ENEA : nuovi materiali edili ecosostenibili.

fonte immagine:https://www.aipcr.it/web2/index.php/attivita/news/item/695-piero-angela-e-il-riciclo-dei-pneumatici

Lo studio di nuovi materiali ecosostenibili è da sempre una sfida aperta nel campo dell'edilizia, ogni giorno ci si ingegna e si studiano nuovi prodotti per la produzione di materiali innovativi e che allo stesso tempo risultino confortevoli, garantendo, comunque, alte prestazioni in termini di caratteriste meccaniche. L'ecocompatibilità dei materiali si valuta attraverso diversi parametri e tra questi c'è il processo di produzione. Esso tende a favorire lavorazioni più semplici che richiedono minore uso di acqua e di energia, elevata capacità di recupero e riciclo in seguito alla dismissione dei materiali e capacità di isolamento degli ambienti contribuendo ad una minore emissione di sostanze nocive.

Trasformare i rifiuti in prodotti con un valore più alto del materiale originale: questo il concetto alla base dell’upcycling, versione potenziata delle moderne pratiche di riciclo. Due nuovi progetti, del valore complessivo di oltre 1,1 milioni di euro, vedono ENEA collaborare con l’Università della Calabria e due aziende calabresi per la realizzazione di nuovi prodotti ecosostenibili per l’edilizia, come: piastrelle, intonaci e malte; ricavati da pneumatici fuori utilizzo e cavi elettrici dismessi.

Il progetto PFU PREDECORE (PRemiscelati per l’EDilizia ECOcompatibili e a Risparmio Energetico), coordinato dalla società Gatim srl, punta a realizzare intonaci, malte e colle con premiscelati a base di PFU, in sostituzione di un materiale aggregante tradizionale come la sabbia. Sono previste attività di vario tipo, che coinvolgono la caratterizzazione fisica, chimica e meccanica dei prodotti, la valutazione di durabilità e le proprietà isolanti, inoltre ci sarà l'allestimento di un impianto pilota su scala semi-industriale.

Maria Bruna Alba, responsabile ENEA del progetto, spiega che oltre a realizzare nuovi prodotti sostenibili ed efficienti, questo progetto si caratterizza per la possibilità di aumentare il valore economico del materiale PFU e dunque la sua domanda, con interessanti possibilità per l’intera filiera del recupero/trattamento. L’Enea è responsabile delle attività sperimentali relative alla definizione della conducibilità termica e dell’isolamento acustico necessarie per verificare le proprietà isolanti dei vari prodotti. “Le caratteristiche termoacustiche dei manufatti realizzati con PFU sono risultate ampiamente soddisfacenti. Per quanto riguarda la capacità di isolamento termico, i campioni analizzati sono risultati di pari caratteristiche rispetto ad analoghi intonaci e malte isolanti presenti sul mercato. Dal punto di vista dell’isolamento acustico, invece, i manufatti realizzati con PFU si sono dimostrati più performanti, migliorando l’abbattimento acustico del 9%”, spiega Maria Bruna Alba.

Il secondo progetto, denominato PVC UpCycling, coordinato da R.ED.EL. srl, prevede di realizzare prodotti edili a basso impatto ambientale utilizzando PVC recuperato da cavi elettrici dismessi. Tre i principali ambiti: i rivestimenti per pavimentazioni esterne (piastrelle in PVC su massetto esistente), i piazzali carrabili (massetto armato con malta miscelata con granuli di PVC) e green parking (blocchi a spessore in PVC riciclato e giunti strutturali in PLA stampati in 3D). L’ENEA ha sviluppato malte cementizie contenenti PVC riciclato studiandone gli aspetti meccanici, termici e di assorbimento dell’acqua. Inoltre ha realizzato prototipi in PVC e resina poliuretanica per il settore edilizio, conducendo test di durabilità, resistenza e tenuta del colore rispetto alla radiazione solare. “In questo progetto mettiamo in campo le linee programmatiche prioritarie di ENEA, quali la valorizzazione, gestione e salvaguardia dell’ambiente, il recupero e riutilizzo di materiali in processi ecosostenibili e l’efficienza energetica, supportando aziende come R.ED.EL. che si prefiggono il triplice obiettivo di migliorare l’efficienza del sistema produttivo, ampliare il proprio mercato con nuovi prodotti e potenziare la propria competitività sul lungo periodo”, commenta il ricercatore ENEA Corradino Sposato.


