Completata la nuova sede dell’Agenzia Regionale per la Prevenzione e l'Ambiente firmata dallo studio Mario Cucinella Architects
Il progetto , risultato il vincitore nella gara internazionale per la progettazione di un nuovo complesso edilizio destinato a uffici e laboratori di ricerca, rappresenta un esempio di integrazione perfetta tra forma e performance energetiche. Il cliente richiedeva un immobile da destinare ai propri uffici che rispondesse ai più alti standard di qualità architettonica e ambientale e fosse caratterizzato da un livello massimo di sostenibilità ambientale.
L'edificio si sviluppa intorno ad un cortile centrale che costituisce il nucleo del complesso. Il tetto dell'edificio, la cosiddetta quinta facciata, rappresenta l'elemento di design più connotante del progetto.
«La copertura assolve alle funzioni energeticamente più importanti: diventa condotto della luce naturale zenitale, estrattore d'aria calda durante la stagione estiva e superficie captante (un vero e proprio collettore solare) durante la stagione invernale. Circa 300 metri quadri di pannelli fotovoltaici sono posti su alcuni dei camini della copertura che hanno l'orientamento ottimale, al fine di massimizzare l'apporto di energia solare. Inoltre, per la produzione di acqua calda sanitaria, sono stati collocati nella copertura dell'edificio esistente dei pannelli solari», spiega lo studio con una nota.
Tutti gli spazi di lavoro sono aperti verso l'esterno con l'inclusione di aree cortili verdi che creano un'alternanza di microambienti interni/esterni pieni e vuoti che movimentano e definiscono i volumi degli edifici.
Anche il patio ha una sua precisa funzione nella strategia energetica funzionando anche da giardino climatico. Le corti interne (sia dell'edificio nuovo che di quello esistente) creano un microclima che consente di ridurre la temperatura.
Alcuni camini alloggiano 201 metri quadrati di pannelli fotovoltaici mentre 5 metri quadrati di solare termico sono stati installati sulla copertura del vano scale.
Al fine di garantire e calibrare la percentuale di superficie captante durante la stagione invernale sono state condotte simulazioni con il software Ecotect mentre il livello di illuminazione naturale del nuovo blocco è stato studiato con l'aiuto del software Radiance, contribuendo ad un adeguato dimensionamento dei camini solari. Il controllo termico degli spazi dell'intero complesso è stato condotto con l'ausilio di software specialistici che hanno permesso di verificare anche l'andamento della ventilazione naturale negli spazi di lavoro.
«È quest'idea che mi interessa esplorare: investire di più sull'analisi e le simulazioni che sulla sola tecnologia, creando un edificio che sia di fatto ibrido. Questo rappresenta il vero cambiamento per un'architettura che si dirige verso un'era ecologica, e che fa delle grandi sfide ambientali dettate dall'emergenza climatica, delle opportunità per uno sviluppo innovativo», sottolinea Mario Cucinella.
L'edificio è realizzato interamente in legno e montato a secco, fanno eccezione, ovviamente, le fondazioni che sono in calcestruzzo armato. La struttura portante, in legno lamellare, è composta da elementi strutturali dritti a sezione rettangolare, realizzati con tavole di legno d'abete. La forma organica, aiuta l'inserimento armonico nel contesto ed è pensata per minimizzare al massimo l'utilizzo di impianti; la maggior parte dell'energia necessaria per il loro funzionamento proviene da fonti energetiche rinnovabili.
L'impianto a pompa di calore geotermica o ad acqua di falda, collegato ai pannelli radianti e all'UTA con ricuperatore di calore, garantisce elevati livelli di comfort in estate ed in inverno. Il recupero dell'acqua piovana dalla copertura è integrato dal riutilizzo dell'acqua usata negli impianti termici in modo da coprire le esigenze idrosanitarie e di irrigazione dell'edifici nella maggior misura possibile
Per una maggior compatibilità ambientale dell'intervento sono stati scelti materiali naturali sia per le pareti e coperture (isolante in fibra di legno all'interno di una struttura con montanti e traversi) sia per la struttura portante (legno lamellare a sezione rettangolare).
ecoLogicStudio sperimenta un involucro biodigitale che filtra CO2 e inquinanti attraverso colture di alghe installate sulle facciate degli edifici
Per il momento è una sperimentazione ma potrebbe diventare l’involucro dell’Antropocene che istallato sugli edifici sottoforma di schermature solari, sarebbe in grado di assorbire anidride carbonica dall’atmosfera e restituire ossigeno attraverso un processo di fotosintesi analogo a quello svolto in natura dagli alberi.
Presentata a Dublino in occasione del Climate Innovation Summit 2018, Photo.Synt.Etica rientra nel progetto europeo Climate-KIC e nasce dalla partnership di ecoLogicStudio, studio di architettura e progettazione urbana specializzato in progettazione ambientale, autosufficienza urbana e costruzione integrata della natura con l’Urban Morphgenesis Lab – UCL di Londra e il Synthetic Landscapes Lab – Università di Innsbruck.
L’istallazione di Dublino realizzata sulla facciata del Printworks Building è composta da 16 moduli di 2x7 metri che rivestono i due piani dell’edificio realizzando, in termini di assorbimento di CO2, gli stessi benefici ambientali equivalenti a quelli prodotti da venti alberi.
