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Arctic Bath, l’hotel galleggiante ideale per ammirare l’aurora boreale.

fonte immagine:https://www.idealista.it/news/vacanze/hotel-speciali/2020/04/07/139311-un-particolare-hotel-galleggiante-molto-vicino-allartico

A soli 60 km dal Circolo Polare Artico, in pieno territorio della Lapponia, è stato realizzato un hotel che galleggia sulle acque del fiume Lule, e che, durante l'inverno, è completamente circondato dal ghiaccio. L'hotel dispone di 6 cabine galleggianti con accesso privato tramite ponti pedonali e 6 cabine nascoste sulla riva del fiume Lule, nella Lapponia Svedese.

Arctic Bath è un albergo di lusso piccolo e “diffuso”, ideato da Bertil Harström e Johan Kauppi. Harström non è nuovo alla progettazione di strutture ricettive piuttosto singolari. Nel 2010 ha portato a compimento nella vicina Harads la parte del Treehotel a lui affidata. La struttura, immersa in una pineta, colloca sette delle sue stanze all’interno di altrettante “case sull’albero”, ognuna affidata alla mano di un progettista differente.

L’hotel, di forma circolare sembra un grande nido nel mezzo del fiume e si raggiunge solo con un ponte di legno. Ha 12 camere, spazi comuni, il ristorante, la lounge room, la spa con le differenti sale per i trattamenti, la sauna ed una piscina all’aperto.

L’acqua è l’elemento verso il quale guardano le dodici casette indipendenti che, in posizioni diverse e con dimensioni differenti, ospitano altrettante sistemazioni di lusso. Sei di queste sono ricavate all’interno di strutture a palafitta, affacciate sul fiume con le loro ampie vetrate continue, mentre altre sei si collocano lungo la riva. Le ultime sono miniappartamenti di 62 mq organizzati internamente su due piani e dotati di un piccolo terrazzo aperto di 8 mq. Le altre sei, invece, sono più piccole, 25 mq, e collocate direttamente sulla superficie dell’acqua. I volumi, a un piano fuori terra, galleggiano sul fiume circondati da una piccola area all’aperto e collegati alla terraferma e agli spazi comuni centrali da passerelle di legno.

Un rivestimento di tronchi incrociati definisce il cuore dell’intervento, la spa e le aree comuni, l'edificio principale, così realizzato, è ispirato alla natura circostante e somiglia ad un nido di uccelli, con la sua struttura di tronchi galleggianti sull'acqua.

Dal design minimalista scandinavo, per la realizzazione dell’Arctic Bath sono stati utilizzati materiali naturali e sostenibili quali legno, pietra, pelle o tessuti. Il tutto mirando a offrire un’esperienza di alto comfort e lusso per gli ospiti. L’estensivo uso del legno, prevalentemente di pino e quercia, e la cura nella scelta dei materiali e delle finiture, di provenienza prevalentemente locale, sono tra i principali caratteri distintivi di Arctic Bath. Gli involucri di tutti i volumi, che hanno visto la messa in opera di componenti prefabbricati ad alte prestazioni, sono costituiti da pannelli multistrato autoportanti in legno montati in un cantiere a secco. Pannelli di legno di pino rivestono l’esterno di tutte le casette, sia sull’acqua che sulla riva, mentre la definizione degli interni è affidata al legno di quercia.

Il blocco centrale è completamente rivestito da tronchi di legno grezzo incrociati, una scelta simbolica che definisce il carattere di tutto l’albergo, che trova ispirazione nella tipica usanza del passato di trasportare i tronchi verso valle sfruttando la corrente dell’acqua.

L’inquinamento luminoso è messo al bando e i colori sono scelti appositamente per i loro benefici legati alla cromoterapia.


Progetto INNCED: pannelli innovativi per l’edilizia realizzati con un prodotto di scarto dell’industria chimica.

fonte immagine:http://www.civiltadicantiere.it/articles/costruire-nuove-competenze-verso-un-edilizia-4-0

Pannelli innovativi per l’edilizia realizzati con un prodotto di scarto dell’industria chimica. È quanto si propone il progetto INNCED[1], che vede ENEA collaborare con l'azienda Fluorsid SpA, leader mondiale nella produzione e vendita di prodotti chimici a base di fluoro. Il progetto, che conta su un finanziamento totale di 180mila euro, di cui un quarto a carico del programma ENEA Proof of Concept 2020, durerà un anno e impiegherà nella realizzazione dei pannelli un sottoprodotto del ciclo produttivo industriale di Fluorsid, costituito per il 98% da gesso anidro (CaSO4).

