Una ricerca spagnola ha dimostrato che i noccioli di oliva, carbonizzati, possono essere utilizzati per realizzare materiali da costruzione sostenibili.
Per un Paese come l’Italia, produttore di olio di oliva di eccellenza, i noccioli rappresentano ad oggi semplici rifiuti da smaltire, eppure possono diventare una risorsa preziosa per l’edilizia.
A dar nuova luce a questa possibilità è uno studio condotto dalla squadra guidata dalla professoressa Mercedes del Río, della School of Building Engineering (ETSEM), e dal professor Francisco Fernández, della Scuola di Disegno Industriale e Ingegneria dell'Università Politecnica di Madrid che hanno cercato di dimostrare che i noccioli carbonizzati possono sostituire gli aggregati leggeri attualmente utilizzati nella costruzione di edifici e opere civili, come ad esempio, l’argilla espansa. Quest’ultima, infatti, sebbene rappresenti un prodotto naturale, richiede processi di estrazione onerosi e conseguenti impatti ambientali non trascurabili.
Per verificare la fattibilità di questo nuovo uso delle olive, i ricercatori, in collaborazione con lo studente Javier Guijarro, hanno effettuato prove con diversi tipi di rifiuti: noccioli interi, frantumati e calcinati. Le prove includevano la caratterizzazione fisica dei noccioli, sui quali sono state effettuate analisi della densità, morfologiche e termo-gravimetriche. Inoltre per le tre tipologie di noccioli sono stati preparati campioni di malta e confrontati i risultati tra di oro.
Gli scienziati sono così arrivati alla conclusione che è possibile sostituire l'argilla espansa e gli altri aggregati leggeri con noccioli calcinati di olive per produrre malte leggere. Ciò è dovuto alla loro grande porosità, alla granulometria uniforme e alla bassa densità.
“Né i noccioli interi né quelli triturati hanno dato risultati confacenti con gli obiettivi della ricerca - conclude il team guidato da Mercedes Del Rio - "a differenza di quanto si è osservato per i noccioli calcinati la cui eccellente qualità ne permette l’utilizzo per la produzione di malte leggere per rivestimento”.
Con l’impiego di un microscopio elettronico a scansione è stata confermata l’ottima adesione fisica tra il preparato ottenuto dai noccioli di oliva calcinati e la malta. Inoltre, aggiungendo un plastificante allo scopo di migliorare la lavorabilità e la consistenza del prodotto, si ottiene una malta con una resistenza alla compressione del 20% migliore di quella registrata nelle comuni preparazioni con argilla espansa; anche la densità che ne risulta è inferiore del 30% così come i costi energetici necessari al processo.
Secondo **Mercedes del Rio** “l'eccellente qualità di questi aggregati può essere utilizzata nelle costruzioni o nelle opere civili per produrre non solo malte leggere per rivestimento ma anche calcestruzzi leggeri strutturali”. Inoltre continua *"Questo materiale funziona bene per l'isolamento termico allo spessore richiesto del prodotto, nonché per l'isolamento acustico dovuto alla sua porosità"
Gli esperti, infatti, affermano il nuovo materiale sostenibile può essere utilizzato anche per la produzione di calcestruzzo isolante in quanto il nocciolo di oliva ha proprietà isolanti termiche e fonoassorbenti.
Un Pfu (Pneumatico fuori uso) è un pneumatico che, nemmeno se sottoposto ad interventi di ricostruzioni, è più in grado di assicurare la giusta sicurezza e prestazioni di qualità, diventando quindi un rifiuto; il decreto 152/2006 ne regola la raccolta e il recupero.
Una caratteristica interessante dei Pfu è che riescono a mantenere intatte molte delle loro caratteristiche chimiche e fisiche anche dopo la trasformazione; si tratta di un materiale altamente elastico, fonoassorbente e resistente.
