Dopo avere completato il 90% delle opere di urbanizzazione, EuroMilano ha annunciato l’avvenuta posa della prima pietra dell’intervento UpTown, il primo quartiere italiano a impatto zero, dove tutti gli edifici saranno di classe A+. Lo “smart district” sorgerà su un’area di 900 mila metri quadri e sarà dotato di scuole, un centro commerciale e un grandissimo parco: il tutto iper-connesso e ad impatto zero.
Impatto zero, domotica, spazi verdi e di aggregazione, servizi funzionali al benessere dei residenti: sono i capisaldi del progetto residenziale più smart ed innovativo d'Italia. Il progetto di UpTown, primo quartiere italiano a impatto zero, è guidato da EuroMilano, una società di consulenza e sviluppo immobiliare che riqualificherà un’area urbana altrimenti inutilizzata, avvalendosi della collaborazione di importanti aziende del settore, che si occupano di ricerca e sviluppo tecnologico per costruire un quartiere smart, innovativo, ad impatto zero, dotato di tecnologie e servizi in grado di migliorare la qualità della vita dei suoi abitanti.
I primi 137 appartamenti in vendita sono quelli di Cascina Merlata , progetto nato nel contesto di UpTown e guidato dall’architetto Alessandro Scandurra.
Il tema principale del progetto, costituito da 5 torri e 3 edifici, è la creazione di un sistema residenziale aperto e dinamico che si apre incorporando e amplificando gli spazi pubblici. Proprio in quest’ottica sono state pensate le ampie balconate che incentivano la relazione con il verde circostante.
Negli appartamenti, rinfrescati con la geotermia, si userà il teleriscaldamento per produrre calore recuperando quello prodotto dal trattamenti dei rifiuti. Tutti gli elettrodomestici saranno connessi ad internet per un controllo anche da remoto, la raccolta differenziata sarà ancora più efficiente grazie all’utilizzo di cassonetti intelligenti. Per l’illuminazione si useranno pannelli fotovoltaici e lampade a LED. Gli edifici sono di Classe Energetica A+.
Studio Scandurra ha pensato il progetto perché fosse acquistabile a costi contenuti, il prezzo degli appartamenti si aggira intorno ai 3000€ al mq. Come spiega lo stesso architetto "Esiste qualcosa di prezioso nei progetti, qualcosa che viene riconosciuto come un valore, un'attenzione a come le cose stanno insieme: una bellezza che si può realizzare prestando attenzione e cura al progetto e non per forza spendendo più denaro, che definirei una bellezza democratica".
L’innovativo quartiere UpTown farà della mobilità green il suo punto di forza: servizi di car e bike-sharing disponibili per gli abitanti potranno essere prenotati tramite un’app a tariffe agevolate, e per favorire l’utilizzo di auto elettriche saranno disponibili colonnine per la ricarica. È prevista anche la sperimentazione di un autobus elettrico senza conducente.
Oltre alle residenze (principalmente in forma di grattacielo e palazzine in linea), nello smart district sorgeranno:
• un centro servizi nell’antica cascina Merlata, che ospiterà medici e pediatri di base, market e esercizi commerciali, uffici per il lavoro;
• UpTown Park di 250 mila metri quadri di superficie e 10 km di piste ciclabili. Un vero e proprio polmone verde all’interno del quartiere, connesso tramite wi-fi pubblico. L’area è suddivisa tra zone a prato, zone attrezzate per lo sport outdoor e aree riservate agli animali;
• UpTown Mall di 65 mila metri quadri con ipermercato, negozi, cinema multisala, bar e ristoranti;
• UpTown School di 25 mila metri quadri. Un imponente centro scolastico con 2 asili nido, scuola materna, elementari e medie con programmi all’avanguardia (full english), oltre ad infrastrutture sportive.
Novità per sismabonus ed ecobonus e imposte ridotte per le imprese che ricostruiscono case antisismiche e in classe energetica A o B
È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale (n. 100 del 30 aprile 2019) il testo del Decreto crescita (D.L. 34/2019) che introduce importanti novità per i professionisti, imprese e cittadini.
In particolare il provvedimento comprende muove misure fiscali per il rilancio degli investimenti privati, la tutela del Made in Italy e la crescita economica.
