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Aggiornamenti sul Ponte Morandi e preoccupazione per l'emanazione delle linee guida per la valutazione dei ponti in esercizio.

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Fine d’anno non proprio di buon auspicio per il Ponte Morandi. Alle 5:20 del 31 dicembre 2019 si è verificato un incendio sulla sommità della pila 13, nel cantiere sul lato Levante del nuovo viadotto. Dopo l’incidente verificatosi a novembre del 2019 questo è un nuovo piccolo intoppo per il cantiere del nuovo Ponte Morandi. Secondo il cronoprogramma fissato ad ottobre, l’inaugurazione della nuova infrastruttura utile a ricongiungere Genova e tutto il Nord ovest dell’Italia è schedulata nella primavera 2020. Ad incendiarsi sono state le impalcature della pila 13. Gli operatori dei Vigili del Fuoco intervenuti nel cantiere del nuovo ponte sull’A10 sono riusciti a raggiungere le fiamme e ad estinguere l’incendio in memo di due ore, tempestivamente l’area di cantiere è stata messa in sicurezza. Le cause dell’innesco delle fiamme sono da ricercare in alcune scintille derivanti da un flessibile usato per le operazioni che erano in corso in quel momento, le scintille avrebbero raggiunto del polistirolo che ha innescato così le fiamme. L’incendio ha riguardato il cassero, la struttura in legno che serve per dare la forma alle pile di calcestruzzo. I cinque operai presenti in quel momento sulla pila hanno immediatamente lasciato la postazione e non hanno riportato ferite. Non è scattato il sequestro dell’area, pertanto i lavori sono ripresi non appena finite le operazioni di pulizia della pila dalle parti ammalorate che saranno, laddove necessario, sostituite. L'incidente, comunque, causerà un ulteriore ritardo nei lavori. Nelle scorse settimane il sindaco-commissario Marco Bucci aveva già annunciato un ritardo nella fine delle operazioni di un mese e mezzo circa.

Proprio in questi giorni è emersa una forte preoccupazione da parte dell’associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria (Oice) sulla prossima emanazione, da parte del Consiglio Superiore dei lavori pubblici, delle linee guida per la valutazione dei ponti in esercizio. La maggior parte del nostro patrimonio infrastrutturale ha, come nel caso del ponte sul Polcevera o del viadotto dell’A6, 50 anni di vita almeno, necessita, quindi, di una manutenzione straordinaria nella maggior parte dei casi. Non necessariamente però queste opere devono essere mandate in pensione ma esigono un piano terapeutico giudizioso e metodico di manutenzione. La preoccupazione dell’Oice è che si arrivi ad un documento che, visti gli ultimi accadimenti e la pressante opinione pubblica e mediatica sulla questione, definisca regole non ponderate. E che potrebbero mettere in crisi l’esercizio dell’intera rete. L’Oice avanza pertanto diverse proposte. Sicuramente bisogna colmare le lacune lasciate dall’ultimo aggiornamento della normativa tecnica. Questo perché non si differenziarono le indicazioni per la verifica sismica degli edifici esistenti (soggetti ad azioni sismiche, quindi dinamiche e orizzontali) da quelle sui ponti esistenti (soggetti prevalentemente ad azioni da traffico, quindi quasi statiche e verticali). “La mancata differenziazione ha portato alla situazione attuale dove ancora oggi non sono chiare le metodologie da applicare per le verifiche di sicurezza per i carichi quasi statici delle costruzioni esistenti, con la conseguenza di interpretazioni non omogenee e di richieste che, talvolta, hanno poco a che fare con la sicurezza” dichiara Giorgio Lupoi, Consigliere OICE incaricato della normativa tecnica e sismica. Al Consiglio Superiore la richiesta di un confronto diretto con gli operatori che da anni affrontano in sede pratica questi aspetti. Le Società di ingegneria, hanno un’esperienza specifica tecnica in questo ambito. Potrebbero mettere a disposizione di tutti i tecnici che andranno sul campo ad effettuare le verifiche, indicazioni ben ponderate ed efficaci, a tutela dell’incolumità dell’utenza. “Occorre valutare anche l’impatto delle nuove linee guida in relazione alla definizione di un adeguato programma di manutenzione straordinaria per evitare di mettere in difficoltà, non tanto i concessionari autostradali che hanno risorse economiche adeguate, ma tutti gli enti che devono gestire le manutenzioni ed effettuare le verifiche su oltre 60.000 ponti e viadotti in Italia, dall’ANAS, alle provincie e ai comuni. Enti generalmente privi di risorse adeguate per intervenire nell’immediato su tutte le opere di loro proprietà”, afferma il Presidente Gabriele Scicolone. In conclusione le linee guida devono essere il primo passo di un piano di azione di ampio respiro.