Sono diversi gli oggetti che è possibile realizzare con gomma riciclata da Pfu, le cui caratteristiche di elasticità e resistenza, ne fanno un ottimo materiale per un ampio ventaglio di prodotti in settori molto diversi tra loro: dall’ arredamento alla nautica, è utilizzato per pavimentazioni anti-trauma per le aree gioco dei bambini, asfalti modificati, campi da calcio, piste ciclabili e delimitatori di corsie, elementi di arredo urbano come panchine, portachiavi, orologi da polso, borse e oggetti di design.
L’operazione più comune e diffusa è la macinazione meccanica dei Pfu, effettuata a temperatura ambiente, il cui risultato è un granulato di gomma e polvere. L’impiego in edilizia del granulato di gomma riciclata trova ampia diffusione, anche grazie a caratteristiche quali la resistenza agli agenti organici (come muffe e batteri), alle escursioni termiche e agli agenti atmosferici. Si è visto che anche con il passare del tempo le prestazioni di questi materiali non calano, avendo un periodo di vita utile lungo. Un invito all’utilizzo di questi rifiuti riciclati è stato fatto anche con il decreto sui “Criteri ambientali minimi” del 2017, dove si sottolinea l’adeguatezza dei Pfu a diventare isolanti termici e acustici.
Per la realizzazione di pannelli isolanti acustici; capaci di assorbire i suoni e smorzare le vibrazioni, i PFU vengono ridotti in granuli e polverino e successivamente legati con resine poliuretaniche e componenti termoplastici per costituire dei ‘building blocks’. Sono utilizzati nei solai per ridurre i rumori di calpestio tra un piano e l’altro di un edificio, nelle pareti e nei locali che ospitano macchinari e impianti, spesso molto rumorosi, quali ascensori, caldaie e simili. Il loro impiego nel settore dell’edilizia è utile e vantaggioso.
La Fondazione Arturo Toscanini, che prende il nome dal celebre direttore d’orchestra italiano, Ecopneus (un’associazione impegnata sulla maggior parte del territorio italiano nel recupero e trattamento dei pneumatici dismessi, è una società consortile di cui fanno parte i principali produttori di pneumatici italiani,), Genesis e lo Studio A+C Architettura e Città hanno collaborato ad una particolare opera di isolamento acustico della sala prove Gavazzeni del Centro di produzione musicale Arturo Toscanini di Parma, utilizzando, quale materiale fonoassorbente, proprio gomma riciclata derivante da pneumatici ormai fuori uso.
Nel caso della Sala Prove Gavazzeni di Parma il materiale fonoassorbente diventa un alleato speciale nel garantire la giusta distribuzione del suono e il necessario livello di isolamento che una sala prove di musica classica richiede. Ogni ambiente che bisogna insonorizzare risponde a diversi requisiti, in funzione dell’utilizzo dello spazio in oggetto; l’insonorizzazione di un luogo dedicato alla musica, così ricco di vibrazioni e denso di suoni, richiede il dominare dell’assoluto silenzio, per ascoltare con precisione le note e captare le piccole sfumature da perfezionare e migliorare; i suoni non devono neanche uscire all’esterno: la sala prove può essere quindi definita un sistema chiuso (anche nell’eventualità che debba essere utilizzata come sala di registrazione).
La Sala Gavazzeni dell’Auditorium Toscanini, che presenta una superficie di 400 mq per 5 m di altezza, è ora un piccolo capolavoro tutto italiano di ingegneria acustica.
Il Maestro Luigi Ferrari, Sovrintendente della Fondazione Toscanini, oltre a ribadire che “la musica non tollera interferenze”, si è così espresso a riguardo: “Dall’esperienza dei nostri architetti e ingegneri acustici, è risultato che l’isolamento con il pannello di gomma riciclata avrebbe dato una risposta precisa e perfetta alle nostre esigenze. E dall’esperienza accumulata in questi mesi di funzionamento della sala prove, possiamo dire che le previsioni si sono avverate: abbiamo dimostrato che in Italia è possibile realizzare opere belle, utili e sostenibili sia ambientalmente che economicamente“.