Per quanto riguarda il settore delle costruzioni, è previso il potenziamento del sismabonus per chi acquista un’unità immobiliare in un edificio demolito e ricostruito anche nelle zone 2 o 3. Si potrà ottenere una detrazione pari al 75% del prezzo se dalla realizzazione degli interventi deriva una riduzione del rischio sismico che determini il passaggio a una classe di rischio inferiore o dell’85% se si ottiene invece il passaggio a due classi di rischio inferiore. L’agevolazione viene concessa per le spese sostenute dal 1° gennaio 2017 al 31 dicembre 2021 e la detrazione è ripartita in 5 quote per una spesa massima di 96.000 euro
Per gli interventi di efficientamento energetico (ecobonus) e messa in sicurezza dal rischio sismico (sismabonus) è stata introdotta la possibilità di trasferimento del credito al fornitore tramite uno sconto per il soggetto che sostiene le spese. In particolare, il soggetto avente diritto alle detrazioni può optare, in luogo dell’utilizzo diretto delle stesse, per un contributo di pari ammontare, sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto, anticipato dal fornitore che ha effettuato gli interventi; tale sconto sarà rimborsato al fornitore sotto forma di credito d’imposta da utilizzare esclusivamente in compensazione, in 5 quote annuali di pari importo.
Le modalità attuative delle suddette disposizioni verranno esplicitate dall’Agenzia delle Entrate mediante un provvedimento che sarà emanato entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del D.L. 34/2019.
Previsti incentivi fino al 31 dicembre 2021 per la valorizzazione edilizia mediante l’applicazione, nella misura fissa di 200 euro ciascuna, dell’imposta di registro e delle imposte ipotecaria e catastale per i trasferimenti di immobili a favore di imprese di costruzione o di ristrutturazione immobiliare. Condizione necessaria è che tali imprese provvedano entro i successivi 10 anni alla demolizione e ricostruzione degli immobili, conformemente alla normativa antisismica e con il conseguimento della classe energetica A o B, anche con variazione volumetrica rispetto al fabbricato preesistente ove consentita dalle vigenti norme urbanistiche, nonché all’alienazione degli stessi.
Contributi destinati ai Comuni, in misura proporzionale alla popolazione, per interventi di efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile: per il 2019 saranno erogati ai Comuni 500 milioni di euro: un minimo di 50 mila euro per i Comuni fino a 5 mila abitanti, un massimo di 250 mila euro per quelli oltre i 250 mila abitanti.
Infine, per i liberi professionisti sono previste forme di tutela di natura socio-assistenziale, di promozione e sostegno del reddito e dell’esercizio professione.
Grazie ad un progetto australiano sarà possibile ottenere materiali da costruzione dagli scarichi urbani
I biosolidi sono un sottoprodotto del processo di depurazione delle acque reflue; in particolare, sono ottenuti eliminando, dai fanghi di depurazione, i microrganismi, l’acqua in eccesso e gli agenti patogeni.
Si stima che nella sola Unione Europea ne vengano prodotte oltre 9 milioni di tonnellate annue. La maggior parte di queste finisce accumulata in discarica o , nel migliore dei casi, viene impiegata in agricoltura come fertilizzante.
Ma ora i ricercatori australiani dell’Università australiana di Melbourne (RMIT) potrebbero aver trovato il modo per trasformare i biosolidi in mattoni “ecologici”, incrementando la possibilità di riutilizzo degli stessi.
Come spiega l’articolo pubblicato su Buildings, lo studio si è incentrato sull’incorporazione dei biosolidi nei mattoni di argilla cotta, in percentuali variabili tra il 10 e il 25% del peso.
Per verificare l’affidabilità dei risultati, inoltre, sono stati fabbricati dei mattoni di controllo costituiti solamente da argilla. Su entrambi sono state condotte delle analisi chimiche preliminari e delle analisi termiche e geotecniche per confrontare le proprietà dei campioni così ottenuti con i mattoni di controllo.
I risultati hanno dimostrato che fabbricare laterizi di biosolidi richiede solo circa la metà dell’energia usata da quelli convenzionali, con ovvi vantaggi in termini di impatto ambientale da parte delle industrie produttrici di laterizi. Inoltre, questi mattoni hanno anche una conduttività termica inferiore, fornendo quindi agli edifici, potenzialmente, prestazioni ambientali superiori. Una produzione di questo tipo permetterebbe di ridurre fortemente la richiesta di argilla e di conseguenza di limitare gli scavi finalizzati a reperirla da suoli vergini. L’analisi del ciclo di vita (Life Cycle Assesment, LCA) ha dimostrato che incorporare biosolidi nella produzione di mattoni porterebbe ad una significativa riduzione di tutti gli impatti ambientali negativi rispetto ai mattoni di controllo, ad eccezione del consumo idrico.
