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Novità sulla cessione del credito nel Bonus Ristrutturazioni

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Dall’Agenzia delle Entrate l’aggiornamento alla guida sulla cessione ai fornitori per interventi di riqualificazione energetica

Con l’entrata in vigore della Legge di conversione del cosiddetto “Decreto Crescita” (D.lgs. 34 del 2019), vengono modificate le modalità di cessione del credito del Bonus Ristrutturazioni. Di conseguenza, l’Agenzia delle Entrate ha aggiornato la guida “Ristrutturazioni edilizie: le agevolazioni fiscali” introducendo le novità previste a partire dal 30 giugno 2019.
Per quanto riguarda la cessione del Bonus, la legge di conversione ha introdotto novità piuttosto rilevanti rispetto al passato. In particolare, i contribuenti che beneficiano della detrazione spettante per gli interventi effettuati per il conseguimento di risparmi energetici possono scegliere di cedere il corrispondente credito in favore del fornitore dei beni e servizi necessari alla loro realizzazione, ottenendo così un sostanzioso sconto sul totale dei lavori. A sua volta, il fornitore ha facoltà di cedere il credito d’imposta ricevuto ai suoi fornitori di beni e servizi, con esclusione della possibilità di ulteriori cessioni da parte di questi ultimi. Non è prevista, in ogni caso, la cessione a istituti di credito e a intermediari finanziari.

Le modalità di erogazione del bonus, come noto, prevedono una detrazione Irpef del 50% dei costi sostenuti per i lavori (comprensivi dell’acquisto dei materiali, della progettazione dell’intervento e della posa in opera), fino al 31 dicembre 2019. L’agevolazione fiscale è da dividere in 10 rate annuali di pari importo. Salvo che non intervenga una nuova proroga, dal 1° gennaio 2020 la detrazione tornerà alla misura ordinaria del 36% e con il limite di 48.000 euro.

Se il committente optasse per la cessione del cedito, sarebbe la ditta appaltatrice a godere dello sgravio fiscale con le stesse modalità del privato. Quest’ultimo, come previsto dal Decreto Crescita e dalla legge di conversione, otterrebbe quindi uno sconto immediato del 50% delle spese preventivate e fatturate dalla ditta o dal fornitore di materiali o servizi. I pagamenti dovranno avvenire, come sempre, con bonifico bancario o postale da cui risulti la causale del versamento, il codice fiscale del beneficiario della detrazione e il codice fiscale o il numero di partita Iva del beneficiario del pagamento. Sono detraibili le spese sostenute per lavori di: manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia effettuati sulle singole unità immobiliari residenziali di qualsiasi categoria catastale, anche rurali e sulle loro pertinenze.

Oltre alle spese per i lavori, sono incentivate anche quelle per la progettazione, l’acquisto dei materiali, la gestione delle pratiche, le perizie e gli oneri di urbanizzazione.

Tra i diversi adempimenti, dal 2018 è stato introdotto l’obbligo di trasmettere all’Enea le informazioni sui lavori effettuati, analogamente a quanto già previsto per la riqualificazione energetica degli edifici. Questa nuova comunicazione è necessaria per monitorare e valutare il risparmio energetico conseguito con la realizzazione degli interventi di recupero edilizio.

L’Agenzia delle Entrate, però, ha chiarito che la mancata o tardiva trasmissione della comunicazione all’Enea non implica la perdita del diritto alle detrazioni.


Bonus del 50% per le colonnine di ricarica elettrica: come usufruirne

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Le detrazioni fiscali riguarderanno le spese di acquisto e installazione di punti di ricarica per i veicoli elettrici

Le infrastrutture di ricarica dei veicoli elettrici sono ormai obbligatorie per gli edifici nuovi o oggetto di ristrutturazione profonda, secondo quanto previsto dalla Direttiva Europea 2014/94/UE che stabilisce che, dal 2019, ogni nuova casa costruita o ristrutturata in Europa dovrà avere almeno un punto di ricarica delle auto elettriche. In particolare, gli immobili soggetti all’obbligo di predisposizione dell’installazione di colonnine di ricarica auto elettriche sono gli edifici non residenziali di nuova costruzione di superficie superiore a 500 metri quadri; gli edifici residenziali di nuova costruzione con almeno 10 unità abitative, gli edifici già esistenti sottoposti a ristrutturazione edilizia di primo livello. Le infrastrutture elettriche predisposte dovranno permettere la connessione di una vettura da ciascuno spazio a parcheggio coperto o scoperto e da ciascun box per auto, siano essi pertinenziali o no, in conformità alle disposizioni edilizie fissate nel regolamento stesso. Il provvedimento, inoltre, stabilisce di realizzare sul territorio un numero adeguato di punti di ricarica accessibili al pubblico entro il 31 dicembre 2020. Secondo il D.lgs. 257/2016, in Italia dal 1° gennaio 2018 il titolo abilitativo per i nuovi edifici è vincolato alla predisposizione di infrastrutture elettriche per la ricarica dei veicoli.