"Monitoraggio e valutazione di ponti e viadotti - Stato dell’arte e prospettive": nuove proposte da ENEA.

fonte immagine:https://www.controradio.it/ponte-allindiano-nuove-soluzioni-viabilita-cercasi/

L’ENEA ha organizzato a Roma, presso la sua sede, il 14 febbraio 2019, a sei mesi esatti dal crollo del viadotto Polcevera (noto come ponte Morandi) a Genova, una Giornata di studio su “Monitoraggio e valutazione di ponti e viadotti. Stato dell’arte e prospettive” nel quale ha presentato alcune proposte di tecnologie innovative a costi ridotti per individuare rapidamente elementi di degrado su ponti e viadotti. Alcuni fra i massimi esperti del settore hanno preso parte all’evento a Roma, che si proponeva di individuare soluzioni per la salvaguardia e la manutenzione preventiva di queste infrastrutture strategiche.

ENEA, per il check-up di ponti e viadotti, propone il sistema dell’interferometria radar (una tecnica di telerilevamento attraverso la quale è possibile misurare simultaneamente gli spostamenti di numerosi punti di edifici, strutture o altri elementi antropici e naturali, con elevate frequenze di campionamento del dato, consentendo di eseguire contestualmente sia analisi statiche che dinamiche), basato su uno strumento simile a una macchina fotografica, in grado di misurare le vibrazioni di una campata, di una pila di un viadotto o di un ponte anche da remoto. L’interferometria radar fornisce la possibilità di effettuare misurazioni dinamiche praticamente su tutte le strutture e, in base ai rilievi ottenuti, definire una scala di priorità sia per gli approfondimenti sperimentali che per gli interventi da realizzare. I costi di misurazione sono notevolmente ridotti rispetto alle tecniche tradizionali e consentono ai tecnici di eseguire un lavoro di elaborazione e interpretazione dati di notevole precisione pur senza accedere alla struttura.

Per il rilievo continuo del comportamento dei ponti invece ENEA propone l'utilizzo di sensori a fibra ottica in grado di eseguire a costi accessibili un monitoraggio anche con un elevato numero di punti di rilevazione (l'utilizzo della fibra nei sensori nasce da alcune caratteristiche che possono essere vantaggiose per specifiche applicazioni: la fibra è molto piccola, non richiede alimentazione elettrica nel punto di acquisizione, più sensori possono trovare posto lungo la stessa fibra). Questo sistema può rappresentare il punto di partenza per un progetto/processo di prevenzione su ponti e viadotti che, in base ai risultati del monitoraggio continuo, favorisca una manutenzione preventiva in tempo reale.

I crolli di ponti e viadotti che si sono verificati negli ultimi anni suggeriscono che, come le persone, anche le strutture hanno bisogno di check-up programmati. Oggi siamo in grado di controllarle di continuo grazie a sistemi di monitoraggio avanzati che consentono di individuare danneggiamenti già nella loro fase iniziale. Le tecnologie offrono la possibilità di rimediare in tempo, prima che il degrado si aggravi e richieda interventi più pesanti e costosi.” spiega Paolo Clemente del laboratorio ENEA di “Tecnologie per la dinamica delle strutture e la prevenzione del rischio sismico e idrogeologico”.

