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Demolizione e ricostruzione: importanti novità introdotte dal DL semplificazioni

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Modifiche ai vincoli di volume, sagoma e sedime nellambito degli interventi di demolizione e ricostruzione

Il nuovo provvedimento, approvato dal Consiglio dei Ministri nella notte tra il 6 e il 7 luglio "salvo intese", contiene svariati interventi di semplificazione edilizia. Salvo possibili aggiustamenti di natura tecnica, come affermato dal Primo Ministro, il DL semplificazioni rivede, con l'art.10 - "Semplificazioni ed altre misure in materia edilizia", tra le altre cose, la demolizione ricostruttiva con possibile aumento di cubatura e di altezze, l'ammissibilità di modifiche dei prospetti come opere di manutenzione straordinaria se indispensabili a garantire l’agibilità o l’accessibilità delle unità immobiliari, possibilità di proroga per i termini di inizio e fine lavori e rilascio d’ufficio dell’attestazione dell’avvenuta formazione del silenzio assenso da parte dello sportello unico edilizia (SUE).

In particolare, per quanto concerne gli interventi di demolizione e ricostruzione, il nuovo articolo 2-bis comma 1-ter del D.P.R. 380/2001, reciterà così: “Negli interventi di demolizione e ricostruzione di edifici, anche qualora le dimensioni del lotto non consentano la modifica dell’area di sedime ai fini del rispetto delle distanze minime, la ricostruzione è comunque consentita nell’osservanza delle distanze legittimamente preesistenti. Gli incentivi volumetrici eventualmente riconosciuti per l’intervento possono essere realizzati anche con ampliamenti fuori sagoma e con il superamento dell’altezza massima dell’edificio demolito, sempre nel rispetto delle distanze legittimamente preesistenti”. Allo stato attuale, invece, l’articolo 2-bis, comma 1-ter, del T.U. Edilizia prevede che, “in ogni caso di intervento di demolizione e ricostruzione, quest’ultima è comunque consentita nel rispetto delle distanze legittimamente preesistenti purché sia effettuata assicurando la coincidenza dell’area di sedime e del volume dell’edificio ricostruito con quello demolito, nei limiti dell’altezza massima di quest’ultimo”.

Le ricostruzioni conseguenti alle demolizioni, ad oggi, devono rispettare le distanze preesistenti (generalmente minori di quelle imposte alle nuove costruzioni) a patto di conservare l’area di sedime, il volume e l’altezza preesistenti. Nel caso di delocalizzazione dell’edificio o aumento di volume e/o altezza, si devono osservare le distanze vigenti al momento della nuova costruzione. Se il testo del DL, non ancora pubblicato in Gazzetta Ufficiale, non subirà modifiche nel corso dell’iter parlamentare, tale regola decadrebbe consentendo di costruire un edificio diverso con volume maggiore, diversa sagoma e altezza mantenendo le distanze presistenti.

Di conseguenza il DL modifica anche l'art. 3, comma 1, lettera d) che definisce gli "interventi di ristrutturazione edilizia", modificando la definizione dei lavori di demolizione e ricostruzione. Il DL Semplificazioni modifica il testo in questo modo: “nell’ambito degli interventi di ristrutturazione edilizia sono ricompresi altresì gli interventi di demolizione e ricostruzione di edifici esistenti con diversa sagoma, prospetti, sedime e caratteristiche planivolumetriche e tipologiche, con le innovazioni necessarie per l’adeguamento alla normativa antisismica, per l’applicazione della normativa sull’accessibilità, per l’istallazione di impianti tecnologici e per l’efficientamento energetico. L’intervento può prevedere altresì, nei soli casi espressamente previsti dalla legislazione vigente o dagli strumenti urbanistici comunali, incrementi di volumetria anche per promuovere interventi di rigenerazione urbana”. Il TUE oggi prevede che “nell'ambito degli interventi di ristrutturazione edilizia sono ricompresi anche quelli consistenti nella demolizione e ricostruzione con la stessa volumetria di quello preesistente, fatte salve le sole innovazioni necessarie per l'adeguamento alla normativa antisismica”.


