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I biosolidi rinascono come mattoni ecologici

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Grazie ad un progetto australiano sarà possibile ottenere materiali da costruzione dagli scarichi urbani

I biosolidi sono un sottoprodotto del processo di depurazione delle acque reflue; in particolare, sono ottenuti eliminando, dai fanghi di depurazione, i microrganismi, l’acqua in eccesso e gli agenti patogeni. Si stima che nella sola Unione Europea ne vengano prodotte oltre 9 milioni di tonnellate annue. La maggior parte di queste finisce accumulata in discarica o , nel migliore dei casi, viene impiegata in agricoltura come fertilizzante.

Ma ora i ricercatori australiani dell’Università australiana di Melbourne (RMIT) potrebbero aver trovato il modo per trasformare i biosolidi in mattoni “ecologici”, incrementando la possibilità di riutilizzo degli stessi. Come spiega l’articolo pubblicato su Buildings, lo studio si è incentrato sull’incorporazione dei biosolidi nei mattoni di argilla cotta, in percentuali variabili tra il 10 e il 25% del peso. Per verificare l’affidabilità dei risultati, inoltre, sono stati fabbricati dei mattoni di controllo costituiti solamente da argilla. Su entrambi sono state condotte delle analisi chimiche preliminari e delle analisi termiche e geotecniche per confrontare le proprietà dei campioni così ottenuti con i mattoni di controllo.

I risultati hanno dimostrato che fabbricare laterizi di biosolidi richiede solo circa la metà dell’energia usata da quelli convenzionali, con ovvi vantaggi in termini di impatto ambientale da parte delle industrie produttrici di laterizi. Inoltre, questi mattoni hanno anche una conduttività termica inferiore, fornendo quindi agli edifici, potenzialmente, prestazioni ambientali superiori. Una produzione di questo tipo permetterebbe di ridurre fortemente la richiesta di argilla e di conseguenza di limitare gli scavi finalizzati a reperirla da suoli vergini. L’analisi del ciclo di vita (Life Cycle Assesment, LCA) ha dimostrato che incorporare biosolidi nella produzione di mattoni porterebbe ad una significativa riduzione di tutti gli impatti ambientali negativi rispetto ai mattoni di controllo, ad eccezione del consumo idrico.

“Ogni anno vengono scavati oltre 3 miliardi di metri cubi di terra argillosa per l’industria globale del mattone, per produrre circa 1.5mila miliardi di unità”, spiega Abbas Mohajerani, ingegnere civile e capo-progetto. “L’utilizzo dei biosolidi potrebbe essere la soluzione a questa grande sfida ambientale: è una proposta pratica e sostenibile per riciclare questi materiali attualmente stoccati o destinati alla discarica”.

Dal punto di vista della resistenza meccanica, il nuovo prodotto ha superato i test di resistenza alla compressione e l’analisi ha dimostrato che i metalli pesanti, presenti nei fanghi di depurazione, rimangono in gran parte intrappolati all’interno del mattone. Tuttavia, a seconda del paese e del sito in cui viene condotto il trattamento dei reflui, i biosolidi potrebbero avere caratteristiche chimico-fisiche differenti. Pertanto si raccomandano ulteriori studi prima di un’eventuale produzione su larga scala.

“Alla luce delle oltre 4 milioni di tonnellate di mattoni prodotte ogni anno in Australia – continua Abbas Mohajerani- l’addizione di almeno il 15% di biosolidi permetterebbe un riciclo di oltre 94 mila tonnellate di biosolidi in eccesso."


Lo Starbucks di Hualien (Taiwan): un’opera di Kengo Kuma.

Fonte foto:Lo Starbucks di Hualien (Taiwan): un’opera di Kengo Kuma.html

L'architetto giapponese Kengo Kuma ha realizzato un nuovo progetto per una caffetteria Starbucks a Hualien (Taiwan), la struttura comprende 29 container riciclati, che sporgono o arretrano da un nucleo centrale, dando vita ad un edificio a più piani con finestre a tutta altezza e lucernari incastonati nei contenitori dipinti di bianco, per creare un negozio drive-thru di circa 320 metri quadrati. L’architetto giapponese maestro nelle strutture in legno questa volta cambia direzione e interpreta il negozio drive-thru, della multinazionale statunitense, all'insegna del riuso dei materiali.

L’idea di utilizzare container riciclati non è nuova, ricordiamo il villaggio per le startup di Julius Taminiau ad Amsterdam o il Pop Brixton di Londra, nell’Ohio, negli Stati Uniti, Jonathan Barnes Architecture and Design ha trasformato un container per la costruzione di una torre di parcheggio, e ad Amsterdam Edward van Vliet ne ha inserito uno in una gru per creare un insolito appartamento per le vacanze; ma è la prima volta che i container vengono associati al marchio internazionale di Starbucks.