Lo scopo della nostra ricerca è quello di realizzare prototipi di pannelli di anidrite sintetica con prestazioni meccaniche migliori rispetto a quelle dei prodotti attuali, leggeri e a bassa densità. Questo anche collaborando con una azienda leader del settore a livello internazionale e mettendo così a disposizione del sistema produttivo del paese l’esperienza e gli strumenti della ricerca applicata”, spiega Piero De Fazio responsabile della Sezione Strumenti per Applicazioni Energetiche dell’ENEA.

I ricercatori cercheranno di realizzare un prototipo di pannello innovativo destinato al settore edilizio, attraverso l'utilizzo di modelli di economia circolare e caratterizzato da resistenza al fuoco e alle sollecitazioni meccaniche, da alti livelli di isolamento termico e acustico ed elevata leggerezza .

Queste ultime caratteristiche, che si cercheranno di raggiungere, saranno sperimentate applicando la metodica di aerazione della malta già brevettata, con brevetto internazionale, nel nostro laboratorio e basata sulla azione combinata di lievito di birra e perossido di idrogeno, dalla cui reazione scaturiscono la formazione di bolle di ossigeno e la conseguente lievitazione del composito” commenta De Fazio.

I prodotti attualmente presenti sul mercato sono pannelli in cartongesso e/o blocchi in calcestruzzo di argilla espansa, leggeri, resistenti e con i quali è possibile realizzare velocemente e a secco pareti resistenti. Le lastre di cartongesso, di diversa tipologia e spessore, possono essere considerate l'intonaco a secco che riveste orditure metalliche strutturali configurate per la realizzazione di sistemi per parete, contro parete e controsoffitto. Mentre con i blocchi in calcestruzzo leggero di argilla espansa si realizzano le murature perimetrali esterne, e sono studiati per conferire alla muratura elevate prestazioni di isolamento e inerzia termica, traspirabilità e bioclimaticità.


Il cappotto termico con materiali green.

fonte immagine:https://www.tempocasa.it/blog/il-cappotto-termico-cose-e-quanto-si-risparmia/

In questi giorni in cui si parla spesso di ECOBONUS, viene riportato il cappotto termico come una delle soluzioni più efficaci per isolare gli edifici sia termicamente che acusticamente. Tale intervento, oltre a ridurre i consumi e a proteggere l’edificio dalle aggressioni atmosferiche, apporta una serie di miglioramenti relativi al comfort abitativo.

L'isolamento a cappotto è l'intervento più performante per realizzare nuovi edifici a basso consumo energetico e si rivela ideale per l’efficientamento energetico di immobili in fase di ristrutturazione. Infatti, grazie alla sua applicazione, si ottengono ambienti confortevoli , favorendo la riduzione dell’utilizzo del riscaldamento nei periodi invernali e quella del condizionamento nei periodi estivi. Chi ha sperimentato la differenza tra la situazione abitativa prima e dopo l’applicazione del sistema a cappotto, ha certamente constatato come alcuni problemi evidenti, quali la presenza di muffe e condensa sulle pareti interne, vengano eliminati grazie al nuovo equilibrio termico raggiunto dalle pareti perimetrali dopo l’applicazione dell’isolante. La sua applicazione, tuttavia, richiede una predisposizione dell’edificio che deve accoglierlo e prevede una modifica strutturale dell’abitazione, che va valutata soprattutto in prospettiva di un cambiamento volumetrico in futuro. Va dunque valutato l’intervento nella sua interezza, considerando come obiettivo principale il risultato ottimale e non progettando un intervento oltre le proprie disponibilità o scegliendo una tecnologia troppo avanzata per l’unità abitativa di riferimento. Il cappotto non è per esempio realizzabile in tutti i condomini, poichè, non essendo una struttura omogenea e avendo delle facciate molto grandi, è praticamente impossibile riuscire a rivestirlo in un’unica soluzione e senza investire un’importante somma per la realizzazione dei ponteggi necessari alla mobilità della ditta che deve realizzare il lavoro.

Una soluzione innovativa è la realizzazione di un cappotto termico esterno in materiale green, con materiali quali: la cellulosa, il sughero e la lana vergine, tutti di origine naturale.

Applicare un pannello di sughero di un centimetro vuol dire avere un miglioramento del 25% delle dispersioni termiche. Il materiale è facilmente reperibile e risulta impermeabile, non attaccabile da muffe e roditori e non si deteriora. Resiste al fuoco e garantisce la salubrità dell’abitazione non contenendo componenti compromettenti come la formaldeide e acetaldeide. È inoltre un materiale che resiste nel tempo mantenendo le stesse prestazioni.

