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“Edifici che respirano”: le torri della Central Place Sydney

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I grattacieli saranno dotati di intelligenza artificiale per la gestione dell’energia e della luce

Central Place Sydney, il nuovo punto di riferimento della stazione centrale della città, avrà presto duo nuovi grattacieli dotati di intelligenza artificiale per la gestione dell’energia, della luce e della ventilazione naturale. Ad aggiudicarsi il concorso internazionale per la progettazione di questo lato occidentale della stazione, rientrante nel Central Business District, sono stati gli studi di architettura Som e Fender Katsalidis. Il progetto prevede la realizzazione di duo torri commerciali, di 37 e 39 piani, collegate tra loro da un suggestivo edificio più basso che ospiterà spazi comuni, negozi e spazi a verde per un totale complessivo di 150 mila metri quadrati. Nello sviluppo del CBD, il design di SOM e Fender Katsalidis è destinato a trasformare il lato occidentale della stazione in un grande spazio civico comune, con nuovi edifici commerciali e ampliamenti degli spazi pubblici, rivitalizzando e ricollegando il distretto alla città.

“Il punto focale di Central Place Sydney è un nuovo grande spazio circondato da piccoli negozi, arricchito da due torri commerciali e da un edificio centrale di riferimento” dichiara Mark Curzon, design director di Fender Katsalidis Architects. Il fiore all’occhiello del progetto sono proprio le torri altamente tecnologiche dedicate ad uffici. A partire dalla loro forma dinamica, gli edifici sono stati progettati per mitigare le forze del vento e massimizzare la luce naturale. La facciata, controllata tramite l’Intelligenza Artificiale, sarà in grado di gestire autonomamente l’ombreggiamento, riducendo l’apporto di calore e di regolare l’energia prodotta da fonti rinnovabili in base alle condizioni meteo. Il progetto Central Place Sydney includerà spazi di lavoro ispirati alla natura, con giardini d’inverno e terrazze all’aperto, con spazi interni ben illuminati dalla luce naturale e ben ventilati grazie a finestre apribili automaticamente. Tutti gli spazi sono progettati in modo da consentire un flusso pedonale facile ed efficiente.

“Il progetto stabilisce un nuovo spazio civico che si estende nel luogo di lavoro, sfumando i confini tra pubblico e privato, producendo al contempo un’esperienza estremamente vivace e diversificata” afferma Scott Duncan, designer di SOM.


Il Nuovo Policlinico di Milano: l'ospedale del futuro con il primo giardino terapeutico pensile del mondo

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Il progetto “green” di Boeri Studio del nuovo polo ospedaliero multifunzionale

Dimenticatevi i padiglioni in cemento e le corsie che sanno di cloro: l’ospedale del futuro, come è stato definito, sarà un polo multifunzionale con gallerie pedonali, negozi, sale convegni e soprattutto un giardino terapeutico sopraelevato a disposizione dei pazienti esteso come un campo da calcio.

Il progetto del Nuovo Policlinico è l’esito di un concorso pubblico vinto dall’Associazione Temporanea d’Imprese (ATI) guidata da Techint S.p.A. e composta da Boeri Studio, Camillo Botticini, Giulia De Appolonia, C+S Associati, Labics, Trt Srl, Btc Srl, Land Srl. L’intervento ha avuto un forte impulso nel gennaio 2016, quando si sono insediate la nuova Presidenza e la nuova Direzione Strategica dell’Ospedale: l’obiettivo era quello di riprogettare reparti e percorsi al fine di adeguarli alle esigenze attuali dei pazienti e della cittadinanza.

Il progetto prevede la realizzazione di un edificio di 130.000 mq da ubicare all’interno del delicato sistema attuale costituito da un recinto e da numerosi singoli padiglioni. La nuova logica di intervento si basa su tre principali caratteristiche: integrazione del nuovo complesso ospedaliero con i due poli sanitari (il Polo Medico e il Polo Materno Infantile), la messa in rete dei propri servizi, sanitari e non sanitari e la creazione di uno spazio interconnesso. L’Ospedale è studiato per essere ‘aperto’ nel blocco centrale, al livello del piano terra. Qui vi saranno una piazza coperta, una vera e propria galleria pedonale con negozi e servizi, ma anche un’area espositiva che potrà essere dedicata a mostre, convegni e ad iniziative rivolte al pubblico.

Sul tetto del corpo centrale ci sarà un grande giardino sopraelevato, sul modello della High Line di New York. Il tetto giardino sarà ampio come il Duomo di Milano, attrezzato per ospitare percorsi di riabilitazione per i pazienti e aree relax per i familiari dei degenti e per gli operatori sanitari. Ci saranno inoltre spazi dedicati alle attività dei bambini, laboratori di cura dell’orto per pazienti oncologici, aree dedicate alla pet therapy, allo yoga, al fitness per anziani e per le donne in gravidanza. Sarà, inoltre, dotato di un ascensore dedicato, che permetterà l’accesso anche ai cittadini senza passare dall’interno dell’Ospedale.

Il Giardino Alto – ha dichiarato Stefano Boericostituisce una novità nel panorama internazionale delle strutture sanitarie. Seimila metri quadrati di verde, spazi di gioco, sosta e contemplazione che confermano quanto il verde e gli alberi siano coadiuvanti nelle terapie e nella qualità della degenza ospedaliera. Stiamo lavorando affinché, in coerenza con l’antico spirito della Ca’ Granda, alla cura di questo Giardino partecipino anche altre istituzioni pubbliche vicine, come la Biblioteca Sormani, il Museo dei Bambini, l’Umanitaria, il Conservatorio di Milano e l’Università degli Studi”.