In linea con la direttiva sulla prestazione energetica vanno quindi le novità previste dalla legge di Bilancio 2019 che ha introdotto una detrazione fiscale del 50% delle spese sostenute, inclusi i costi iniziali per la richiesta di potenza addizionale fino ad un massimo di 7 kW, per chi installa, dal 1° marzo 2019 al 31 dicembre 2021, infrastrutture di ricarica elettriche, anche nei condomìni. Per ottenere l’agevolazione è necessario che le infrastrutture di ricarica siano dotate di uno o più punti di ricarica di potenza standard non accessibili al pubblico, quindi a servizio di singole abitazioni o in condomini. La detrazione viene ripartita in dieci quote di pari importo ed è calcolata su un ammontare massimo di 3.000 euro. Il DM 20 marzo 2019 dispone che, per fruire della detrazione, i contribuenti, sia soggetti passivi dell’imposta sul reddito delle persone fisiche sia soggetti passivi dell’imposta sul reddito delle società, devono effettuare i pagamenti con bonifico bancario o postale o con altri sistemi di pagamento equivalenti. Il pagamento con tali strumenti non è richiesto per i versamenti da effettuare, con modalità obbligate, in favore di pubbliche amministrazioni. Il contribuente è tenuto a conservare ed esibire, previa richiesta degli uffici finanziari, le fatture, le ricevute fiscali, la ricevuta del bonifico e altra idonea documentazione comprovante le spese effettivamente sostenute.


In arrivo le regole applicative del Fondo Nazionale per l’efficienza energetica

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Crippa: “Lo strumento mobiliterà 1,7 miliardi di euro di investimenti”

Il Fondo Nazionale Efficienza Energetica, istituito con il Decreto legislativo n.102 del 4 luglio 2014, è stato creato per favorire mediante finanziamenti gli interventi di risparmio energetico e mobilitare maggiori risorse private per l’efficientamento energetico di edifici, impianti e processi produttivi da parte di imprese, ESCO e Pubblica Amministrazione. Attualmente le risorse del Fondo ammontano a trecentodieci milioni di euro per cui ora è arrivato il momento di definire le modalità operative.

Con tale scopo si è svolta ieri 16 gennaio 2019 nella Sala degli Arazzi del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), la presentazione della proposta di regole applicative del Fondo Nazionale per l’Efficienza Energetica, stilata dal MISE e da Invitalia e presentata nell’occasione da Corrado Diotallevi, responsabile della Business Unit grandi investimenti e sviluppo di impresa di Invitalia. Il Sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega all’energia Davide Crippa spiega: “Abbiamo avviato anche in questo caso un confronto con gli stakeholder che continuerà online, sulla base della proposta di regole operative messe a punto insieme ad Invitalia”.

Nel marzo 2018 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DM 22 dicembre 2017 con cui il Ministero dello Sviluppo Economico ha fissato le modalità di funzionamento del Fondo Nazionale di efficienza Energetica. Il Fondo sostiene gli interventi mediante la concessione di garanzie su singole operazioni di finanziamento e l’erogazione di finanziamenti a tasso agevolato, in misura rispettivamente del 30% e del 70% sui 310 milioni sopracitati. L’obiettivo è quello di favorire il finanziamento di interventi necessari per il raggiungimento degli obiettivi nazionali di efficienza energetica attraverso: la riduzione dei consumi di energia nei processi industriali; la realizzazione e il potenziamento di reti e impianti di teleriscaldamento e teleraffrescamento; l’efficientamento di servizi ed infrastrutture pubbliche; la riqualificazione energetica degli edifici. Del totale delle risorse stanziate, un 9% è esclusivamente riservato a garanzie per interventi riguardanti reti o impianti di teleriscaldamento e teleraffrescamento, mentre un 14% è dedicato ai finanziamenti agevolati a favore delle Pubbliche Amministrazioni. Le agevolazioni concesse sono cumulabili, entro certo limiti, con altri incentivi, contributivi e finanziari. “Si tratta di uno strumento atteso da più di 4 anni fondamentale per rimuovere le barriere finanziarie che limitano la realizzazione di interventi di efficienza energetica da parte delle imprese e della PA – ha dichiarato Crippa. “Grazie al Fondo si prevede una mobilitazione di investimenti nel settore dell’efficienza energetica di oltre 1,7 miliardi di euro con le risorse già disponibili ed un effetto leva previsto pari a 5,5 con relativa creazione di posti di lavoro nel settore e opportunità per l’indotto”.