“Ogni anno vengono scavati oltre 3 miliardi di metri cubi di terra argillosa per l’industria globale del mattone, per produrre circa 1.5mila miliardi di unità”, spiega Abbas Mohajerani, ingegnere civile e capo-progetto. “L’utilizzo dei biosolidi potrebbe essere la soluzione a questa grande sfida ambientale: è una proposta pratica e sostenibile per riciclare questi materiali attualmente stoccati o destinati alla discarica”.
Dal punto di vista della resistenza meccanica, il nuovo prodotto ha superato i test di resistenza alla compressione e l’analisi ha dimostrato che i metalli pesanti, presenti nei fanghi di depurazione, rimangono in gran parte intrappolati all’interno del mattone. Tuttavia, a seconda del paese e del sito in cui viene condotto il trattamento dei reflui, i biosolidi potrebbero avere caratteristiche chimico-fisiche differenti. Pertanto si raccomandano ulteriori studi prima di un’eventuale produzione su larga scala.
“Alla luce delle oltre 4 milioni di tonnellate di mattoni prodotte ogni anno in Australia – continua Abbas Mohajerani- l’addizione di almeno il 15% di biosolidi permetterebbe un riciclo di oltre 94 mila tonnellate di biosolidi in eccesso."
Completata la nuova sede dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione e l'Ambiente firmata dallo studio Mario Cucinella Architects
Il progetto , risultato il vincitore nella gara internazionale per la progettazione di un nuovo complesso edilizio destinato a uffici e laboratori di ricerca, rappresenta un esempio di integrazione perfetta tra forma e performance energetiche. Il cliente richiedeva un immobile da destinare ai propri uffici che rispondesse ai più alti standard di qualità architettonica e ambientale e fosse caratterizzato da un livello massimo di sostenibilità ambientale.
L'edificio si sviluppa intorno ad un cortile centrale che costituisce il nucleo del complesso. Il tetto dell'edificio, la cosiddetta quinta facciata, rappresenta l'elemento di design più connotante del progetto.
«La copertura assolve alle funzioni energeticamente più importanti: diventa condotto della luce naturale zenitale, estrattore d'aria calda durante la stagione estiva e superficie captante (un vero e proprio collettore solare) durante la stagione invernale. Circa 300 metri quadri di pannelli fotovoltaici sono posti su alcuni dei camini della copertura che hanno l'orientamento ottimale, al fine di massimizzare l'apporto di energia solare. Inoltre, per la produzione di acqua calda sanitaria, sono stati collocati nella copertura dell'edificio esistente dei pannelli solari», spiega lo studio con una nota.
Tutti gli spazi di lavoro sono aperti verso l'esterno con l'inclusione di aree cortili verdi che creano un'alternanza di microambienti interni/esterni pieni e vuoti che movimentano e definiscono i volumi degli edifici.
Anche il patio ha una sua precisa funzione nella strategia energetica funzionando anche da giardino climatico. Le corti interne (sia dell'edificio nuovo che di quello esistente) creano un microclima che consente di ridurre la temperatura.
Alcuni camini alloggiano 201 metri quadrati di pannelli fotovoltaici mentre 5 metri quadrati di solare termico sono stati installati sulla copertura del vano scale.
Al fine di garantire e calibrare la percentuale di superficie captante durante la stagione invernale sono state condotte simulazioni con il software Ecotect mentre il livello di illuminazione naturale del nuovo blocco è stato studiato con l'aiuto del software Radiance, contribuendo ad un adeguato dimensionamento dei camini solari. Il controllo termico degli spazi dell'intero complesso è stato condotto con l'ausilio di software specialistici che hanno permesso di verificare anche l'andamento della ventilazione naturale negli spazi di lavoro.
«È quest'idea che mi interessa esplorare: investire di più sull'analisi e le simulazioni che sulla sola tecnologia, creando un edificio che sia di fatto ibrido. Questo rappresenta il vero cambiamento per un'architettura che si dirige verso un'era ecologica, e che fa delle grandi sfide ambientali dettate dall'emergenza climatica, delle opportunità per uno sviluppo innovativo», sottolinea Mario Cucinella.