Nel corso degli ultimi trent'anni ENEA ha sviluppato differenti competenze nel monitoraggio statico e sismico dei ponti ,usufruendo sempre di strumentazioni innovative e all’avanguardia, come nel caso delle analisi effettuate sul Ponte all’Indiano di Firenze, sul viadotto di accesso a Civita di Bagnoregio (VT) e sulla passerella pedonale di Forchheim (Baviera). L’Agenzia è impegnata anche nell’adeguamento sismico di tali costruzioni, mediante tecnologie basate sull’utilizzo di sistemi di isolamento e dissipazione, particolarmente idonee nella salvaguardia di strutture esistenti.


AINOP : Archivio Informatico Nazionale delle Opere Pubbliche.

fonte immagine:http://www.mit.gov.it/comunicazione/news/ainop-opere-pubbliche/ainop-online-la-versione-beta-dellarchivio-informatico

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con un comunicato avvisa che online è disponibile la versione beta dell’ Archivio Informatico Nazionale delle Opere Pubbliche (AINOP), il database che censisce il patrimonio delle opere pubbliche di competenza degli Enti e delle Amministrazioni centrali e periferiche dello Stato, delle Regioni, delle autonomie locali (Province Autonome, Province, Città metropolitane, ecc.) e di tutti i Comuni presenti sull’intero territorio nazionale; raggiungibile al link http://ainop.mit.gov.it/ , la piattaforma viene messa a disposizione nella versione non definitiva, per valutarne l’utilizzo e le eventuali migliorie da apportare in fase conclusiva.

AINOP è stato istituito dal Decreto Emergenze/Genova, ed è strutturato principalmente 9 sezioni: ferrovie nazionali e regionali-metropolitane; viadotti e cavalcavia ferroviari; ponti, viadotti e cavalcavia stradali; ponti, gallerie ferroviarie e gallerie stradali strade; aeroporti; dighe e acquedotti; porti e infrastrutture portuali; edilizia pubblica. Dalla nota del Ministero si legge:"Realizzato mettendo a frutto l’interoperabilità e cooperazione applicativa delle varie amministrazioni, AINOP genera un codice della singola opera (IOP), che la contraddistingue e identifica in maniera univoca, riportandone le caratteristiche essenziali e distintive."

Attraverso la piattaforma online sarà possibile: identificare un’opera e la sua collocazione nel contesto territoriale; riunire tutti i dati e le informazioni presenti nei vari archivi pubblici sussidiari e concorrenti; ricevere informazioni che consentiranno il monitoraggio tecnico dell’opera, nell’ottica di prevenire criticità, anche attraverso sistemi intelligenti di alert sullo stato della infrastruttura; individuare i possibili flussi di lavoro per rendere efficiente la progettazione, realizzazione, manutenzione e gestione dell’opera, visualizzare dati, informazioni e documenti dell’opera, strutturati in una sorta di fascicolo virtuale.

Il Ministero spiega che l’obiettivo di AINOP è consentire un maggiore controllo delle opere pubbliche durante il loro intero ciclo di vita; controllo inteso sia in termini di monitoraggio sullo stato dell’infrastruttura fisica per la sicurezza dei cittadini e dei trasporti, sia in termini di definizione di un piano di azione in relazione alle priorità di intervento, favorendo la semplificazione, celerità, accuratezza delle attività e tempestività degli interventi manutentivi e, al contempo, l’efficientamento della spesa pubblica sia generare futuri ed utili servizi che possano nascere dall’iterazione delle varie banche dati al momento non relazionate tra loro. Ogni infrastruttura censita, quindi, risulta dotata di un "fascicolo dell’opera" che fornisce gli elementi per individuare le opere da mettere in sicurezza con interventi mirati, classificandole anche in base alle priorità di intervento. Nel massimo rispetto delle norme vigenti in tema di privacy e di security, verranno pubblicati, in trasparenza de in maniera progressiva di pari passo con l’aggiornamento di AINOP, dati caratterizzanti le opere pubbliche, in un'ottica di trasparenza delle attività di Governo.**