Il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima prevede il mantenimento del Fondo per il periodo 2021-2030 con una previsione di incremento della dotazione finanziaria di 80 milioni di euro l’anno.


Condomini+ 4.0: da Enea un’App per la riqualificazione energetica degli edifici

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L’applicazione gratuita per smartphone e tablet consente di effettuare più rilievi e di salvare sul dispositivo i dati per poter gestire l’indagine in più fasi

Circa la metà del patrimonio edilizio italiano è stato costruito prima del 1970 e ad oggi è rappresentato da edifici vetusti e non più in grado di soddisfare specifici requisiti strutturali ed energetici. Il futuro del mercato immobiliare, pertanto, coincide con la necessità di riqualificare il patrimonio edilizio esistente. Tale necessità è stata colta anche dal governo attraverso le diverse tipologie di incentivi, Ecobonus e Sismabonus, che dal 1° Gennaio 2018 costituiscono, se applicati congiuntamente sui condomini, un Superbonus per la riqualificazione: 80-85% di detrazione fiscale da spalmare i 10 anni fino a un importo massimo di 136 mila euro per unità immobiliare.

Un target preciso da cui partire per la riqualificazione sono quindi i condomini italiani. A tal proposito l’ENEA ha messo a disposizione l’App Condomini+ 4.0 per supportare i professionisti nella diagnosi energetica e strutturale, consentendo di automatizzare la fase di raccolta dati e di ottenere rapidamente una classificazione dell’edificio.

Il nuovo progetto ENEA nasce nell’ambito del Piano triennale di Informazione e Formazione per l’efficienza energetica e mira a promuovere la qualificazione dei soggetti che operano nell'ambito dei servizi energetici e a mettere in sicurezza i condomini italiani.
La procedura, sotto forma di applicazione che opererà su piattaforma Android e iOS, prevede la valutazione indicizzata preventiva dello stato di fatto e l’identificazione delle principali criticità strutturali ed energetiche. Per quanto riguarda la parte energetica, il sistema fornisce soluzioni innovative e pacchetti d’interventi, calibrati secondo specifici budget, rispetto al ciclo di vita ed all’utilizzo dell’edificio. Attraverso una visione integrata, la procedura tiene conto degli aspetti tecnici, tecnologici, sociali, culturali ed economici, favorendo la consapevolezza e il coinvolgimento degli utenti finali.

L’applicazione assegnerà per la parte energetica una serie di soluzioni per ogni criticità/urgenza inseribili ed integrabili nei processi manutentivi che interessano gli immobili residenziali, mentre per la parte strutturale evidenzierà le principali criticità, fornendo indicazioni sulle priorità di intervento. In tal modo potranno essere implementate sia le prestazioni energetico-strutturali dell’edificio e mantenuti gli obiettivi di fruibilità, comfort, sicurezza e conservazione del valore dell'immobile.

La struttura funzionale dell’applicativo è costituita da schede informative raggruppabili in due macro-aree riguardanti la valutazione energetica e la valutazione strutturale. L'applicativo pertanto consentirà al tecnico di gestire il rilievo energetico/strutturale dell’edificio e di valutare le indicazioni di intervento per migliorarne la funzionalità. A tal fine nell'App sono contenute schede di rilievo e di valutazione studiate per svolgere in modo semplice e rapido l’indagine sull’edificio residenziale. Compilati i dati di input richiesti nelle diverse sezioni si ottengono come output: il report del rilievo eseguito, il file di interscambio dati, il livello della prestazione energetica e degli interventi necessari, il livello di intervento atteso e il livello di priorità di intervento e soprsttutto la classificazione strutturale ed energetica dell’edificio. Per la parte strutturale la procedura non costituisce una valutazione di vulnerabilità sismica, che deve sempre essere svolta secondo quanto previsto dalla normativa vigente. Anche per quanto riguarda la parte energetica, non si potrà prescindere dalla costruzione del modello con la caratterizzazione dell’involucro e degli impianti tecnici al fine di conoscere gli impatti sull’edificio degli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica in termini di riduzione del consumo energetico.