L'edificio è realizzato interamente in legno e montato a secco, fanno eccezione, ovviamente, le fondazioni che sono in calcestruzzo armato. La struttura portante, in legno lamellare, è composta da elementi strutturali dritti a sezione rettangolare, realizzati con tavole di legno d'abete. La forma organica, aiuta l'inserimento armonico nel contesto ed è pensata per minimizzare al massimo l'utilizzo di impianti; la maggior parte dell'energia necessaria per il loro funzionamento proviene da fonti energetiche rinnovabili.
L'impianto a pompa di calore geotermica o ad acqua di falda, collegato ai pannelli radianti e all'UTA con ricuperatore di calore, garantisce elevati livelli di comfort in estate ed in inverno. Il recupero dell'acqua piovana dalla copertura è integrato dal riutilizzo dell'acqua usata negli impianti termici in modo da coprire le esigenze idrosanitarie e di irrigazione dell'edifici nella maggior misura possibile
Per una maggior compatibilità ambientale dell'intervento sono stati scelti materiali naturali sia per le pareti e coperture (isolante in fibra di legno all'interno di una struttura con montanti e traversi) sia per la struttura portante (legno lamellare a sezione rettangolare).
Crippa: “Lo strumento mobiliterà 1,7 miliardi di euro di investimenti”
Il Fondo Nazionale Efficienza Energetica, istituito con il Decreto legislativo n.102 del 4 luglio 2014, è stato creato per favorire mediante finanziamenti gli interventi di risparmio energetico e mobilitare maggiori risorse private per l’efficientamento energetico di edifici, impianti e processi produttivi da parte di imprese, ESCO e Pubblica Amministrazione. Attualmente le risorse del Fondo ammontano a trecentodieci milioni di euro per cui ora è arrivato il momento di definire le modalità operative.
Con tale scopo si è svolta ieri 16 gennaio 2019 nella Sala degli Arazzi del Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), la presentazione della proposta di regole applicative del Fondo Nazionale per l’Efficienza Energetica, stilata dal MISE e da Invitalia e presentata nell’occasione da Corrado Diotallevi, responsabile della Business Unit grandi investimenti e sviluppo di impresa di Invitalia. Il Sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega all’energia Davide Crippa spiega: “Abbiamo avviato anche in questo caso un confronto con gli stakeholder che continuerà online, sulla base della proposta di regole operative messe a punto insieme ad Invitalia”.
Nel marzo 2018 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DM 22 dicembre 2017 con cui il Ministero dello Sviluppo Economico ha fissato le modalità di funzionamento del Fondo Nazionale di efficienza Energetica. Il Fondo sostiene gli interventi mediante la concessione di garanzie su singole operazioni di finanziamento e l’erogazione di finanziamenti a tasso agevolato, in misura rispettivamente del 30% e del 70% sui 310 milioni sopracitati.
L’obiettivo è quello di favorire il finanziamento di interventi necessari per il raggiungimento degli obiettivi nazionali di efficienza energetica attraverso: la riduzione dei consumi di energia nei processi industriali; la realizzazione e il potenziamento di reti e impianti di teleriscaldamento e teleraffrescamento; l’efficientamento di servizi ed infrastrutture pubbliche; la riqualificazione energetica degli edifici.
Del totale delle risorse stanziate, un 9% è esclusivamente riservato a garanzie per interventi riguardanti reti o impianti di teleriscaldamento e teleraffrescamento, mentre un 14% è dedicato ai finanziamenti agevolati a favore delle Pubbliche Amministrazioni.
Le agevolazioni concesse sono cumulabili, entro certo limiti, con altri incentivi, contributivi e finanziari.
“Si tratta di uno strumento atteso da più di 4 anni fondamentale per rimuovere le barriere finanziarie che limitano la realizzazione di interventi di efficienza energetica da parte delle imprese e della PA – ha dichiarato Crippa. “Grazie al Fondo si prevede una mobilitazione di investimenti nel settore dell’efficienza energetica di oltre 1,7 miliardi di euro con le risorse già disponibili ed un effetto leva previsto pari a 5,5 con relativa creazione di posti di lavoro nel settore e opportunità per l’indotto”.
Il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima prevede il mantenimento del Fondo per il periodo 2021-2030 con una previsione di incremento della dotazione finanziaria di 80 milioni di euro l’anno.