Condomini+ 4.0: da Enea un’App per la riqualificazione energetica degli edifici

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L’applicazione gratuita per smartphone e tablet consente di effettuare più rilievi e di salvare sul dispositivo i dati per poter gestire l’indagine in più fasi

Circa la metà del patrimonio edilizio italiano è stato costruito prima del 1970 e ad oggi è rappresentato da edifici vetusti e non più in grado di soddisfare specifici requisiti strutturali ed energetici. Il futuro del mercato immobiliare, pertanto, coincide con la necessità di riqualificare il patrimonio edilizio esistente. Tale necessità è stata colta anche dal governo attraverso le diverse tipologie di incentivi, Ecobonus e Sismabonus, che dal 1° Gennaio 2018 costituiscono, se applicati congiuntamente sui condomini, un Superbonus per la riqualificazione: 80-85% di detrazione fiscale da spalmare i 10 anni fino a un importo massimo di 136 mila euro per unità immobiliare.

Un target preciso da cui partire per la riqualificazione sono quindi i condomini italiani. A tal proposito l’ENEA ha messo a disposizione l’App Condomini+ 4.0 per supportare i professionisti nella diagnosi energetica e strutturale, consentendo di automatizzare la fase di raccolta dati e di ottenere rapidamente una classificazione dell’edificio.

Il nuovo progetto ENEA nasce nell’ambito del Piano triennale di Informazione e Formazione per l’efficienza energetica e mira a promuovere la qualificazione dei soggetti che operano nell'ambito dei servizi energetici e a mettere in sicurezza i condomini italiani.
La procedura, sotto forma di applicazione che opererà su piattaforma Android e iOS, prevede la valutazione indicizzata preventiva dello stato di fatto e l’identificazione delle principali criticità strutturali ed energetiche. Per quanto riguarda la parte energetica, il sistema fornisce soluzioni innovative e pacchetti d’interventi, calibrati secondo specifici budget, rispetto al ciclo di vita ed all’utilizzo dell’edificio. Attraverso una visione integrata, la procedura tiene conto degli aspetti tecnici, tecnologici, sociali, culturali ed economici, favorendo la consapevolezza e il coinvolgimento degli utenti finali.

L’applicazione assegnerà per la parte energetica una serie di soluzioni per ogni criticità/urgenza inseribili ed integrabili nei processi manutentivi che interessano gli immobili residenziali, mentre per la parte strutturale evidenzierà le principali criticità, fornendo indicazioni sulle priorità di intervento. In tal modo potranno essere implementate sia le prestazioni energetico-strutturali dell’edificio e mantenuti gli obiettivi di fruibilità, comfort, sicurezza e conservazione del valore dell'immobile.

La struttura funzionale dell’applicativo è costituita da schede informative raggruppabili in due macro-aree riguardanti la valutazione energetica e la valutazione strutturale. L'applicativo pertanto consentirà al tecnico di gestire il rilievo energetico/strutturale dell’edificio e di valutare le indicazioni di intervento per migliorarne la funzionalità. A tal fine nell'App sono contenute schede di rilievo e di valutazione studiate per svolgere in modo semplice e rapido l’indagine sull’edificio residenziale. Compilati i dati di input richiesti nelle diverse sezioni si ottengono come output: il report del rilievo eseguito, il file di interscambio dati, il livello della prestazione energetica e degli interventi necessari, il livello di intervento atteso e il livello di priorità di intervento e soprsttutto la classificazione strutturale ed energetica dell’edificio. Per la parte strutturale la procedura non costituisce una valutazione di vulnerabilità sismica, che deve sempre essere svolta secondo quanto previsto dalla normativa vigente. Anche per quanto riguarda la parte energetica, non si potrà prescindere dalla costruzione del modello con la caratterizzazione dell’involucro e degli impianti tecnici al fine di conoscere gli impatti sull’edificio degli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica in termini di riduzione del consumo energetico.

Lo sviluppo della App Condomini+4.0 è stata affidata a Logical Soft, software house italiana con una lunga esperienza nello sviluppo di software tecnico e applicazioni dedicate all’edilizia.