Lo sviluppo della App Condomini+4.0 è stata affidata a Logical Soft, software house italiana con una lunga esperienza nello sviluppo di software tecnico e applicazioni dedicate all’edilizia.


Il decalogo di ENEA per risparmiare in bolletta.

Fonte foto:https://www.ideegreen.it/come-risparmiare-coi-termosifoni-52801.html

L’arrivo dell’inverno e delle basse temperature porta l’accensione dei termosifoni nella maggior parte delle case italiane, ENEA propone dieci regole pratiche per scaldare al meglio le proprie abitazioni e risparmiare evitando sprechi, sanzioni e brutte sorprese in bolletta. Ne riportiamo una breve descrizione.

La prima regola, e non solo un consiglio utile, è quello di effettuare la manutenzione degli impianti, sia per motivi di sicurezza che per evitare sanzioni. Chi non effettua la manutenzione del proprio impianto rischia una multa a partire da 500 euro (DPR 74/2013). È importante controllare la temperatura degli ambienti. La norma stabilisce una temperatura fino a 22 gradi, ma 19 gradi sono più che sufficienti a garantire il comfort necessario. Inoltre, per ogni grado abbassato si risparmia dal 5 al 10% sui consumi di combustibile; risulta anche dannoso per la nostra salute stare in un ambiente troppo riscaldato, oltre essere dispendioso per le tasche. Il tempo massimo di accensione giornaliero è indicato per legge, cambia a seconda delle 6 zone climatiche in cui, per norma, è suddivisa l’Italia. Nei comuni in fascia “E”, Nord Italia e Appennino, per esempio, gli impianti, date le temperature, possono essere accesi dal 15 ottobre al 15 aprile per un massimo di 14 ore al giorno, nei comuni in fascia “B”, Sud Italia e Isole, dove il clima si presume essere più mite, i riscaldamenti possono essere accesi dal 1 dicembre al 31 marzo per un massimo di 8 ore giornaliere. L’installazione di pannelli riflettenti tra il muro ed il termosifone rappresenta un piccolo e semplice “trucco” efficace per ridurre le dispersioni di calore. Avere cura di chiudere le persiane, le tapparelle o chiudere le finestre attraverso l’utilizzo di tendaggio; creare quindi uno schermo per le finestre durante la notte, permette di ridurre le dispersioni di calore verso l’esterno. Stare attenti alla disposizione dei termosifoni evitando di collocare tende o mobili davanti agli stessi, o evitare di usare i radiatori come asciuga biancheria, questo ne ostacola la diffusione di calore ed è fonte di sprechi. Attenzione inoltre a non lasciare troppo a lungo le finestre aperte: per rinnovare l’aria in una stanza bastano pochi minuti. Chiedere a un tecnico di effettuare una diagnosi energetica dell’edificio è il primo passo da compiere per valutare lo stato d’isolamento termico di pareti e finestre e l’efficienza degli impianti di climatizzazione. La diagnosi suggerirà gli interventi da realizzare valutandone il rapporto costi benefici. Oltre ad abbattere i costi per il riscaldamento fino al 40%, gli interventi diventano più convenienti se si usufruisce delle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici: l’ecobonus che consente di detrarre dalle imposte IRPEF ed IRES dal 50% all’85% delle spese sostenute, a seconda della complessità dell’intervento. Dal 2015 la legge consente di installare solo caldaie a condensazione (tranne poche eccezioni). In un’ottica di risparmio energetico e di soldi, è opportuno valutare la sostituzione del vecchio generatore di calore con uno a condensazione oppure a pompa di calore ad alta efficienza, a biomassa o con sistema ibrido. Ove possibile è opportuno integrare questi impianti con collettori solari termici e/o impianti fotovoltaici. Anche per la realizzazione di questi interventi è possibile usufruire dell’ecobonus e, limitatamente agli impianti fotovoltaici, delle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie. Se si vuole utilizzare la domotica, cronotermostati e regolatori di presenza elettronici consentono di regolare a distanza la temperatura degli ambienti e il tempo di accensione degli impianti di riscaldamento, in modo da mantenerli in funzione quando necessario; anche per questi interventi si può usufruire dell’ecobonus. Infine applicare valvole termostatiche, queste apparecchiature servono a regolare il flusso dell’acqua calda nei termosifoni, consentendo di non superare la temperatura impostata per il riscaldamento degli ambienti. Obbligatorie per legge nei condomini, le valvole termostatiche permettono di ridurre fino al 20% i consumi.