Innovative RFK investe in Cesynt Advanced Solutions, la realtà dietro alla piattaforma di e-learning iSkilled

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Un segnale di fiducia significativo da parte di un investitore importante, che conferma ancora una volta le enormi potenzialità del progetto

Innovative-RFK è un investitore istituzionale che ha appena concluso una campagna di crowdfunding raccogliendo € 2.500.000 e che si quoterà presto in borsa. È inoltre vincitore del premio Financecommunity 2019 come fintech dell'anno.

I-RFK nasce nel novembre 2017 per investire in quote di minoranza di startup e PMI innovative con un alto potenziale di crescita. I-RFK investe in società che hanno un EBITDA superiore a € 500.000 ed un fatturato superiore a € 5.000.000. Con iSkilled si è scelto di fare un'eccezione, in considerazione degli ottimi risultati già raggiunti da Cesynt Advanced Solutions spa e delle prospettive di crescita. Dopo aver valutato le enormi potenzialità della società, il CdA di I-RFK ha infatti deciso di partecipare attivamente al progetto iSkilled invece di attendere la futura crescita di fatturato ed EBITDA.

La campagna di equity crowdfunding di iSkilled, la piattaforma di e-learning di Cesynt Advanced Solutions, continua a riscuotere consensi. Quella di I-RFK è solo l'ultima infusione di fiducia in un’azienda che ha già raggiunto risultati importanti: il più recente è il superamento della soglia di € 500.000 di raccolta. ISkilled propone inoltre numerosi vantaggi per gli investitori che sottoscrivono la sua campagna.

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Stefano Boeri Architetti per la nuova stazione di Matera

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Situata a ridosso del nucleo storico materano, la nuova stazione centrale sarà “una porta d’accesso al mondo”

Inaugurata ieri 13 novembre 2019, la nuova Stazione Centrale di Matera vede il taglio del nastro alla presenza delle massime autorità locali. La stazione, in realtà, è già entrata parzialmente in attività a disposizione di residenti e turisti per il raggiungimento della Capitale della Cultura 2019 dalla stazione di Bari mediante la linea delle Ferrovie Appulo Lucane.

I lavori di realizzazione dell’intervento sono stati avviati nel luglio 2018. Il progetto, firmato dallo studio guidato dall’architetto Stefano Boeri, prevedeva la ristrutturazione edilizia dell’esistente stazione di Matera centrale delle Ferrovie Appulo Lucane, una delle tre stazioni della tratta Bari – Matera che servono la città.

A tal proposito il progettista aveva dichiarato : "Il progetto intende restituire maggiore visibilità alla Stazione di Matera Centrale FAL, che è ripensata non più come un edificio di servizio necessario e sufficiente al collegamento ferroviario, ma un vero e proprio “landmark” urbano importante, adeguato alla primaria funzione urbana e territoriale che il nuovo servizio aspira ad assolvere, al passo con il ruolo importante che la città di Matera va a rappresentare in Europa"

Una grande apertura ricavata nel solaio di copertura della galleria interrata, di forma rettangolare e per un’estensione di circa 440 metri quadrati, mette in relazione diretta le due parti della stazione, fuori terra e dentro terra, portando luce naturale ed aria al tunnel sottostante completamente riqualificato.

Collocata, come la precedente fermata Matera Centrale, nelle immediate vicinanze del nucleo storico materano, la nuova stazione sorge a ridosso dell’esistente manufatto ferroviario, risalente agli anni Ottanta del Novecento e riconvertito a infopoint. All’esterno un’ampia copertura monumentale realizzata in pannelli metallici riflettenti contraddistingue questo importante intervento di rinnovo. Grazie alla sua geometria “diamantata”,i pannelli restituiscono una visione frammentata dello spazio urbano circostante, fatta di nuove prospettive, giochi di luci e riflessi sorprendenti. Le dodici sottili colonne in acciaio attraversano l'intera altezza della galleria ipogea per circa 6 m, fino a salire di ulteriori 12 m rispetto al livello terra, per sorreggere la pensilina come un grande tempio contemporaneo trasformando lo spazio esterno in una piazza coperta fruibile.