Obiettivo dichiarato dall’architetto Kuma, è quello di creare edifici sostenibili attraverso il recupero di materiali che finirebbero dismessi in discarica. Negli ultimi anni Starbucks sta lavorando molto nella direzione della ricerca e della sostenibilità. Il nuovo punto vendita si distribuisce su due livelli, ma si eleva per l’altezza di un totale di quattro container che si collegano fra loro creando visuali interne e passaggi per la luce che proviene dalle aperture. È avvicinabile con le auto, a cui è destinato un passaggio aperto al di sotto di uno degli sbalzi. La famosa catena di caffé Starbucks mostra l'icona rotonda verde fissata su un lato del contenitore più in alto. Kuma ha concepito la disposizione dei container per fare riferimento al fogliame che si espande tra i caffè e le tradizionali arcate a secchiello cinese: le staffe disposte tra la colonna e la trave sotto le gronde dei palazzi storici e dei templi. La formula del take-away si mostra architettonicamente tramite l'inserimento di una finestra in un container al piano terra vicino alla strada; l'ingresso considera una hall vetrata e lo spazio è articolato da accoglienti cabine rivestite di legno, tavolini bassi e panche che fiancheggiano le gallerie tra i container. Gli interni non rinunciano alle tipologie di spazi che hanno costruito il brand di Starbucks nel mondo, sebbene ridotti nelle dimensioni e nelle quantità per la particolare tipologia di intervento. Aree per le consumazioni di prodotti in loco si aprono all’interno delle larghezze dei container, separati dall’andamento della planimetria del negozio e illuminati dalle molte aperture consentite dalla complessa volumetria. Il legno non può non mancare, affiancato al richiamo alla tradizione locale: arredi e pavimentazioni di legno sono infatti accompagnati da decorazioni, poster e murales di ispirazione e colori locali.

La collaborazione tra Starbucks e Kuma è consolidata, l’architetto in precedenza a aveva progettato lo Starbucks Dazaifu a Fukuoka, in Giappone, utilizzando duemila bastoni di legno sottili per creare un interno a griglia. Inoltre a fine anno, Starbucks inaugurerà a Tokyo uno Starbucks Reserve Roastery progettato da Kengo Kuma: un’esperienza di vendita coinvolgente.


I vincitori del Klimahouse Trend, ideatori del cappotto smart e delle batterie domestiche

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Premio Absolute al “Geniale Cappotto Sismico” ideato dall’azienda ECOSISM

Ad aggiudicarsi il podio per il concorso Klimahouse Trend 2019, il premio promosso da Fiera Bolzano insieme al Politecnico di Milano, sono stati un impianto per l’accumulo energetico domestico, un sistema costruttivo prefabbricato e un cappotto in grado di unire le esigenze termiche a quelle di sicurezza sismica.

Il riconoscimento è stato assegnato in occasione dell’inaugurazione del Klimahouse 2019, l’evento di riferimento a livello nazionale per le tematiche del risparmio energetico in edilizia; tra le 53 candidature al vaglio della giuria sono state scelte le aziende che si sono maggiormente distinte per l’eccellenza dei propri progetti in tre categorie: Innovation, Timely e Widespread.

Il premio per la categoria Innovation è stato assegnato all’azienda ECOSISM , vincitrice assoluta di questa edizione, per il prodotto “Geniale Cappotto Sismico", un’innovativa soluzione tecnologica che consente sia la messa in sicurezza sismica che l’efficientamento energetico dell’edificio ottimizzandone i costi. È costituito da una lastra sottile in calcestruzzo armato gettato in opera all’interno di due strati di materiale isolante personalizzabile. La categoria Innovation è dedicata alle aziende caratterizzate da eccellenti capacità nella ricerca industriale e/o tecnologica, nonché nello sviluppo e nella commercializzazione di prodotti innovativi nel campo dell’edilizia sostenibile ed energeticamente efficiente.

Per la categoria Timely, rivolta alle aziende che dimostrano una spiccata attitudine a sviluppare prodotti e sistemi in grado di rispondere tempestivamente e concretamente ad esigenze estremamente attuali ed emergenti, il premio è stato assegnato all’azienda WOOD BETON per il prodotto “BE THREE” un innovativo sistema costruttivo a secco, in grado di realizzare strutture iperstatiche, vantaggiose dal punto di vista sismico. BE THREE, nello specifico, prevede l’uso di tamponamenti e solai in legno abbinati a telai in calcestruzzo armato ad alta resistenza, collegati con piastre in acciaio.

