Posts tagged with “BIM”

Il BIM a servizio del Patrimonio Culturale

cs-rilolet-it-bim2.jpg

La storica sede della Camera di Commercio di Roma, nonché tempio di Adriano in Campo Marzio, diventa oggetto della digitalizzazione BIM, affidata a Rilo Digital Planning e One team.

Lo scopo era quello di digitalizzare il patrimonio costituito di sei sedi in totale a Roma e dar vita ad un’unica raccolta, nell’ottica di una ottimizzazione delle risorse, di una diminuzione dei costi di gestione e manutenzione degli immobili ed infine di un minor impatto ambientale.

La Rilo Digital Planning si occupa dello studio dell’applicazione delle nuove tecnologie al campo dell’immobiliare. Dalla computazione analitica e statistica ai modelli BIM si arriva fino a sofisticati sistemi di monitoraggio e regolazione dinamica per diminuire consumi. Accanto c’è la One Team che integra una strumentazione software in grado di migliorare gli esiti del Building Information Modeling.

Il primo intervento è stato un rilievo generale dell’edificio eseguito attraverso scansioni laser mobile, un metodo poco invasivo che ha permesso di ottenere un risultato in breve termine e senza interferenze con la fruizione quotidiana dell’edificio.

L’antico edificio un tempo erroneamente attribuito a Nettuno, risale al 145 d.C. dedicato da Antonino Pio al suo predecessore Adriano, ormai divinizzato. Nel XVII secolo, fu inglobato in un edificio per il Vaticano da Carlo Fontana, che divenne una borsa, arrivando fino ad oggi appunto come sede della Camera di commercio di Roma.

Successivamente si è passati alla modellazione BIM, sono stati dunque inseriti all’interno della banca dati generale quelli del Tempio di Adriano: cinque blocchi di diverse epoche, 108 impianti autonomi, 12 impianti centralizzati e 4,2 km di tubazioni.

Infine, terza ed ultima fase si è passati ad una integrazione dei processi per il Facility in una piattaforma che mette in comunicazione i dati dinamici agli elementi del modello digitale precedentemente realizzato.

La piattaforma permette di avere facile e veloce accesso alle informazioni circa il patrimonio, attraverso una profilazione adeguata al professionista; è possibile prevedere un piano organizzato e sistematico per la manutenzione ordinaria così come è possibile pianificare quella straordinaria a lungo termine. Dunque, in termini più pratici un’attenzione alla conservazione del patrimonio culturale di notevole importanza.

Dal punto di vista ambientale è stato calcolato che l’impronta di carbonio delle attività di Facility Management sono sensibilmente ridotte, l’utilizzo della carta che arrivava fino a 22.000 fogli l’anno si riduce del 100%.

Il Tempio di Adriano è un esempio importante di come la tecnologia possa apportare un significativo miglioramento alla Pubblica Amministrazione così come ai privati per la gestione di patrimoni culturali di così grande portata.


Il nuovo stadio dei Las Vegas Raiders

fonte immagine:https://www.huddle.org/2017/01/raiders-andranno-veramente-las-vegas/

Dopo 27 mesi di lavoro, il nuovo stadio di Las Vegas è stato completato con successo. I lavori dell’Allegiant Stadium, dal nome del maggiore sponsor, sono terminati e sono già stati programmati i primi eventi durante il mese di agosto 2020. Lo stadio, commissionato da LV Stadium Company LLC, è stato progettato dagli studi architettonici Manica Architecture e HNTB. Per quanto riguarda l’esecuzione, il general contractor è la jJoint venture Mortenson-McCarthy Construction. Il costo per la costruzione è stato stimato in quasi 2 miliardi di dollari.

Si tratta di una struttura moderna, con pareti laterali in vetro, grandi porte e un tetto ellittico in leggera curvatura, formato da membrane plastiche montate su due maglie di cavi in tensione e supporti in acciaio. L’edificio è caratterizzato da finestre a scomparsa che si affacciano sulla Strip di Las Vegas e un campo in erba naturale e mobile, dotato di rotaie per traslare all’interno dello stadio in modo automatizzato. Il tetto è formato da cuscini in Texlon ETFE (Ethylene-Tetra-Fluoro-Ethylene) installata e fornita da Vector Foiltec, inventore di questa tipologia di membrana. Grazie alla particolare architettura della copertura, gli spettatori avranno la sensazione di trovarsi all’aperto durante le partite diurne e al contempo potranno godere del comfort di una struttura a temperatura controllata. La progettazione è stata eseguita in BIM, e questo ha consentito di velocizzare e ottimizzare i processi.