Restart Scampia: dalla demolizione delle Vele alla realizzazione di una nuova centralità urbana

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Restart Scampia darà nuova vita al quartiere di Napoli con asili, alloggi e sedi dell'Università.

Giovedì 20 febbraio sono iniziati i lavori di demolizione delle Vele di Scampia , il complesso realizzato a Napoli su progetto dell’architetto Francesco di Salvo tra il 1965 e il 1972. Le vele di Scampia rappresentano uno dei simboli dell’architettura brutalista italiana e devono il loro nome alla loro forma che ricorda una vela latina. La realizzazione delle Vele fu promossa dalla Cassa del Mezzogiorno; l’intervento era ispirato ai modelli in via di realizzazione in Europa; l’obiettivo era quello di creare alla periferia nord di Napoli una città giardino in cui la nuova comunità delle famiglie residenti avrebbe trovato casa, verde e servizi. Molti sono gli interventi frutto di questo periodo, che in Italia è stato fortemente sostenuto dalla politica e da ingenti fondi statali. I risultati sono stati tuttavia spesso fallimentari, come dimostrano le vicende del Corviale a Roma o del quartiere Zen a Palermo.

Il complesso era formato da sette edifici; ma tre furono abbattuti tra la fine degli anni ’90 e l’inizio degli anni 2000. Oggi delle vele rimaste, tre saranno completamente demolite (Vela Verde, Vela Gialla e Vela Rossa), mentre l’ultima (Vela Celeste) verrà riqualificata. I lavori di demolizione appena iniziati interesseranno inizialmente la vela Verde; due escavatori attrezzati con pinza, demoliranno pezzo per pezzo l’edificio. L’escavatore più piccolo si occuperà della parte esterna dell’edificio, mentre l’escavatore più grande, che può raggiungere un’altezza di 52 metri, demolirà la parte centrale, che sarà smantellata tramite una demolizione controllata top-down. Per diminuire la diffusione delle polveri gli escavatori sono dotati di attrezzature simili ad idranti. La demolizione è guidata dall’ ingegnere Nicola Salzano De Luna, direttore tecnico della società Servizi Integrati, e durerà 40 giorni. In realtà i lavori sono iniziati mesi fa, con la bonifica e lo smaltimento di tonnellate di rifiuti speciali.

La demolizione delle Vele di Scampia rientra all’interno di Restart Scampia, il progetto di riqualificazione urbana del quartiere finanziato dal Comune di Napoli. Terminata la demolizione delle vele, il progetto di rigenerazione urbana prevede la riqualificazione della vela Celeste che sarà destinata in un primo momento ad alloggi temporanei, per poi diventare sede della Città Metropolitana. Restart Scampia trasformerà il quartiere interamente mediante la realizzazione di nuovi alloggi di edilizia residenziale pubblica con aree commerciali, per la cultura e lo spettacolo. È prevista inoltre la realizzazione del polo della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università Federico II, asili nido, scuole materne e scuole superiori. Non mancheranno zone adibite a verde pubblico, grazie alla riqualificazione del Parco di Scampia. Sarà inoltre potenziata la connessione con l’intorno urbano con la riqualificazione dell’area antistante la Stazione Scampia della Linea 1 della Metropolitana.

Restart Scampia è un piano finanziato da 60 milioni di euro provenienti da diversi fondi. I 18 milioni del Programma straordinario per la sicurezza delle Periferie e i 9 milioni del Programma Operativo Città Metropolitane sono destinati a supportare le demolizioni e la trasformazione della Vela Celeste. I 30 milioni provenienti dal Patto per lo sviluppo della città di Napoli permetteranno invece la riqualificazione dell’area attorno alla Vela Celeste, il Lotto M, e cofinanzieranno la costruzione della Facoltà di Medicina. L’intervento, ufficialmente avviato nel giugno 2019 prevede la sua conclusione nel 2023.