Il premio per la categoria Widespread è stato aggiudicato all’ azienda TESLA per il prodotto “POWERWALL 2”, una batteria ricaricabile che funziona in modo integrato con i pannelli solari per immagazzinare l’energia in eccesso generata durante il giorno. Il prodotto ha aperto un nuovo mercato ed è diventato un punto di riferimento del settore. La categoria è infatti dedicata alle aziende che hanno sviluppato e commercializzato prodotti e sistemi altamente competitivi, dimostrando la capacità di incontrare e soddisfare le necessità di ampie fasce di utenti, ottenendo una larga diffusione sul mercato.

Sono state, infine, assegnate due menzioni speciali alle aziende Sonnen per il prodotto “Sonnen Batterie hybrid 9.53” grazie alla sua capacità di abbinare un prodotto tecnologicamente avanzato con un innovativo modello di diffusione e business e a Knauf Insulation per il prodotto “NaturBoard” che è stato capace di ridurre al minimo gli impatti ambientali di processo, anticipando le future prescrizioni normative.


Photo.Synth.Etica, la tenda urbana che assorbe anidride carbonica e restituisce ossigeno

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ecoLogicStudio sperimenta un involucro biodigitale che filtra CO2 e inquinanti attraverso colture di alghe installate sulle facciate degli edifici

Per il momento è una sperimentazione ma potrebbe diventare l’involucro dell’Antropocene che istallato sugli edifici sottoforma di schermature solari, sarebbe in grado di assorbire anidride carbonica dall’atmosfera e restituire ossigeno attraverso un processo di fotosintesi analogo a quello svolto in natura dagli alberi.
Presentata a Dublino in occasione del Climate Innovation Summit 2018, Photo.Synt.Etica rientra nel progetto europeo Climate-KIC e nasce dalla partnership di ecoLogicStudio, studio di architettura e progettazione urbana specializzato in progettazione ambientale, autosufficienza urbana e costruzione integrata della natura con l’Urban Morphgenesis Lab – UCL di Londra e il Synthetic Landscapes Lab – Università di Innsbruck.

L’istallazione di Dublino realizzata sulla facciata del Printworks Building è composta da 16 moduli di 2x7 metri che rivestono i due piani dell’edificio realizzando, in termini di assorbimento di CO2, gli stessi benefici ambientali equivalenti a quelli prodotti da venti alberi. I moduli, realizzati in bioplastica, contengono microalghe disposte in una serpentina digitale; l’ anidride carbonica e gli agenti inquinanti catturati vengono immagazzinati dai fotobioreattori, che utilizzano la luce diurna per nutrire le culture viventi di microalghe e emettono una luminescenza nelle ore notturne. La biomassa viene poi raccolta e riutilizzata come materiale grezzo per la produzione di bioplastica utile, a sua volta, alla realizzazione di involucri dello stesso tipo.

Grazie al design a serpentina, i moduli ottimizzano il processo di sequestro del carbonio; inoltre il disegno visto in sequenza lungo la facciata dell’edificio ricorda i grafici finanziari, nello specifico l’andamento delle quotazioni dei certificati verdi.
I prossimi progetti includono una scultura fotosintetica per il Centre Pompidou (Parigi), un progetto di ricerca che prevede l’uso di Biogel al posto dell’acqua, come le alghe, le tecniche di stampa 3D per prototipare fotobioreattori architettonici e la progettazione di un sistema di facciata per un nuovo museo di microbi a Innsbruck (Austria).

Smart cities, case intelligenti, veicoli autonomi, fabbriche robotizzate, ecc. dominano l’attuale panorama degli scenari futuristici popolari, ma tutti hanno un disperato bisogno di un reframing spaziale e architettonico per generare benefiche transizioni sociali.


Da struttura fatiscente a Smart building e gioiello architettonico: la nuova sede di ALD AUTOMOTIVE a Roma

Fonte foto:https://www.casaeclima.com/ar_36461__Un-intelligent-building-nel-cuore-di-Roma.html

Cool Projects, la società romana specializzata in project management e in energy design management ha trasformato una struttura fatiscente in un gioiello architettonico, partendo dallo scheletro in cemento armato è nato uno smart building, grazie alla Building automation e ad un intervento di reingegnerizzazione ed efficientamento energetico.