Nel progetto c'è anche un poco di Italia, per conto di Vector Foiltec, infatti, anche l’azienda italiana Cimolai Group ha partecipato al progetto e ha eseguito la progettazione esecutiva, la fabbricazione ed assistenza al montaggio delle strutture in acciaio a supporto della copertura in ETFE. Essa si appoggia su una struttura secondaria composta da tubi in acciaio connessi tramite nodi a cerniera; l’insieme è sorretto da una doppia rete di cavi ortogonali agganciati alla struttura primaria. Il lavoro di Cimolai si è concentrato sul rendere la struttura fabbricabile, in considerazione anche alle diverse configurazioni geometriche che assume nelle varie fasi di montaggio. Questo ha implicato una maniacale cura nei dettagli delle connessioni che prevedono perni per la rotazione relativa degli elementi e pattini scorrevoli per la traslazione relativa. La progettazione esecutiva tiene inoltre conto della trasportabilità degli elementi e della velocità e facilità di montaggio degli stessi. Particolare attenzione è stata rivolta alla suddivisione in sequenze, e relativa assegnazione di priorità di fabbricazione e spedizione, in funzione delle richieste della committenza.

L’azienda Cimolai Group ha ormai oltre dieci anni di esperienza di progettazione in ambito BIM, sia in qualità di fornitrice e installatrice di carpenterie metalliche, sia come impresa di costruzioni generale. “L’utilizzo del BIM ci permette di affrontare sfide sempre più impegnative, aumentando l’efficienza e consentendo di ottimizzare i flussi di lavoro in tempi una volta impensabili. Grazie al BIM ci è possibile analizzare meglio e più in fretta tutte le problematiche legate alla realizzazione di un progetto, oltre che valutare numerose soluzioni diverse per determinare quale sia la migliore. Tutta l’attività aziendale ruota attorno al modello tridimensionale che viene sviluppato dalla fase di concept (per poter formulare l’offerta economica più adeguata possibile) fino al più piccolo dettaglio costruttivo, necessario a finalizzare la produzione e l’installazione dell’opera. Ovviamente il modello non si limita alla sola definizione geometrica, ma viene man mano arricchito di informazioni, che sono assolutamente necessarie a poter completare tutte le attività necessarie alla realizzazione dei nostri elementi strutturali.” illustra la Direzione tecnica Cimolai.


BIM come strumento di ripresa: ASSOBIM pubblica il suo “Manifesto per il rilancio delle Costruzioni”

72.png

Assobim, associazione nata con lo scopo di dare rappresentatività alla filiera tecnologica del Building Information Modeling, esprime la propria posizione sulla necessità di innovazione nel settore delle costruzioni e avanza delle proposte per favorire il rilancio delle attività attraverso la digitalizzazione dei processi. La pandemia da coronavirus ha portato ad un cambio radicale nel nostro modo di vivere, riducendo la mobilità degli individui e diffondendo un nuovo metodo di lavoro basato sullo smart working. L’associazione sottolinea infatti che l’emergenza sanitaria ha portato a scelte di lockdown che hanno provocato un impatto non solo sui singoli cittadini, ma anche le aziende e le società nel loro complesso, provocando ripercussioni sul morale, sulla società e sull’economia. La possibilità di lavoro in remoto ha portato alla diffusione di applicazioni di messaggistica istantanea aziendale e sistemi di videoconferenza che hanno permesso di creare delle riunioni virtuali che si avvicinano molto a quelle tradizionali. Dashboard digitali condivise e strumenti di project management evoluti rendono possibile pianificare, gestire e monitorare il lavoro a distanza, condividendo le attività tra colleghi e verso aziende partner e clienti. Tuttavia molte aziende hanno riscontrato delle difficoltà a causa dell’adozione di strumenti poco digitali e quindi poco idonei per gestire l’emergenza attuale. Aziende che sono all’affannosa ricerca di soluzioni per implementare i propri processi che consentano di svolgere da remoto diverse attività, per poter tutelare la salute dei propri dipendenti e poter servire adeguatamente i loro clienti.