Ponte Morandi, le proposte operative del CNI per la sicurezza delle infrastrutture esistenti

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All’indomani della tragedia del Ponte Morandi di Genova, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ribadisce la priorità circa la manutenzione e il monitoraggio delle infrastrutture.

Il Consiglio Nazionale degli Ingegneri ha inviato al Presidente del consiglio prof. Giuseppe Conte una lettera contenente alcune proposte concrete che sottolineano, alla luce del crollo del ponte Morandi, la priorità quanto mai necessaria della manutenzione e della prevenzione come impegno costante e permanente. Dopo aver espresso il cordoglio e la partecipazione al dolore delle famiglie colpite da questo tremendo lutto, il CNI ha ricordato che gli ingegneri italiani hanno più volte richiamato l’attenzione delle forze politiche sullo stato delle costruzioni pubbliche e private in Italia, fornendo proposte accolte con interesse, ma recepite ed attuate solo raramente.

“I numeri delle infrastrutture lineari di trasporto, relativamente alle reti autostradali, sono molto importanti, con 1.608 ponti e viadotti per una lunghezza di 1.013 km, su un totale di circa 6.000 km di rete. Rappresentano tuttavia solo una parte dei circa 61.000 ponti e viadotti lungo i 255.000 km totali che compongono la rete autostradale italiana fatta da autostrade, strade statali, regionali, provinciali e comunali per una lunghezza complessiva di 38.000 km. Dati molto importanti, segnale delle problematicità poste dalla complessità dell’orografia del nostro Paese, che impongono di rendere organiche e sistematiche le proposte già avanzate da più soggetti sul tema della manutenzione".

Nella lettera gli ingegneri italiani hanno sottoposto al Presidente del Consiglio le seguenti proposte:

- Piano nazionale di manutenzione infrastrutture: elaborazione di un Piano nazionale di conoscenza dello stato di sicurezza delle opere d’arte infrastrutturali (ponti, viadotti, gallerie, opere di sostegno etc.), con un’anagrafe delle opere d’arte importanti, basata su dati messi obbligatoriamente a disposizione dagli enti proprietari o concessionari. Su questa base di conoscenza, che dovrà essere pubblica e trasparente, sarà possibile programmare un piano complessivo degli interventi, a carico degli enti proprietari/gestori, la cui verifica, magari attraverso una Struttura di missione dedicata, dovrà rimanere in capo allo Stato che avrà il compito di raccordare i ministeri competenti e gli altri enti coinvolti.

- Indirizzi per interventi di rifacimento delle infrastrutture: elaborazione di un protocollo tra il mondo scientifico, quello tecnico-professionale e quello tecnico-amministrativo che definisca linee guida di riferimento, da consegnare al Governo per la sua attuazione.

- Semplificazione delle procedure: data l’urgenza, definire procedure semplificate per gli interventi di manutenzione, sia per l’affidamento dei servizi che delle forniture e dei lavori, puntando su conoscenze, competenze, tecnologie.

- Piano nazionale delle infrastrutture: dare avvio ad un progetto generale delle infrastrutture in Italia, che rilanci fortemente l’economia e contribuisca a superare il gap con il resto d’Europa e tra le diverse aree del Paese (con particolare riferimento al nostro Mezzogiorno) diventando priorità nazionale. Da rivedere è anche la gestione ed il controllo sull’attività svolta dalle Società concessionarie, con particolare riferimento agli investimenti in manutenzione e ammodernamento delle tratte affidate.

- Competenze tecniche della P.A. : occorre colmare la gravissima carenza di tecnici, in particolare ingegneri, nella pubblica amministrazione, negli organi di pianificazione e controllo, e, spesso, anche nei soggetti concessionari; senza un adeguato numero di tecnici e di ingegneri che rafforzino gli organici delle pubbliche amministrazioni e delle Società concessionarie, qualunque intervento normativo e amministrativo, pur meritorio ed “ispirato”, rischia di restare, ancora una volta, inattuabile.