La stazione comprende un nuovo edificio che assolve le funzioni di accoglienza, biglietteria, collegamenti e servizi. Il nuovo volume presenta una finitura esterna realizzata con pietra locale ispirata ai classici ipogei materani. Il sistema costruttivo si basa su pannelli multistrato ottenuti dall’accoppiamento di un rivestimento lapideo di 12 mm con un layer di materiale alleggerito dello stesso spessore. Il disegno della parete è così definito dalla trama dei pannelli, intervallata da alcune fughe di raccordo enfatizzate nello spessore, e da una serie di moduli vetrati retroilluminato a tutta altezza. La facciata sud è in perfetta continuità con quella sottostante affacciata sulla banchina, a filo dell’apertura nel solaio. La galleria ferroviaria sotterranea è illuminata naturalmente grazie ad un’apertura di circa 440 mq realizzata nel solaio del tunnel stesso. In questo modo è stato possibile superare lo standard dei sottopassi angusti e illuminati artificialmente.

“La Nuova Stazione – sottolinea l’architetto Boeri – è pensata per divenire uno spazio pubblico riconoscibile, parte integrante della piazza pedonale che va a riconfigurare e riqualificare, direttamente collegata ai principali assi di accesso alla città storica situata a pochi passi”. “Quello che abbiamo fatto è creare un luogo, non solo un’infrastruttura. In un’area che era vuota e abbandonata, come in effetti era piazza della Visitazione”, racconta derante l'inaugurazione l’archistar milanese, il cui “Bosco Verticale” di Milano è entrato nell’elenco dei "50 grattacieli più iconici del mondo".


Il nuovo Bosco Verticale di Stefano Boeri in Egitto.

fonte immagine:https://www.mam-e.it/design/architettura/loccidente-in-africa-sfumatura-verde-boeri/

Il Bosco Verticale, orgoglio e simbolo della nuova Milano, si prepara a diventare landmark anche in Egitto, nel deserto del Cairo, a 45 chilometri dal centro della capitale egiziana. Un concept che, dopo Milano, ha affascinato il mondo, con numerose varianti dalle dimensioni e forme sempre più imponenti, da Losanna a Utrecht, da Parigi alla Cina. La Nuova Capitale Amministrativa d’Egitto, città ancora senza nome destinata a ospitare ministeri e ambasciate, ospiterà presto Cairo Vertical Forest. La Nuova Capitale sarà uno dei più importanti hub terziari e amministrativi del paese, in cui saranno realizzate residenze e servizi per una popolazione stimata di 6,5 milioni di abitanti distribuiti in 21 nuovi distretti residenziali collegati da 650 km di nuove strade. New Cairo ha una importanza rilevante per i geologi, facendo parte dell'area protetta della Foresta pietrificata. Un sito desertico che ha almeno 35 milioni di anni, che farà da scenografia al nuovo complesso.

Il progetto della prima versione desertica della foresta verticale vede collaborare Boeri con il local architect Shimaa Shalash. Il Bosco Verticale di New Cairo sarà formato da tre torri da 7 piani ciascuna,una destinata a hotel, le altre due a uffici e appartamenti, alte 30 metri, e dovrebbe essere completato entro il 2023. In ogni appartamento ci saranno ampie terrazze private. I fronti degli edifici saranno ricoperti di verde, alloggiato in vasche posizionate sulle terrazze. Il fondamentale progetto del verde è definito insieme all’agronoma paesaggista Laura Gatti, che curò la progettazione del verde del Bosco Verticale. L’idea progettuale prevede la presenza di 350 alberi e oltre 14.000 arbusti e cespugli appartenenti a 100 specie differenti che giocheranno un ruolo importante nel mantenimento delle condizioni climatiche interne grazie alla naturale ombra che sono in grado di produrre.

“L’idea che si possa realizzare al Cairo, che ha un alto tasso di inquinamento, un Bosco Verticale, rappresenta sicuramente una sfida”, ha detto all’ANSA l’architetto Stefano Boeri. “Ma ci sono tanti altri progetti da poter realizzare. Per esempio far diventare i tetti della città tutti verdi. Oppure, creare una foresta orbitale attorno al Cairo con dei corridoi verdi che entrano in città. E ancora, sostituire gli edifici degradati con strutture verdi. Ci sono molti modi in cui si fanno le città verdi, questo del Bosco Verticale è un modo più economico e veloce per affrontare il cambiamento climatico. L’obiettivo del Bosco Verticale è proprio quello di limitare l’inquinamento”. Le tre torri fungeranno da giganteschi filtri d’aria, consumando otto tonnellate di CO2 ogni anno e restituendo sette tonnellate di ossigeno.

