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MUTUI - Il Tribunale di Pisa formula un quesito favorevole al mutuatario

MUTUI - Il Tribunale di Pisa formula un quesito favorevole  al mutuatario

Si fa strada la tesi di invalidità della clausola relativa all'applicazione del regime di capitalizzazione composta

In una controversia relativa ad un contratto di mutuo dove veniva eccepita la indeterminatezza dell'oggetto del contratto, ai sensi dell'art. 1346 cc, il Tribunale di Pisa ha disposto una CTU formulando un quesito finalizzato alla verifica della eventuale indeterminatezza del contratto ma anche della validità dell'applicazione, non specificata in contratto, del regime di capitalizzazione applicato dalla banca per la determinazione dell'importo della rata. Il quesito dispone: "Verifichi la presenza dei contratti, la data di sottoscrizione, la firma dei contraenti, le clausole contrattuali, l'indicazione esatta delle condizioni economiche applicate e sottoscritte ivi comprese, in particolare, quelle di determinazione della rata, specificando altresì il tipo di regime pattuito". Con detto quesito il Giudice intende verificare se le condizioni contenute nel contratto sono sufficienti a determinare univocamente il costo dello stesso, quale sia il regime di capitalizzazione applicato dalla banca e la legittimità dell'applicazione di tale regime di capitalizzazione. Il quesito continua:

  1. In ipotesi di mancata pattuizione o di indeterminatezza e/o indeterminabilità delle suddette pattuizioni proceda ricalcolo del rapporto ai sensi dell'art 117 tub eventualmente in regime di capitalizzazione semplice;
  2. verifichi il CTU se i contratti contengono l'indicazione del tasso annuo effettivo c.d. TAE e se, quindi, i contratti siano rispondenti a quanto prescritto anche dall'art. 6 della Delibera CICR 9.02.2000; in caso di riscontro negativo proceda alla ricostruzione del rapporto ex art. 117, comma settimo TUB, in regime di capitalizzazione semplice e con equilibrio finanziario più favorevole alla parte finanziata.

Dopo l'ordinanza della Cassazione n. 15130 del 29/5/2024, che si è espressa esclusivamente sulla indeterminatezza dei muti a tasso fisso, restano però aperti diversi problemi legati non solo alla possibile i determinatezza dei mutui a tasso variabile, ma anche alla validità delle condizioni pattuite con riferimento al rispetto della circolare CICR del 9/2/2000. In particolare il Tribunale di Pisa chiede al CTU di verificare se nel contratto vi sia l'indicazione e la pattuizione del TAE. Infatti nel caso di utilizzo del regime di capitalizzazione composta per la determinazione dell'importo della rata, il tasso di interesse effettivamente applicato (indicato come TAE - Tasso Annuo Effettivo) differisce dal tasso indicato in contratto (sempre indicato come TAN - Tasso Annuo Nominale) e risulta sempre superiore. La mancata indicazione del TAE viene infatti espressamente prevista nell'art. 6 della delibera CICR del 9/2/2000: "I contratti relativi alle operazioni di raccolta del risparmio e di esercizio del credito stipulati dopo l'entrata in vigore della presente delibera indicano la periodicità di capitalizzazione degli interessi e il tasso di interesse applicato. Nei casi in cui è prevista una capitalizzazione infrannuale viene inoltre indicato il valore del tasso, rapportato su base annua, tenendo conto degli effetti della capitalizzazione. Le clausole relative alla capitalizzazione degli interessi non hanno effetto se non sono specificamente approvate per iscritto". Nei mutui sviluppati con metodologia "alla Francese" e regime di ammortamento composto, praticamente tutti in Italia, il tasso nominale viene applicato al montante e non al capitale e si ottiene così una capitalizzazione infrannuale che produce un maggiore interesse effettivo che deve essere dichiarato in contratto in ottemperanza alla citata circolare.

Armando Miele

Link alla ordinanza


Vantaggi di avere un sito internet per il tuo business

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