I moduli, realizzati in bioplastica, contengono microalghe disposte in una serpentina digitale; l’ anidride carbonica e gli agenti inquinanti catturati vengono immagazzinati dai fotobioreattori, che utilizzano la luce diurna per nutrire le culture viventi di microalghe e emettono una luminescenza nelle ore notturne. La biomassa viene poi raccolta e riutilizzata come materiale grezzo per la produzione di bioplastica utile, a sua volta, alla realizzazione di involucri dello stesso tipo.
Grazie al design a serpentina, i moduli ottimizzano il processo di sequestro del carbonio; inoltre il disegno visto in sequenza lungo la facciata dell’edificio ricorda i grafici finanziari, nello specifico l’andamento delle quotazioni dei certificati verdi.
I prossimi progetti includono una scultura fotosintetica per il Centre Pompidou (Parigi), un progetto di ricerca che prevede l’uso di Biogel al posto dell’acqua, come le alghe, le tecniche di stampa 3D per prototipare fotobioreattori architettonici e la progettazione di un sistema di facciata per un nuovo museo di microbi a Innsbruck (Austria).
Smart cities, case intelligenti, veicoli autonomi, fabbriche robotizzate, ecc. dominano l’attuale panorama degli scenari futuristici popolari, ma tutti hanno un disperato bisogno di un reframing spaziale e architettonico per generare benefiche transizioni sociali.
900 euro per costruire una casa a km zero utilizzando la terra.
È stata presentata il 6 e il 7 ottobre a Massa Lombarda (RA) la prima casa realizzata con una stampante 3d a base di terra cruda e scarti di lavorazione del riso (paglia e lolla di riso), il tutto a km zero.
Gaia, denominata tale per l’utilizzo di terra cruda come principale legante della miscela costituente, è frutto della vincente collaborazione tra WASP, azienda leader nella stampa tridimensionale e RiceHouse, startup italiana che opera nel campo della bioedilizia attraverso l'uso degli scarti provenienti dalla produzione del riso, nell’ambito dell’evento “Viaggio a Shamballa” e della conferenza “A call to save the world”.
Per la realizzazione del prototipo è stata utilizzata una nuova tecnologia di stampante 3D, la Crane Wasp, che usa materiali naturali del territorio circostante per costruire abitazioni sostenibili: mediante l’utilizzo di fibre vegetali fornite da RiceHouse, WASP ha sviluppato una mescola composta per il 25% da terreno prelevato in sito (30% argilla, 40% limo e 30% sabbia), per il 40% da paglia di riso trinciata, per il 25% da lolla di riso e il 10% da calce idraulica. La mescola è stata impastata attraverso l’uso della molazza, in grado di rendere il composto omogeneo e lavorabile.
Gaia può essere dunque considerata un nuovo modello architettonico ecosostenibile, non solo per l’attenzione all’impiego di materiali naturali di scarto, ma anche per le caratteristiche performanti del suo involucro dal punto di vista energetico: stampate in poche settimane, le sue murature risultano essere particolarmente efficienti dal punto di vista bioclimatico e di salubrità degli ambienti; il prototipo non necessita né di riscaldamento né di un impianto di condizionamento, in quanto mantiene al suo interno una temperatura mite e confortevole sia d'inverno che d'estate.
Il progetto, firmato RiceHouse, prevede un orientamento sud-ovest, e, per sfruttare al meglio l’apporto passivo del sole e la luce naturale , la presenza di una grande vetrata. La copertura è realizzata in legno con un isolamento in calce-lolla (RH300), il massetto contro terra è realizzato in calce-lolla, leggero ma isolante per permettere di raggiungere un fabbisogno energetico pari a una classe A4.
L’involucro esterno è stato progettato con la finalità di integrare al proprio interno i sistemi di ventilazione naturale, di isolamento termo-acustico e di impiantistica. La deposizione del materiale a base di terra cruda, paglia e lolla di riso viene controllata attraverso articolati intrecci in grado di conferire al contempo solidità costruttiva e variazione geometrica lungo l’intero sviluppo murario. La parete monolitica stampata in 3d è poi stata rifinita internamente con una rasatura in argilla-lolla (RH400), levigata e oliata con oli di lino.
Grazie alla precisione e alla velocità della tecnologia 3d, si possono inoltre ottenere geometrie complesse, difficilmente replicabili con i sistemi tradizionali di costruzione. La realizzazione dell’involucro stampato in 3d, per un totale di 30 mq di parete dallo spessore di 40 cm, ha richiesto complessivamente 10 giorni, con un costo totale dei materiali di 900 €.
L’esperienza di Gaia offre l’occasione per divulgare le molteplici potenzialità che la stampa 3d può ancora esprimere grazie alle risorse presenti nel territorio agricolo mondiale, garantendo livelli minimi di impatto ambientale a fronte di infinite soluzioni progettuali, indispensabili per le nuove frontiere dell’abitare.
Tiziana Monterisi , CEO di RiceHouse, afferma: “Gaia è stata realizzata esclusivamente con materiali naturali quali terra cruda, paglia trinciata, lolla e legno ed è altamente performante dal punto di vista energetico e ambientale”.