Architettura e domotica sono state applicate per la realizzazione di questo smart building nel quartiere Eur di Roma, nel cuore della Capitale. Autore della trasformazione in un edificio moderno, di quello che solo fino a pochi anni fa era ancora uno scheletro in cemento armato, è stata Cool Projects, società specializzata in project management e in energy design management, che nel 2016 ha iniziato una profonda ristrutturazione su un primo restyling che già nel 2008 consentì a Saipem, di utilizzarlo per la propria sede romana (fino al 2015). Palazzo ALD Automotive si è convertito in un perfetto Intelligent Building, tra i più avanzati della città. Oggi il palazzo di proprietà Immobilcinque (Gruppo Valle Giulia) è la prestigiosa sede della multinazionale dell’autonoleggio a lungo termine e fleet management ALD Automotive. Il progetto di restyling, portato avanti dall’architetto Jacopo Rizzi e dallo staff tecnico coordinato da Cool Projects, ha riguardato il completamento degli esterni dell’edificio e la riconfigurazione degli spazi interni secondo le esigenze del nuovo locatario e della proprietà. Si è trattato di un lavoro sinergico, durante il quale collaborazione, convergenza di interessi e partecipazione tra i vari attori in causa hanno dato vita ad un progetto di notevole impatto visivo a livello architettonico ed altamente funzionale in termini di impianti e domotica. Alcuni elementi sono rimasti integri come le facciate principali Est e Ovest ritmate da una maglia a moduli quadrati composti da un grande vetro trasparente centrale, che va da solaio a solaio, e da lesene rettangolari orizzontali e verticali in vetro satinato che nascondono i solai e i pilastri che corrono in aderenza. Un modulo, questo, che è stato utilizzato come unità di misura per proporzionare parti del progetto. L’adeguamento alla normativa antincendio ha però “imposto” la realizzare di una seconda scala collocata sul lato Sud e la messa in conformità, innalzandole l’altezza, del solaio di copertura. Ma ciò che ha dato nuova vita all'aspetto esterno è stata la realizzazione di una cornice - curvilinea sul lato Nord e rettangolare a Sud - che, abbracciando l'intero edificio, nasconde le scale antincendio e protegge l’ultimo piano dall'irraggiamento solare e dalle intemperie. L'intera cornice è composta da pannelli compositi di Alucobond, con finitura esterna in alluminio satinato, intervallati e fissati da pressori su cui sono applicate delle ogive in alluminio che sottolineano sia la verticalità che l'orizzontalità dei volumi riconnettendo visivamente le linee maglia che anima i prospetti principali. La scelta dell’Alucobond e della sua finitura in alluminio è stata fatta per inserire il nuovo intervento allineandolo con i materiali già presenti nell'edificio. La cornice che abbraccia la scala antincendio sul lato Nord presenta dei tagli orizzontali come prese d'aria mentre sul versante Sud appare un'unica grande asola verticale ad agire come presa d'aria. Al piano terra, sui due prospetti principali, sono stati realizzati due grandi portali di ingresso che servono a segnalare a dipendenti e ai visitatori i punti di accesso principali all'edificio. I due portali, inseriti e proporzionati seguendo il ritmo delle facciate, sono composti da pannelli in Alucobond con finitura color antracite metallizzato che permette loro di staccarsi e mettersi in evidenza rispetto al resto delle facciate. Sulla sommità di questi portali sono state inserite due grandi lastre in vetro a sbalzo che hanno il compito di proteggere lo spazio sottostante dalle intemperie. Un altro elemento importante del progetto è rappresentato da due pensiline vetrate di connessione tra le quattro scale esterne provenienti dalle autorimesse dei piani sottostanti e i portali di ingresso: un percorso protetto dalla pioggia e ben evidenziato da un effetto galleria trasparente. La sistemazione delle aree perimetrali del lotto, in fase di completamento, prevede la realizzazione di un parco urbano che sarà articolato in più zone immerse in una sistemazione a verde con prato e alberature in cui verranno realizzati dei gazebo, delle tettoie, un teatro all’aperto per la sosta, il pranzo e il lavoro dei dipendenti, ma anche una pista per il running e un’area dove verrà posizionato un macchinario multifunzionale per un completo allenamento fisico. Le facciate Est e Ovest sono state rivestite con pellicola filtrante trasparente per contenere l’irraggiamento solare verso l’interno del fabbricato e abbattere i costi di gestione. Sul prospetto Ovest è stata disegnata e applicata, una pellicola one-way a colori con il logo dell’azienda mentre sui prospetti Nord e Sud sono state posizionate le insegne luminose dell’azienda. L’edificio si sviluppa su 11 piani di cui due interrati adibiti ad autorimessa, un piano terra riservato all’accoglienza e al ristoro, 7 piani destinati a uffici, e l’ultimo piano rivolto ad attività dirigenziale. Tutte le tramezzature interne, ad eccezione dei blocchi destinati ai servizi igienici, sono state demolite secondo la logica dell’open space. L’edificio, inoltre, rappresenta un esempio importante in termini di efficientamento energetico, raggiungendo la più alta classe di riferimento, nonostante le grandi superfici vetrate, dotato di un sistema di Building Automation realizzato da Cool Projects, capace di controllare tutti parametri funzionali dello stabile, consentendo agli utenti l’intuitiva gestione delle condizioni ambientali tramite semplici touch screen. Cool Projects si è occupata anche della progettazione e della direzione dei lavori per gli impianti elettrici, meccanici e speciali e ha sviluppato i sistemi hardware e software di supervisione e controllo.