“Lungimiranza, visione di lungo termine e scelte strategiche possono fare la differenza in questo momento. Si deve, infatti, considerare che, anche quando questo periodo sarà terminato, le aziende e i consumatori non riprenderanno subito la loro vita normale. Resterà ancora forte attenzione per monitorare la situazione sanitaria. Per questo è importante iniziare già adesso a dotarsi di strumenti di collaborazione, che consentano di digitalizzare i processi attivi con i propri fornitori e clienti, rendere digitale la gestione dei documenti o implementare sistemi di firma digitale.” - afferma Assobim.

Nel settore costruzioni, sostiene l’associazione, la risposta è rappresentata dal BIM, che è lo strumento di lavoro idoneo in grado di aiutare gli operatori ad avviare il processo di revisione e di riconfigurazione in senso digitale dell’intera filiera delle costruzioni. Anche in un settore tradizionalista come quello delle costruzioni industria 4.0, digitalizzazione, smart building, realtà virtuale sono termini che sono entrati nell’uso comune e mai come oggi risulta ancor più fondamentale per tutti gli attori della filiera (Committenti, Professionisti, Imprenditori, Produttori e Distributori Commerciali) rivoluzionare approcci, metodi e processi, per far fronte all’epocale cambiamento che sta investendo la nostra Società. Per far fronte a questa necessità il BIM (Building Information Modeling), che su termini quali collaborazione a distanza, condivisione delle informazioni, interoperabilità e standard digitali poggia la sua “costruzione” è lo strumento di lavoro idoneo in grado di aiutare gli operatori ad avviare il processo di revisione e di riconfigurazione in senso digitale dell’intera filiera delle costruzioni.

ASSOBIM pertanto propone di destinare parte degli stanziamenti mobilitati per combattere il coronavirus e per la successiva ricostruzione economica a investimenti urgenti per stimolare l’Innovazione, specialmente proteggendo ed aiutando a crescere le micro/piccole e medie imprese (PMI) vitali per il nostro tessuto produttivo, protagoniste indiscusse di Open Innovation ma minacciate dagli sconvolgimenti del Covid-19 e dai rischi di esistenza stessa per via delle posizioni dominanti dei grandi gruppi che sopravviveranno. Oltre a questo, Assobim chiede di rafforzare il DM 560/2017, accorpandolo al Codice Appalti. Il Governo sembra aver già mosso dei passi in questa direzione, inserendo i riferimenti al BIM nella nuova bozza del Regolamento attuativo del Codice Appalti. Si propone inoltre il riconoscimento di incentivi per le stazioni appaltanti pubbliche che si atterranno al Decreto BIM, mostrando di possedere le competenze e gli strumenti tecnologici adeguati. Si tratta, in sostanza, di incentivare chi adotta metodi per la progettazione intelligente basati sui modelli 3D, che consentono di progettare, costruire e gestire in modo efficiente gli edifici e le infrastrutture.

“Pensiamo che sia fondamentale in questo frangente che lo Stato assuma soprattutto il ruolo di committente di infrastrutture fondamentali per modernizzare il paese, e che la loro realizzazione debba essere una occasione colta in pieno per la digitalizzazione dei processi di progettazione e costruzione di tutta la filiera.”