Corte Verde, il progetto firmato da Stefano Boeri per la riqualificazione di San Cristoforo a Milano

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L'architetto del Bosco Verticale vince il concorso per la riqualificazione di via San Cristoforo, grande area urbana dismessa che collega il Naviglio Grande e il Quartiere della Creatività

Il progetto Corte Verde, come spiega il suo ideatore, l’architetto Stefano Boeri, nasce come omaggio alla città di Milano, riprendendo la tipologia della casa a corte della tradizione lombarda e ponendola al centro di uno spazio verde a collegamento di due parti di città oggi separate. Lo studio Stefano Boeri Architetti, vincitore del concordo di riqualificazione del quartiere di San Cristoforo, in partnership con Arassociati Studio di Architettura e AG&P greenscape trasformerà il lotto triangolare incastrato attualmente tra la ferrovia, la via San Cristoforo e il parchetto prima del cavalcavia delle Milizie, mediante la dismissione degli scali merci e il superamento delle barriere infrastrutturali tra i quartieri, a favore di interventi per la riforestazione urbana e di miglioramento della qualità degli spazi pubblici.

Il nuovo assetto stabilisce una nuova continuità tra la zona di Tortona-Porta Genova, storicamente dedicata alla moda e al design, e l’area residenziale e turistica lungo l’asse del Naviglio Grande e porrà il cosiddetto Quartiere della Creatività in connessione con il sistema ramificato delle acque che si snoda da Milano al territorio fluviale del Ticino. Inoltre quest’area sarà trasformata in un vero e proprio approdo urbano della fitta rete di percorsi che si snodano nella campagna e nel paesaggio agricolo del Parco Sud. Il fulcro dell’area sarà rappresentato dall’ edificio a corte con altezza crescente, posto al centro di un sistema di percorsi e verde urbano pensato come elemento attivo dell’architettura, in grado di stimolare la fruizione aperta e dinamica degli spazi pubblici da parte si chi li vive quotidianamente o temporaneamente.

Morfologicamente, l’edificio si sviluppa con una forma ascendente a spirale, a partire da una zona più bassa a sud, segnata da un grande portale di accesso, la cui copertura cresce con un andamento continuo. Il cromatismo dei pannelli fotovoltaici che la rivestono completamente definisce anche un tema di grande impatto, insieme alla cuspide puntata verso nord, in direzione di Piazza Napoli. I prospetti principali presentano un sistema di balconi pensati per ospitare piante e alberi ad alto fusto, mentre sul lato interno della corte, una trama di logge genera una “scacchiera” di pieni e di vuoti, progettata per ottimizzare l’ingresso della luce naturale all’interno degli ambienti e amplificare il legame visivo tra interno ed esterno. Particolare attenzione è stata posta al sistema dei percorsi: i numerosi ingressi aperti su via San Cristoforo rendono agevole l’accesso all’area. Il grande portale a sud aumenta la connessione tra gli spazi interni della corte e i nuovi ambienti a verde del parco pubblico circostante, che in seguito confluiranno nel futuro parco lineare prodotto dalla conversione degli scali merci. La visione architettonica e urbanistica dell’intervento anticipa uno scenario in divenire per questa parte di città, esaltandone l’identità a cavallo tra passato e futuro, memoria e innovazione.


Smart city: in Norvegia si progetta la città del futuro

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Vicino alla capitale norvegese sta per sorgere Oslo Airport City, la prima città senza auto, carbon free e smart. Il masterplan è firmato da Haptic Architects e Nordic – Office of Architecture

Oslo Airport City (OAC) sorgerà a sud est dell’aeroporto Gardermoen, il principale scalo della Norvegia: si tratta di una nuova città carbon free e smart con un’estensione di circa quattro milioni di metri quadrati, progettata dagli studi norvegesi Haptic Architects e Nordic – Office of Architecture, in collaborazione con lo studio di ingegneria britannica Buro Happold Engineering.

La sua prima pietra verrà postata a partire dal 2019 ma ci vorranno trent’anni per vederla realizzata completamente. Il masterplan prevede la creazione di una città alimentata da fonti rinnovabili, energeticamente positiva con la capacità di produrre energia e venderne l’eccesso agli edifici, alle comunità e alle città limitrofe. È prevista inoltre una mobilità sostenibile costituita interamente da auto elettriche senza conducente, illuminazione automatica e tecnologia intelligente per la gestione dei servizi come la mobilità, la sicurezza, i rifiuti e la lotta agli sprechi. Il centro della città sarà totalmente car free, grazie ad una gestione dei trasporti pubblici che consentirà spostamenti dei residenti per l’utilizzo dei mezzi pubblici inferiore a cinque minuti.

La città sostenibile norvegese ospiterà sia servizi dedicati ai viaggiatori dell’aeroporto come hotel, negozi e luoghi di ristoro, ma anche attività destinate alla comunità residente: industrie, servizi e attività sportive e ricreative incentrate su un parco pubblico; comprenderà inoltre una generosa fornitura di spazi verdi a servizio della crescente forza lavoro impegnata nell’aeroporto che si stima crescerà di circa l’81% entro il 2050.

Tomas Stokke, Direttore del progetto afferma: “Questa è un’opportunità unica per progettare una nuova città da zero. Grazie a strategie di pianificazione urbana solide, come la percorribilità a piedi, densità adeguate, facciate attive e un centro città privo di auto, in combinazione con gli ultimi sviluppi tecnologici, saremo in grado di creare una città verde e sostenibile. Sfruttando la posizione centrale nell’Europa settentrionale, una forza lavoro altamente qualificata e la vicinanza ad un aeroporto verde ed espansivo, OAC ha tutti gli ingredienti necessari per divenire un successo. Questo è il tipo di progetto più entusiasmante che possiamo fare come architetti e sono molto orgoglioso di farne parte.”