La cellulosa impiegata per i cappotti termici deriva nella maggior parte dei casi da carta riciclata, che segue un processo di riattivazione in varie tappe, secondo alcune stime, la fibra di cellulosa consente di risparmiare in bolletta tra il 25/35%, in base al tipo di struttura da isolare. Resiste agli attacchi di parassiti e muffe e per evitare il rischio di incendio si può valutare l’aggiunta di componenti ignifughe, come il sale di boro.

La lana vergine, infine, è un ottimo isolante termico ed è facilmente applicabile sia in esterno sia in interno. È l’unico materiale di origine animale utilizzato in edilizia. Si ottiene lavorando il materiale con dei rulli per consentire una perfetta adesione alle pareti. Viene trattata con i sali per evitare attacchi parassitari, è perfetta per evitare condense in casa in quanto assorbe l’umidità ma impedisce l’infiltrazione dell’acqua ed in caso di incendio non crea problemi perché non brucia ma si scioglie autoestinguendosi.

I materiali sintetici rimangono comunque i più comuni ed utilizzati, tra questi ci sono il polistirene, espanso o estruso (ESP e XPS), e il PVC. Il loro maggiore impiego rispetto a materiali naturali è dovuto ad un costo notevolmente inferiore rispetto a quelli naturali.


Umidità e Muffe nelle abitazioni: rischi e azioni correttive.

fonte immagine:https://www.styrodur-italia.it/umidita-di-costruzione-e-muffa/

La qualità dell’aria negli ambienti confinati è un importante elemento per il benessere dell’uomo, uno degli elementi che ne determina, la buona o no, qualità è la presenza di microrganismi che provocano le muffe. L’inquinamento microbico coinvolge centinaia di specie di batteri e funghi che crescono all’interno degli ambienti quando vi sono particolari condizioni di umidità; l’esposizione a tali microrganismi o alle loro tossine può essere associata a malattie respiratorie, asma, allergie.

Troppa umidità rende l’abitazione insalubre generando, non solo problematiche riguardanti la salute, ma anche problematiche relative ai consumi energetici; d’altro canto, l’eccessiva secchezza dell’aria è a sua volta fonte di malesseri e di abbassamento della qualità della vita, in quanto le cellule delle mucose rischiano di perdere acqua nell’aria più secca, perdendo quindi la loro funzione di barriera ed esponendo i tessuti sottostanti.

Quando appare la muffa è fondamentale stabilire da dove proviene l’umidità e scoprirne la causa. Le cause più comuni per il propagarsi della muffa sono la presenza di ponti termici, difetti nella posa in opera di coibentazione, infiltrazioni acqua piovana, risalita dal terreno, condensa e umidità dell’aria, scarsa traspirabilità delle pareti, errate abitudini di riscaldamento e scarsa ventilazione dell’immobile. L’umidità derivante dalla condensa, è un problema facilmente riscontrabile nelle abitazioni moderne, in cui si corre il rischio di sigillare sempre di più gli immobili, per contrastare i consumi energetici elevati.

È importante ricordare che le muffe trovano il loro ambiente ideale per attecchire e proliferare quando esistono temperature alte all’interno dell’immobile, poca luce, umidità e/o acqua e presenza di spore. Fatte queste precisazioni, è bene tener presente che il benessere ambientale ed il comfort, all’interno di un immobile, derivano prima di tutto dal corretto equilibrio tra ventilazione, temperatura ed umidità oltre ad un corretto isolamento termico. La normativa stabilisce che l’umidità relativa in un fabbricato a uso abitativo deve essere compresa tra il 40% ed il 60% e nel momento in cui questo limite viene superato, ecco che cominciano ad insorgere le muffe ed i microrganismi sulle pareti.

Mettendo in atto dei piccoli accorgimenti si potrà evitare il propagarsi delle muffe ovvero:

• evitare di riscaldare troppo gli ambienti;

• ventilare il più possibile, aprendo porte e finestre più volte durante la giornata;

• staccare gli arredi di qualche centimetro dai muri, per consentire la maggiore ventilazione;

• togliere tappeti, tende ecc., o quantomeno lavarli frequentemente;

• eliminare la carta da parati dalle pareti “umide”.


Ecobonus 2020 al 110%: requisiti minimi, APE, asseverazione tecnica, sanzioni al tecnico e decadenza del beneficio .

fonte immagine:https://it.blastingnews.com/economia/2020/05/ecobonus-al-110-si-potra-ristrutturare-casa-gratis-la-proposta-nel-decreto-maggio-003132533.html

Per la fruizione del nuovo superbonus al 110% previsto nel D.L. n. 34/2020 (c.d. Decreto Rilancio) per gli interventi di miglioramento energetico (c.d. ecobonus), in particolare, nell'art. 119 del Decreto Rilancio si prevede una serie di condizioni minime da rispettare, alcune delle quali sono oggetto di forte discussione di natura tecnica. Per quanto riguarda gli interventi di efficientamento energetico, il Decreto Rilancio ha previsto la possibilità di portare in detrazione il 110% delle spese sostenute dall'1 luglio 2020 e fino al 31 dicembre 2021, da ripartire tra gli aventi diritto in cinque quote annuali di pari importo.