BIM Bang: guida alla rivoluzione digitale nell'ambito dell'edilizia

bim-pratica.jpg

Dagli Architetti un breve vademecum all’era digitale nel mondo delle costruzioni

Il Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori (Cnappc) ha messo a disposizione “BIM Bang”, la guida propedeutica utile ai professionisti alle prese con la rivoluzione digitale dell’ambiente costruito. Da anni, infatti, si parla di rivoluzione digitale che coinvolgerà l’intera filiera della progettazione, realizzazione e gestione dell’ambiente costruito. Così come previsto all’articolo 6, comma 1, lettera a) del decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 1 dicembre 2017, n. 560 cosiddetto “Decreto BIM” (previsto all’articolo 23, comma 13 del Codice dei contratti di cui al D.Lgs. n. 50/2016), il BIM è entrato in vigore dall’1 gennaio 2019; tuttavia fino al 31 dicembre 2019 il decreto è in vigore solo per i lavori complessi relativi ad opere di importo a base di gara pari o superiore a 100 milioni di euro ed entrerà completamente in vigore per le opere di importo inferiore a 1 milione di euro dall’1 gennaio 2025.

Il Cnappc prevede una profonda trasformazione: si passerà da un’impostazione prevalentemente analogica a un’altra in cui i nostri processi decisionali, per l’intero ciclo di vita degli immobili e delle infrastrutture, saranno determinati e guidati da dati digitali. Secondo il Cnappc, il BIM è un tassello della grande rivoluzione digitale nel settore delle costruzioni e non rappresenta l’equivalente del passaggio da disegno manuale a CAD, avvenuto negli anni Novanta. Oggi, spiegano gli Architetti, la trasformazione non riguarda solo gli strumenti di rappresentazione, ma riguarda tutti i processi di produzione, gestione e fruizione dell’edificio e della città. La Guida ha il fine, pertanto, di aiutare i progettisti a visionare e toccare con mano il cambiamento in corso. La guida ribadisce in più punti che non si tratta di una moda passeggera legata ai trend della rivoluzione digitale e che pensare al BIM come a un nuovo software di progettazione è fuorviante e riduttivo.

La trasformazione riguarderà un nuovo approccio nel mondo dei professionisti con l’ingresso dei BIG DATA nel mondo della progettazione. Spesso la mancanza di un prototipo nel mondo delle costruzioni ha limitato l’innovazione nel mondo delle costruzioni; questo gap è superabile grazie al modello BIM inteso come “Prototipo Virtuale” della costruzione. Il Cnappc sottolinea che il settore delle costruzioni sconta un ritardo in tal senso. L’uso della prototipazione virtuale durante la fase di sviluppo di un prodotto è stato finora ostacolato, nel settore delle costruzioni, da alcuni limiti oggettivi quali: risorse computazionali costose, scarsa integrazione degli strumenti software. Un modello BIM, si legge nel documento del Cnappc, è un repository (un deposito) digitale centralizzato di informazioni relative agli aspetti fisici e funzionali di un progetto. Il repository di tali informazioni computabili si evolve lungo il ciclo di vita del progetto. La tecnologia ICT, su cui si fonda la metodologia BIM, ha un orientamento di tipo object-based (cioè basata sugli oggetti). In sintesi, il metodo BIM può essere considerato una raccolta di oggetti “smart” in un database “intelligente”.

Importante sarà anche la condivisione dei dati, la disponibilità di strumenti di collaborazione efficaci per condivisione delle informazioni in tutte le fasi della progettazione e costruzione dell’edificio, che tenderanno ad eliminare le disfunzioni tipiche della filiera dell’edilizia. L’intero flusso di lavoro subirà un cambiamento, con conseguente rimodulazione di ruoli, responsabilità e modelli di business. La guida scende nel dettaglio, spiegando ai neofiti il funzionamento del metodo e le nuove figure professionali richieste dal mercato, come BIM manager e BIM coordinator.

Uno degli esperimenti decisivi per lo sviluppo del BIM fu condotto dall’architetto Frank Gehry per la progettazione e la realizzazione del Guggenheim Museum di Bilbao, nella prima metà degli anni ‘90. Il famoso architetto canadese ha affermato che la progettazione e realizzazione di un edificio così complesso è stata possibile grazie all’adozione degli strumenti hardware e software utilizzati dall’industria aerospaziale. In particolare Gehry è stato conquistato dalla grande capacità di controllo sul progetto che queste tecnologie gli hanno consentito.


