture in acciaio, prodotte da un costruttore italiano di barche, Cimolai, e concepite come “alberi” che contengono i sistemi di drenaggio, energia e irrigazione. Sulla piattaforma sovrastante, in corrispondenza di ogni pilastro spiccano veri e propri alberi; in prossimità del fiume, ontani, pioppi e salici, mentre all’interno, betulle e pini. Il ponte è arricchito da piante erbacee e aromatiche, bulbi e fiori stagionali.
Accessibile da diversi punti, tramite scale, rampe e un ascensore, il percorso in quota,9 m di altezza, consente di sperimentare viste sul fiume Tamigi e sulle prime opere della collezione di arte contemporanea del parco, destinata a crescere nei prossimi anni. In alternativa, si può restare al livello sottostante, intercettando una porzione di ombra definita dalla passerella, riposandosi attorno a uno dei giardini o conversando in un pocket café. Il progetto del verde, sia a terra, sia sopraelevato, ha previsto la piantumazione di alberi in grado di definire “microclimi confortevoli”. Attualmente impegnato a New York nel piano che porterà al rinnovamento del MoMA, atteso per ottobre 2019, lo studio statunitense ha previsto per il successivo sviluppo di The Tide anche un cinema all’aperto galleggiante e una galleria “che si proietta sull’acqua”, che dovrebbero sommarsi a zone per lo sport, il relax, l’aggregazione. L’intero intervento mira a connettere i nuovi quartieri abitativi con una passeggiata a zig zag dalla pavimentazione a strisce bianco/nero.
Dopo l’inaugurazione del primo tratto del parco sospeso londinese, non sono mancate le critiche: la passerella è stata infatti definita come una struttura utile solo a far crescere i prezzi degli immobili della zona e non a riqualificarla, che male si inserisce in un contesto in cui troppi stili diversi si uniscono senza armonia e di cui non c’era bisogno, dato che si eleva su un’area pedonale già esistente.
La High Line e The Tide hanno in comune solamente i progettisti, l’accessibilità gratuita e la tipologia di parco lineare sopraelevato. Le critiche mosse al The Tide non sono immotivate: mentre la High Line di New York nasce come trasformazione di un relitto industriale abbandonato, fortemente voluto dai residenti come spazio pubblico e verde, la greenway londinese è frutto di una grande operazione speculativa e di vanità non necessaria dal punto di vista paesaggistico, poiché le aree sottostanti erano già libere e predisposte a passeggiata lungofiume. Rimane indubbio che comunque la struttura aumenterà lo spazio attrezzato di quartiere offrendo un’inedita prospettiva sulla città, e sarà un'attrazione per visitatori e residenti.
Dopo undici anni è stato terminato il complesso residenziale firmato dallo studio danese Henning Larsen Architects
Realizzato sul waterfront del piccolo centro danese di Vejle, il complesso residenziale The Wave si erge come un’incarnazione architettonica del paesaggio circostante. Già vincitore dei Leaf Awardsnel 2012, l'anno successivo ha ricevuto il Civic Trust Award, il premio europero attribuito annualmente a quei progetti d’architettura, paesaggio, arte e design ritenuti particolarmente significativi dal punto di vista sociale, culturale o economico per la vita civica. Per la prima volta nella storia del premio, fra i vincitori c’è uno studio d’architettura danese.
La costruzione del complesso, progettato dallo studio Henning Larsen Architects e realizzato dal team a seguito della vittoria di un concorso bandito nel 2005 dalla società immobiliare Bertel Nielsen ha avuto inizio nel 2006. Inizialmente furono realizzate solo due torri delle 5 previste, a causa della recessione globale del 2008. Successivamente, nel 2009, anche se parzialmente terminato, le due torri vennero nominate “Edificio residenziale dell’anno” da Byggeri, attirando l’attenzione internazionale.
Dopo il riavvio dei lavori nel 2015, sono state completate tutte le torri dando vita alla visione architettonica originale di Henning Larsen. La quinta e ultima torre è stata terminata nel novembre 2018.
Situato a sud-est della penisola dello Jutland, l’edificio a onda oggi svetta sull’acqua con le sue cinque punte che altro non sono che un omaggio (in forma di architettura) alle forme morbide del fluttuare delle onde marine ed il dolce dispiegarsi della colline e del vicino fiordo. Con i suoi 14 mila metri quadri per un totale di 140 appartamenti, The Wave ingloba un molo aperto al pubblico trasformando il complesso in un centro a vocazione non solo residenziale, ma anche sociale all’interno della rivitalizzazione del lungomare di Veje.
Durante tutte le ore del giorno, la sagoma della struttura viene riflessa dallo specchio d’acqua antistante, dando vita a suggestivi giochi ottici. I palazzi a forma di onda sono composti da nove piani ciascuno e appaiono identici l’uno all’altro creando così l’aspetto di un unico edificio.
Søren Øllgaard, partner e design director dello studio, ha commentato: “abbiamo progettato The Wave come una nuova e sorprendente presenza nello skyline di Vejle, in modo da rispecchiare l'area circostante. Il punto di forza del nostro design è un forte senso di identità locale”. Aggiunge Louis Becker, altro membro di Henning Larsen Architects: “Con la sua splendida posizione che domina la passeggiata e la baia, questo edificio particolare rispetta e valorizza il potenziale dell’area. Durante il giorno le onde bianche vengono riflesse nel mare mentre la notte il suo inconfondibile profilo assomiglia a montagne illuminate dai mille colori”.