In riferimento alla sola parte che riguarda l'efficientamento energetico, il Decreto Rilancio definisce dettagliatamente anche gli interventi che possono beneficiare del nuovo superbonus al 110%:

• gli interventi di isolamento termico delle superfici opache verticali e orizzontali che interessano l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% della superficie disperdente lorda dell’edificio medesimo - Tetto massimo: la detrazione è calcolata su un ammontare complessivo delle spese non superiore a euro 60.000 moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l'edificio;

interventi sulle parti comuni degli edifici per la sostituzione (non integrazione) degli impianti di riscaldamento esistenti con impianti centralizzati a condensazione, a pompa di calore, ibridi, geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici e relativi sistemi di accumulo, microcogenerazione - Tetto massimo: la detrazione è calcolata su un ammontare complessivo delle spese non superiore a euro 30.000 moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l'edificio ed è riconosciuta anche per le spese relative allo smaltimento e alla bonifica dell'impianto sostituito;

interventi sugli edifici unifamiliari per la sostituzione (non integrazione) degli impianti di riscaldamento esistenti con impianti a pompa di calore, ibridi, geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici e relativi sistemi di accumulo, di microcogenerazione - Tetto massimo: la detrazione è calcolata su un ammontare complessivo delle spese non superiore a euro 30.000 ed è riconosciuta anche per le spese relative allo smaltimento e alla bonifica dell'impianto sostituito;

tutti gli altri interventi di efficientamento energetico previsti all’articolo 14 del Decreto-Legge n. 63/2013, a condizione che siano eseguiti congiuntamente ad almeno uno degli interventi descritti nei punti precedenti - Tetto di spesa: la detrazione è calcolata su un ammontare complessivo previsto dai limiti di spesa previsti per ciascun intervento.

Per quanto riguarda gli interventi di isolamento termico delle superfici opache è previsto che per i materiali isolanti utilizzati il rispetto dei criteri ambientali minimi di cui al decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare 11 ottobre 2017.

Tutti gli interventi che accedono all'ecobonus del 110% devono:

• rispettare i requisiti minimi previsti dai decreti di cui al comma 3-ter dell'articolo 14 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63;

• assicurare, anche congiuntamente agli interventi di installazione di impianti solari fotovoltaici e sistemi di accumulo, il miglioramento di almeno due classi energetiche dell'edificio o, se non possibile, il conseguimento della classe energetica più alta, da dimostrare mediante l'attestato di prestazione energetica (A.P.E), ante e post intervento, rilasciato da tecnico abilitato nella forma della dichiarazione asseverata.

Aspetto molto importante riguarda la possibilità di optare:

• ad uno sconto in fattura fino a un importo massimo pari al corrispettivo dovuto, anticipato dal fornitore che ha effettuato gli interventi e da quest'ultimo recuperato sotto forma di credito d'imposta, con facoltà di successiva cessione del credito ad altri soggetti, ivi inclusi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari;

• alla trasformazione della detrazione in credito di imposta con facoltà di successiva cessione ad altri soggetti, ivi inclusi istituti di credito e altri intermediari finanziari.

Ai fini dell'opzione per la cessione o per lo sconto, sarà però necessaria la relazione di un tecnico abilitato che dovrà asseverare il rispetto dei requisiti minimi suddetti e la corrispondente congruità delle spese sostenute in relazione agli interventi agevolati (una copia dell'asseverazione dovrà essere trasmessa esclusivamente per via telematica all'Enea e un decreto del Ministro dello sviluppo economico da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto Rilancio, dovrà stabilire le modalità di trasmissione della suddetta asseverazione e le relative modalità attuative). Ferma l'applicazione delle sanzioni penali ove il fatto costituisca reato, ai soggetti che rilasciano attestazioni e asseverazioni infedeli si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da euro 2.000 a euro 15.000 per ciascuna attestazione o asseverazione infedele resa. I soggetti stipulano una polizza di assicurazione della responsabilità civile, con massimale adeguato al numero delle attestazioni o asseverazioni rilasciate e agli importi degli interventi oggetto delle predette attestazioni o asseverazioni e, comunque, non inferiore a 500 mila euro, al fine di garantire ai propri clienti e al bilancio dello Stato il risarcimento dei danni eventualmente provocati dall'attività prestata. La non veridicità delle attestazioni o asseverazioni comporta la decadenza dal beneficio.