L’Opera House di Sydney diventa edificio carbon neutral

first-visit131600x900.jpg

L’edificio simbolo dell’Australia capolavoro di Jørn Utzon azzera le proprie emissioni di anidride carbonica diventando “carbon neutral”

È stato completato con cinque anni di anticipo il processo che ha permesso di azzerare il bilancio tra emissioni e compensazioni di anidride carbonica prodotte dalla Sydney Opera House. L’edificio è frutto di un concorso di progettazione vinto nel 1957 dall’architetto danese Jørn Utzon, con il supporto strutturale di Arup, allora sotto il nome di “Ove Arup & Partners”. I lavori iniziarono nel 1959 e furono completati al termine di un tormentato processo costruttivo che si concluse con un ritardo di dieci anni sul tempo stimato, costi esponenzialmente incrementati e polemiche che nel 1966 portarono Utzon alle dimissioni.

Oggi l’Opera House di Sydney rappresenta uno degli edifici simbolo dell’Australia ed una pietra miliare dell’architettura del 20° secolo. La sua rilevanza è stata ufficialmente riconosciuta nel 2007, quando è stata riconosciuta patrimonio dell’umanità dall’UNESCO e descritta come “un indiscutibile prodotto della creatività umana, non solo del ventesimo secolo, ma nell’intera storia dell’umanità.”

Ma se fino ad oggi è stata celebrata soprattutto per le sue caratteristiche architettoniche e come simbolo del connubio tra design e ingegneria, a 45 anni dall’inaugurazione, l’Opera House celebra un altro evento significativo: il 24 settembre 2018 è stata premiata dall’Australian Government’s National Carbon Offset Standard (NCOS) per i risultati raggiunti nella riduzione delle emissioni di carbonio, con ben cinque anni di anticipo rispetto a quanto programmato.

Il processo per l’azzeramento del bilancio delle emissioni di carbonio, lanciato nel 2013, si è concentrato principalmente su due fronti, quello dei consumi elettrici e quello dei rifiuti. Dal punto di vista energetico l’Opera House ha ridotto i consumi del 75%, mediante interventi volti alla sostituzione delle lampadine incandescenti della sala concerti con da lampade LED; le minori temperature di esercizio hanno consentito inoltre di impegnare meno l’impianto di climatizzazione, riducendo di circa 450 tonnellate l’anidride carbonica immessa ogni anno nell’atmosfera.

In ambito strettamente energetico, nel 2017 si è intervenuti in modo diretto anche sull’impianto di riscaldamento e raffrescamento: sono infatti state sostituite le vecchie unità di trattamento aria la cui migliore efficienza ha permesso di ridurre i consumi energetici del 9%. Infine, grazie a sistemi BIM e con un Building Management Control System (BMCS) aggiornato e innovativo è possibile oggi controllare l’edificio e verificare i risultati degli interventi nel tempo.

Nella gestione dei rifiuti è stata incrementata dal 25% al 60% la quantità di quelli riciclati. Nel 2016 è stato introdotto un nuovo programma di trattamento dei rifiuti non organici che ha permesso di riciclare maggiori tipologie di materiali, che si oggi si sono allargate anche ai telefonini cellulari, ai tubi fluorescenti, a toner e batterie esausti. Anche i rifiuti organici sono sottoposti a un trattamento di recupero che li trasforma in energia. È stato inoltre definito un programma di informazione e buone pratiche per tutto lo staff e i lavoratori per la gestione dei rifiuti, misura necessaria per ottenere i risultati sperati.

Per raggiungere la neutralità nel bilancio delle emissioni di anidride carbonica sono state necessarie anche azioni passive, come l'umento delle possibilità naturali del loro assorbimento. A questo scopo la Sydney Opera House, in collaborazione con l’associazione no profit Greenfleet, ha piantumato nella vicina Campbelltown 300 alberi di essenze native che avranno anche un ruolo positivo e naturale nella rigenerazione del territorio.

Dopo il raggiungimento di questi importanti risultati, il cammino verso una sostenibilità ancora maggiore tuttavia prosegue: l'obiettivo è quello di raggiungere entro il 2023 la riduzione del 20% dei consumi energetici, il recupero dell’85% dei rifiuti e il raggiungimento delle 5 stelle (oggi sono 4) del Green Star Performance Rating del GBCA (Green Building Council of Australia).