Il nuovo Bosco Verticale di Stefano Boeri in Egitto sarà realizzato con un investimento di Misr Italia Properties di 900 milioni di euro, pari a 16 miliardi di sterline egiziane.

"Quando ho visto per la prima volta il Bosco verticale mi è piaciuto molto e ho voluto subito incontrare Stefano per parlagliene. L'intesa è stata immediata", afferma l'amministratore delegato di Misr Italia Properties. "Qui al Cairo siamo i primi ad aver avviato un progetto ecosostenibile e ci auguriamo di poter continuare magari coinvolgendo anche il governo".


Bonus facciate:per l'ANIT il rischio è di bloccare il mercato edilizio

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La posizione dell’ Anit in merito alla proposta di provvedimento denominato “bonus facciate”.

L’Associazione Nazionale per l’Isolamento Termico ed Acustico lancia l’allarme su uno dei contenuti del disegno di Legge di Bilancio 2020, ossia sul cosiddetto “bonus facciate”. Secondo l’associazione l’agevolazione proposta dal Governo potrebbe pregiudicare la politica energetico ambientale che l’Italia sta portando avanti ormai da anni.

Nonostante la volontà positiva del Governo di sostenere un settore in crisi come l’edilizia, l’Anit ritiene che “sia indispensabile una strategia a lungo termine mirata al raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale, economica e sociale.” Secondo la bozza proposta il bonus facciate, comprenderebbe qualsiasi intervento sulla facciata, “sia interventi di finitura estetica, di rifacimento dei balconi o dei cornicioni, di opere di lattoneria, di pura tinteggiatura o rivestimenti esterni che interventi di isolamento termico e quindi di efficientamento energetico con conseguente riduzione di consumi e di emissioni inquinanti”. L’incentivazione al 90% degli interventi di pura finitura estetica e al 65%-75% interventi di efficientamento energetico e messa in sicurezza statica porterebbe quindi ad una promozione dei primi a discapito dei secondi; infatti deliberare lavori puramente estetici su strutture su cui presumibilmente non verranno eseguiti altri interventi per moltissimi anni, significa per ANIT perdere un’ottima occasione per una riqualificazione energetica durevole, dato che, quando un condominio interviene sull’involucro esterno prevede un investimento importante, di cui una buona parte riguarda le opere provvisionali (ossia i ponteggi). Altra segnalazione di ANIT: i progetti di riqualificazione energetica non ancora iniziati ma approvati, potrebbero essere bloccati con la prospettiva di poter usufruire nel 2020 di migliori coefficienti di detrazione e minori requisiti, senza alcun vantaggio energetico ambientale e con conseguente rischio di bloccare il mercato edilizio.

La proposta di ANIT, pertanto, è quella di apportare al provvedimento alcune modifiche. In primo luogo chiede che siano ammessi al “bonus facciate” gli interventi che prevedono anche un miglioramento dell’efficienza energetica e che dovranno, nei propri ambiti di applicazione, rispettare i limiti di legge previsti per l’Ecobonus; che possano accedere al “bonus facciate” anche interventi di finitura ma solo nel caso degli edifici di valore storico artistico e sotto la tutela dei beni culturali che oggi vengono esclusi dall’applicazione del DM 26 giugno 2015 e s.m.; infine, che nei soli casi sopra citati rientrino negli interventi incentivabili anche quelli di manutenzione ordinaria e le opere accessorie a completamento dell’opera e che sia resa obbligatoria la comunicazione all’ENEA come previsto per tutti gli interventi di efficientamento al fine di quantificare il risparmio conseguito. In tale modo il “bonus facciate” diventerebbe una sorta di Ecobonus potenziato, valido solo per l’anno 2020. Ciò creerebbe un forte impulso alla riqualificazione (sia estetica, sia energetica) delle facciate e risulterebbe in linea con la Strategie Energetica Nazionale necessaria per il raggiungimento degli obiettivi previsti dall’Europa e inseriti nelle Direttive Europee.